La guerra su due “fronti”, come li aveva chiamati il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, continua. A poche ore di distanza dalla nuova bocciatura da parte di Banco BPM per l‘offerta fatta da Unicredit, la stessa banca di piazza Gae Aulenti preme il piede sull’acceleratore in Germania. Il Ceo Andrea Orcel non si ferma e Unicredit ha comunicato di aver sottoscritto nuovi strumenti finanziari relativi alle azioni Commerzbank, in linea con l’obiettivo precedentemente dichiarato di raggiungere una quota fino al 29,9%, soglia appena sotto il limite Opa.
La posizione complessiva di UniCredit ammonta ora a circa il 28%, di cui il 9,5% attraverso la partecipazione diretta e circa il 18,5% attraverso strumenti derivati.
Il fatto che la banca potesse salire ancora nel capitale dell’istituto tedesco era previsto, ma non è stato comunque apprezzato dal Governo tedesco: UniCredit ha presentato la documentazione regolamentare necessaria per acquisire una quota di Commerzbank superiore al 10% e fino al 29,9%. D’altronde le intenzioni in Germania sono sempre state chiare, e tra le due mosse (la fusione bancaria con Banco Bpm da una parte e Commerzbank dall’altra) quella su Francoforte risponde alle ambizioni europee di Orcel, che mira a creare un nuovo grande polo bancario nel continente.
Cosa succede ora
Il processo di autorizzazione è ora attivato e le interazioni con le autorità sono in corso. Il prezzo medio di ingresso di UniCredit per l’intera posizione è inferiore alle attuali quotazioni e soddisfa tutti i parametri finanziari che la banca è si impegnata rispettare nei confronti degli azionisti.
”L’esposizione economica di UniCredit è quasi completamente coperta – si sottolinea in una nota della società – dimostrando prudenza nell’approccio e garantendo piena flessibilità e opzionalità. Questa operazione conferma l’opinione di UniCredit che all’interno di Commerzbank vi sia un valore significativo che deve essere consolidato. Riflette la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonché l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del Paese”.
Intanto la mossa della banca italiana di aumentare la sua partecipazione nella banca tedesca è stata definita “scoordinata e ostile” dal governo tedesco, secondo quanto ha riportato Afp. Berlino non ha apprezzato che l’iniziativa sia arrivata prima delle elezioni.
“UniCredit ha intrapreso ancora una volta un’azione non coordinata e non amichevole”, ha detto il vice portavoce del governo Wolfgang Buechner, aggiungendo che “gli attacchi non amichevoli e le acquisizioni ostili sono inappropriati nel settore bancario”.
La guerra su due fronti
La posizione rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’offerta pubblica di scambio con Banco BPM, secondo Unicredit.
Offerta depositata alla Consob, esaminata dal Cda dell’istituto italiano e, nuovamente, bocciata. Stavolta Banco Bpm ha chiesto un intervento della Consob stessa, con “provvedimenti a tutela di tutti gli stakeholder della Banca e del mercato nonché dell’offerta pubblica promossa sulle azioni di Anima”. Banco BPM critica in particolare il premio dell’offerta, giudicato inadeguato e calcolato su basi ritenute scorrette.
Unicredit-Banco Bpm, esposto alla Consob
Preso atto del documento di offerta depositato da Unicredit presso la Consob, sulla Ops Banco Bpm ha ricordato “che il prezzo al 22 novembre 2024, ultima data antecedente l’annuncio dell’offerta, incorpora le informazioni comunicate al mercato in data 6 novembre 2024 in merito ai risultati trimestrali e alle azioni intraprese a partire da tale data (ivi incluso l’acquisto del 5% del capitale di Banca Monte Paschi e l’avvio dell’OpaA su Anima, da ultimo approvata dall’Autorita’ Antitrust in data 11 dicembre ): ogni riferimento al prezzo dell’azione Bbpm al 6 novembre 2024, e definito da Unicredit prezzo ‘undisturbed’, è inappropriato e non pertinente; che il premio determinato sulla base del prezzo ufficiale delle azioni Unicredit al 22 novembre rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Bbpm al 6 novembre non è il 14,8% riportato nel comunicato, ma il dato corretto è pari al 3,9% e che sulla base dei prezzi ufficiali di ieri, lo sconto (e non il premio) implicito nel corrispettivo annunciato da Unicredit lo scorso 25 novembre è salito al 14,2%”.
La difesa di Castagna contro Unicredit
Secondo l’Ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna l’operazione proposta da Unicredit “non riconosce un premio a favore dei nostri azionisti, come confermato dal giudizio del mercato che, sin dal primo giorno, valuta il concambio a sconto. Non si comprende il motivo per cui il prezzo dell’azione non debba tenere conto delle operazioni straordinarie lanciate dalla banca, a partire dall’Opa su Anima, per non parlare degli ottimi risultati dell’ultima trimestrale annunciati proprio il 6 novembre. E, alla luce delle dichiarazioni rese in numerose occasioni e riportate dagli organi di stampa, non crediamo possa giovare alla trasparenza del mercato annunciare un corrispettivo facendo presupporre allo stesso tempo che potrebbe essere rivisto”.
“Siamo sorpresi dai continui riferimenti ad una nostra ventilata underperformance – afferma Castagna – trimestre dopo trimestre, con il lavoro di banca commerciale di territorio e il contributo delle nostre fabbriche prodotto, abbiamo garantito agli azionisti una crescita forte e continua, consentendo di triplicare il proprio investimento negli ultimi tre anni. Inoltre, con riferimento alla politica dei dividendi, nel corso del 2024 Banco Bpm ha corrisposto agli azionisti 1,45 mld di euro, pari a oltre il 15% della capitalizzazione di Borsa, sovraperformando l’obiettivo di piano di 150 milioni di euro. Non comprendiamo neppure i presupposti su cui si basano le affermazioni relative ad un total distribution yield doppio del nostro”.
Il nodo russo
C’è un ostacolo sul percorso di Unicredit che lo stesso Castagna non ha mancato di far notare: la Russia, dalla quale Unicredit non vorrebbe uscire come chiesto da tempo dall’Europa. Secondo Castagna al momento la situazione di Banco Bpm nel mercato bancario italiano è tranquilla grazie al radicamento nei suoi territori (il Nord Italia) e alla mancanza di incognite grandi come quelle affrontate in questo momento da Unicredit.
Oggi, secondo Castagna, Banco Bpm è “al riparo dall’incertezza che caratterizza invece la presenza di Unicredit in Paesi come la Germania, alcune nazioni dell’Est Europa e soprattutto la Russia. Ritengo che i nostri azionisti abbiano il diritto di conoscere quali sono i possibili sviluppi, i rischi e i costi associati, sia in riferimento all’operazione Commerzbank sia all’eventuale dismissione delle attività in Russia, peraltro, secondo quanto si apprende da notizie di stampa, già richiesta dalle autorità europee”.
“Ricordiamo infine – aggiunge l’Ad – che la continuità di risultati che potremo mostrare grazie all’aggiornamento del Piano Industriale 2023/2026, resosi necessario avendo già raggiunto i risultati target al 2026 nel primo anno di piano, l’entrata a regime del contributo commissionale delle fabbriche prodotto, vita, danni e monetica, insieme con l’apporto che deriverà dall’operazione Anima, consolidano e rafforzano un track record di redditività fondato su scelte strategiche industriali, e non su esercizi finanziari”.
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