Dalla tecnologia un alleato per le persone con problemi alla vista. Ricorda un po’ una torcia il nuovo navigatore portatile che sfrutta il tatto per aiutare le persone con disabilità visiva a svolgere un compito di localizzazione proprio come chi non ha difficoltà di questo tipo.
I ricercatori dell‘Imperial College di Londra, in collaborazione con l’azienda MakeSense Technology e l’ente di beneficenza Bravo Victor, hanno sviluppato e testato un dispositivo che cambia forma ‘battezzato’ Shape. In pratica, è un navigatore che aiuta le persone con disabilità visiva a orientarsi tramite la percezione tattile. Il dispositivo si piega per indicare dove andare e si raddrizza quando l’utente è rivolto nella giusta direzione.
Attualmente le persone cieche utilizzano ausili come bastoni bianchi o cani guida. Sebbene i secondi siano spesso efficaci, richiedono una costosa formazione da parte di esperti e il loro mantenimento è impegnativo, anche dal punto di vista economico. I bastoni bianchi invece consentono di muoversi tramite un processo di eliminazione, indicandoalle persone dove non andare, anziché dove andare. Questo processo limita la capacità di spostarsi liberamente in ambienti complessi.
La ‘caccia al tesoro’
Il progetto è in uno stadio avanzato, dal momento che il device è stato testato in uno studio pubblicato su Nature ‘Scientific Reports’. I ricercatori hanno valutato quanto bene le persone con disabilità visiva fossero in grado di localizzare alcuni bersagli in uno spazio di realtà virtuale (VR) 3D utilizzando la tecnologia Shape e il feedback di vibrazione. Nel trial sono stati reclutati anche soggetti senza problemi di vista, impegnati a localizzare i bersagli nello spazio virtuale utilizzando solo gli occhi.
In particolare, nello studio sono stati confrontati i risultati di 10 partecipanti con disabilità visiva e altrettanti normovedenti, testando la loro capacità di individuare i bersagli il più rapidamente possibile in un ambiente chiuso controllato, misurando il tempo impiegato e l’efficienza nel raggiungere il risultato. Una sorta di ‘caccia al tesoro’ virtuale, guidata dal navigatore.
Risultati entusiasmanti
Come sottolinea Ad Spiers, ricercatore principale dello studio del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Imperial College, “la cosa entusiasmante è che siamo riusciti a dimostrare che Shape può aiutare le persone con disabilità visiva a svolgere un compito di navigazione proprio come le persone vedenti. È qualcosa che non avevamo mai visto prima con altri dispositivi di navigazione”.
“Shape è insolito, perché usa la nostra capacità di comprendere le informazioni attraverso il tatto in un modo che va oltre la vibrazione. Gli esseri umani hanno una capacità innata di sentire e interpretare le forme attraverso le mani, che richiede pochissima concentrazione. Sfruttare tutto questo ci consente di creare un dispositivo che è semplice da imparare a utilizzare e non è faticoso”.
La sperimentazione ha mostrato che non vi era alcuna differenza significativa nelle prestazioni tra i partecipanti con disabilità visiva che utilizzavano Shape e gli altri che si muovevano ‘a vista’. Non solo: i primi hanno individuato i bersagli in modo significativamente più rapido utilizzando Shape rispetto alla classica tecnologia di vibrazione.
Il futuro
Si spera ora che il dispositivo, ritenuto il più avanzato del suo genere, possa rappresentare il futuro della tecnologia di navigazione per chi presenta una disabilità visiva. “Gli impressionanti risultati di questo studio dimostrano l’enorme potenziale di questa tecnologia per apportare miglioramenti rivoluzionari nella mobilità per le persone cieche”, sottolinea Robert Quinn, Ceo di MakeSense Technology.
“Basandosi proprio sulla ricerca descritta in questo lavoro, MakeSense sta sviluppando un prodotto di orientamento per ciechi che sfrutta gli ultimi progressi nell’intelligenza artificiale spaziale e nella visione artificiale senza la necessità di una formazione. Puntiamo a rendere disponibile il nostro primo prodotto entro la fine del 2025“.
Gli sviluppi recenti della tecnologia si sono concentrati sull’uso di interfacce uditive, che forniscono segnali audio come “gira a sinistra al prossimo angolo”, o feedback di vibrazione. Le interfacce uditive però possono impedire alle persone di sentire importanti suoni che segnalano pericoli imminenti, mentre il feedback di vibrazione può portare a intorpidimento dopo periodi prolungati di utilizzo e gli studi hanno dimostrato che gli utenti possono irritarsi e distrarsi rapidamente. Tutto questo sarebbe superato dal navigatore portatile che cambia forma.
FOTO: Courtesy MakeSense Technology