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‘L’insegnamento di Sophia’: il viaggio di Fortunato Costantino fra narrativa, filosofia ed etica

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Velasco25 Articolo

L’insegnamento di Sophia offre una prospettiva inusuale della riflessione sul rapporto tra Umanità e Intelligenza Artificiale e, nel farlo, si colloca al confine tra narrativa, filosofia ed etica, accompagnando il lettore in un viaggio emotivo e intimistico alla scoperta di sé e della saggezza universale. Fortunato Costantino esplora con delicatezza e profondità, affidandoli all’interazione tra i tre protagonisti del racconto, temi come il senso dell’unicità dell’essere umano, la ricerca della verità e il valore del conflitto interiore, del dialogo e della relazione sociale come strumenti di crescita personale, in un’opera che affascina ed è apertamente ambiziosa.

Al centro del racconto troviamo Sophia, descritta come una super intelligenza artificiale, ma in realtà una figura che trascende la pura caratterizzazione narrativa per diventare il simbolo della saggezza universale. Del resto, la scelta del nome della protagonista non è casuale. Costantino decide di non delineare completamente Sophia – spesso lasciata anonima o ambigua – permettendo al lettore di proiettare sé stesso e le proprie esperienze nel racconto. In questo l’autore accetta i rischi del caso: se da un lato amplifica il potenziale di immedesimazione, dall’altro rinuncia all’empatia che nasce dal relazionarsi con personaggi più concreti e riconoscibili.

Il racconto è collocato in un futuro imprecisato, una scelta che consente una riflessione libera da vincoli temporali. Scrivere del futuro dell’Umanità in un mondo sempre più connotato in senso digitale e tecnologico è sempre una sfida: le proiezioni rischiano di risultare meno convincenti con il passare del tempo o di apparire astratte al lettore contemporaneo. Tuttavia, l’autore ne è consapevole e accetta la sfida.Nel caso di L’insegnamento di Sophia, il futuro rappresenta una cornice simbolica, che permette di astrarre il racconto dai limiti storici. Costantino adotta un approccio socratico, facendo del dialogo il mezzo principale attraverso cui il protagonista affronta le sue certezze e i suoi limiti.

Le conversazioni tra Sophia e gli altri due protagonisti del racconto, Hieronimo Baco e Francisca Ipazia, non sono mai semplici scambi, ma vere e proprie sfide intellettuali e morali. Qui risiede forse il valore del testo: l’invito a dubitare e riflettere. Non è tanto l’accuratezza letteraria del dialogo o la profondità del contenuto filosofico a emergere per primi, quanto la capacità di stimolare domande nel lettore. Uno degli aspetti più interessanti del libro è così proprio la ricchezza simbolica. Sophia non è solo un personaggio, ma un concetto vivente, una guida, rappresenta la saggezza eterna. I luoghi, gli eventi e persino i silenzi sono carichi di significati allegorici che amplificano il messaggio dell’opera.

Lo stile di Costantino è essenziale, quasi meditativo, con una prosa che privilegia la riflessione rispetto all’azione. Sebbene ciò possa rallentare il ritmo per i lettori abituati a trame più dinamiche, si rivela utile per il tono e lo scopo del racconto. Ogni parola è scelta con cura per stimolare la contemplazione e questo richiede al lettore un alto livello di attenzione.
Il finale lascia volutamente aperte molte questioni, invitando il lettore a proseguire il viaggio al di fuori delle pagine. L’approccio è coerente con il messaggio del libro e lo rafforza, trasformando l’opera in un’esperienza che continua a vivere nella mente del lettore più abile nella speculazione filosofica ed etica.

Fortunato Costantino affronta qui una prova d’autore. La sua formazione e la sua carriera si svolgono principalmente nei campi del diritto, della gestione delle risorse umane e della docenza universitaria su sostenibilità e innovazione sociale. Questa sua estraneità al mondo letterario tradizionale dona al libro una prospettiva unica, a metà strada tra l’analisi razionale tipica del suo impegno e l’apertura a riflessioni più universali. L’insegnamento di Sophia è un racconto che parla al cuore e alla mente, che richiede al lettore un approccio paziente e aperto in un percorso di auto-esplorazione.

Al di là delle ambizioni letterarie – che i critici valuteranno in senso tecnico – il valore dell’opera sta nell’invito a interrogarsi e a riflettere, trasformando l’incertezza del futuro del rapporto tra Umanità e Tecnologia Intelligente in un punto di partenza, piuttosto che in una debolezza. È insomma un testo per chi è disposto ad abbracciare il dubbio come parte essenziale del cammino verso la saggezza.

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