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Cioccolato: può diventare una questione politica, ecco come

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Velasco25 Articolo

“Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra”? Così cantava l’indimenticabile Giorgio Gaber, proponendo atteggiamenti e scelte che potevano associarsi, nel canto, a posizioni politiche. Oggi, forse, quelle distinzioni sono sempre più sfumate. Ma rimane una realtà che impatta anche su scelte apparentemente semplici e che mai si legherebbero alla condivisione, o al contrasto, di messaggi politici. Addirittura, se proprio volete saperlo, anche per il cioccolato.

Saremmo portati a prendere le distanze da prodotti completamente neutri se piacciono a persone che hanno idee politiche che non collimano con le nostre. Curiosità? Certo. Ma sicuramente fanno riflettere i risultati di quattro diverse analisi dell’Università svedese Linköping, apparsi su ‘Personality and Social Psychology Bulletin’.

Dall’analisi, che prende in esame quattro diversi aspetti di scelta, anche il cioccolato può diventare una sorta di “questione” politica. Alla faccia del piacere e del gusto. Con una tendenza a rafforzare il comportamento di rifiuto, o magari piena accettazione, quando la decisione viene presa di fronte a terzi. 

Insomma, in qualche modo la lontananza da chi esprime idee politiche diverse dalle nostre si può esplicare anche in questioni che nemmeno immaginiamo. Ovvero attraverso selezioni del tutto neutre, come appunto la scelta del cioccolato. “Da una prospettiva sociale, purtroppo può essere razionale prendere le distanze da cose neutre, ma questo contribuisce a una società più polarizzata”, segnala in una nota dell’ateneo uno degli autori dello studio, Arvid Erlandsson.

Tralasciando gli altri esperimenti sociali riportati nella ricerca, concentriamoci quindi sul solo cioccolato. Si sono studiati gli atteggiamenti delle persone nei confronti di questo prodotto, di per sé apolitico, prima e dopo che questo è stato associato a persone o gruppi con idee politiche diverse.

Oltre 800 partecipanti hanno prima assegnato punteggi a otto noti marchi di cioccolata e hanno dichiarato la loro posizione politica. Sono stati poi divisi in gruppi per un secondo round. Ad un gruppo è stato detto che un precedente studio pilota aveva mostrato che i loro avversari politici preferivano un particolare cioccolato. Nel secondo è stato invece detto quale tipo preferiva la propria parte. Quindi è stata condotta la seconda valutazione.

Risultato? Il cioccolato maggiormente gradito a chi aveva idee politiche contrarie è diventato subito meno attraente. Senza che peraltro le varietà che piacevano alla propria parte siano diventate maggiormente gradite. Finalino socio-psicologico? Siamo più portarti ad opporci che a confermare ciò che ci piace. Anche per il cioccolato. Che proprio di politico può avere poco. 

E allora, alla faccia delle scelte, visto che andiamo verso un periodo di festeggiamenti proviamo comunque a disegnare per tutti un futuro di cioccolato e piacere. Perché il cibo degli dei – questo significa in greco il termine teobroma, che si riferisce ad una sostanza contenuta nel cioccolato – può essere utile per mantenersi in salute.

Basti ricordare l’ormai storico studio dell’Università di Harvard su 7.841 persone di 65 anni seguite per cinque anni: chi mangia cioccolato tre volte al mese vive più a lungo – addirittura il rischio di mortalità appare inferiore del 36 per cento – rispetto a chi si astiene. Ovviamente, un vantaggio sarebbe presente anche per chi supera i dosaggi draconiani presi in considerazione dagli scienziati americani: solo che in questo caso l’effetto benefico sarebbe ridotto.

Probabilmente i benefici vengono dalla presenza di fenolo che riduce l’ossidazione dei grassi nel sangue e quindi può limitare il danno dei radicali liberi sulle pareti delle arterie. Peraltro anche la presenza di particolari composti chiamati flavonoidi – ce ne sono moltissimi anche in certi tipi di frutta come le arance – avrebbe un ruolo importante nella protezione di cuore e vasi sanguigni che pare correlarsi al consumo di cioccolato.

I flavonoidi del cacao, almeno a sentire gli studiosi, sarebbero infatti in grado di ridurre di qualche millimetro di mercurio la pressione. Ancora una volta, questi benefici sarebbero da considerarsi legati in particolare al consumo di cioccolato fondente, mentre tenderebbero a farsi ben più evanescenti quando invece si preferiscono il cioccolato bianco o al latte. Per questo si consiglia sempre di preferire prodotti di qualità e che abbiano un contenuto di cacao almeno il 75 per cento. In questo modo, oltre a percepire il piacere di un gusto che si sfarina lentamente in bocca, si possono offrire all’organismo anche più sostanze che possono aiutarci a star meglio. 

Superiamo le visioni politiche, quindi. E magari diventiamo veri e propri degustatori di cioccolato. Se anche la psiche inizialmente può soffrire se la scelta è accostata a protagonisti della vita politica che non apprezziamo, col tempo il piacere arriva a dominare. Il cacao per qualcuno potrebbe agire come antidepressivo naturale, perché favorisce l’attività della serotonina, una sostanza che favorisce il passaggio dei segnali nervosi. E farci comunque stare meglio. 

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