È tempo di cambiare passo nella lotta all’antimicrobico resistenza, e l’Italia ha tutte le intenzioni di fare la sua parte. All’evento conclusivo del G7 Salute a Bari “declineremo tutte quelle che sono le misure di prospettiva che il governo Meloni, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci, sta ponendo in essere con un’ottica risolutiva di carattere nazionale e internazionale”. Lo assicura il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che, parlando con Adnkronos Salute a margine della presentazione dell’evento conclusivo del G7 Salute – in programma il 28 e 29 novembre a Bari – sottolinea come la lotta all’antibiotico-resistenza viva “su due step, uno nazionale e uno internazionale”.
“Noi riteniamo che da Bari possono arrivare le soluzioni per ambedue i livelli”, assicura. Anche perché “c’è un forte investimento da parte del governo Meloni, 100 milioni di euro previsti in legge di Bilancio per la lotta all’antibiotico-resistenza”.
Nel meeting di Bari “vogliamo proseguire la discussione avviata ad Ancona lo scorso ottobre e andare oltre, condividendo proposte concrete per il contrasto alla resistenza agli antimicrobici, insieme a referenti politici e tecnici dei Paesi del G7, Giappone, Germania, UK, Usa, Francia, Canada, Unione Europea, più Arabia Saudita e Albania, alle organizzazioni internazionali, alla comunità scientifica, ai parlamentari italiani, alle istituzioni nazionali e locali, all’industria e a tutti i portatori di interesse”.
G7 Salute: 21 mln di dollari per nuovi antibiotici, la mossa dell’Italia
Mentre gli altri eventi satellite dei G7 sono stati preparatori alla riunione ministeriale, “questo di Bari viene proprio a chiudere il ciclo dei lavori dei tavoli internazionali per avviare la discussione con un passaggio di consegne per i successivi appuntamenti”, ha puntualizzato Gemmato. “A Bari però vogliamo anche mettere in risalto un risultato positivo che l’Italia può vantare nel contrasto alla resistenza agli antibiotici e di cui non si parla spesso, che riguarda il comparto della sanità animale e della sicurezza e igiene alimentare”. L’antimicrobico resistenza, infatti, è un tema che va affrontato in ottica One Health. Non a caso è al centro dei lavori dell’Intergruppo Parlamentare promosso dagli onorevoli Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli, che ha prodotto una serie di proposte operative, portate all’attenzione dei decisori politici.
Il 50% del consumo di antibiotici in Italia è nella filiera zootecnica, ha ricordato Gemmato, “e dobbiamo essere fieri che tale utilizzo, contrariamente al settore umano, è in sensibile riduzione (oltre il 46% rispetto al 2016) e questo grazie ad un rigoroso sistema di tracciatura dei medicinali reso possibile dalla ricetta elettronica veterinaria e all’applicazione di precise stewardship previste dal Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza, sul quale non a caso abbiamo destinato un finanziamento di 40 milioni di euro annui”, ha rivendicato il sottosegretario. “Grazie al sistema informativo Classyfarm siamo in grado di classificare gli allevamenti sulla base del rischio di sviluppo e diffusione di resistenza agli antibiotici, premiando gli allevatori virtuosi con un fondo annuale di 376 milioni nell’ambito della Politica Agricola Comune (Pac 2023-2027)”.
Un plauso ai veterinari
“È importante anche parlare delle buone pratiche e soprattutto ringraziare chi ne è fautore, ovvero i medici veterinari che svolgono un lavoro eccezionale di sorveglianza e prevenzione, nel nostro sistema sanitario nazionale pubblico come in quello produttivo. A tutto ciò vanno aggiunti gli obiettivi presenti e futuri già delineati nel G7 di Ancona, come l’ingresso per la prima volta dell’Italia a livello internazionale nel sistema strutturale di incentivi per favorire lo sviluppo di nuovi antibiotici attraverso i 21 milioni per il finanziamento della partnership globale no profit CarbX. In questo modo promuoviamo gli incentivi push per incoraggiare gli investitori privati ad allocare risorse nella fase di ricerca di nuovi antibatterici”, ha spiegato Gemmato, ricordando le misure in Legge di Bilancio 2025 che destinano “fino a 100 milioni di euro del fondo farmaci innovativi per lo sviluppo di agenti antinfettivi per infezioni da germi multiresistenti”.
Maglia nera in Europa insieme alla Grecia
Se sul fronte animale i dati sono buoni, il trend dei consumi degli antibiotici in Italia è in crescita e “continua a essere superiore alla media europea, sia nel settore umano che veterinario, con una grande variabilità tra le regioni e con un ritorno nel 2022 ai valori registrati durante il periodo pre-pandemico. Nelle mappe europee relative alla distribuzione dei batteri resistenti in Europa, l’Italia detiene, insieme alla Grecia, il primato per diffusione di germi resistenti”, si legge nel dossier di 12 pagine prodotto dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in occasione dellarecente Giornata europea per la lotta all’antibiotico-resistenza.
L’utilizzo degli antibiotici è aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno questi farmaci nel nostro Paese sono stati prescritti a quasi 4 persone su 10, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno nell’anno in esame, contro il 30,9% del Nord e il 39,9% del Centro.