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Alimenti: Nas nelle mense dei bimbi, che cosa hanno scoperto

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Velasco25 Articolo

Umidità, muffe, scarsa igiene, insetti e scarafaggi, ma anche alimenti in cattivo stato di conservazione, privi di tracciabilità, scaduti o con etichette irregolari e alterate: se l’alimentazione è importante, quella dei bambini lo è ancora di più.

Ecco allora che leggere nero su bianco come, ancora oggi, quasi una mensa scolastica su quattro in Italia presenti irregolarità preoccupa non poco.

A dircelo è il lavoro del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute: i Nas, d’intesa con il ministero della Salute, hanno avviato una campagna di controlli a livello nazionale proprio con l’obiettivo di verificare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa nel settore della ristorazione all’interno degli istituti scolastici.

Le sanzioni

L’operazione, che si rinnova negli anni, ha portato a mettere in luce 225 violazioni amministrative o penali, con sanzioni pecuniarie per 130 mila euro.

I controlli

Sono oltre 700 le mense scolastiche di istituti di ogni ordine e grado, pubblici e  privati, passati al setaccio dai Nas: dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori e universitari.

Come dicevamo, in circa 170 mense sono state riscontrate irregolarità come carenze igienico-strutturali, diffusa umidità, formazioni di muffe, presenza di insetti e di escrementi di roditori, raccontano i Carabinieri. Non pochi anche i problemi di tipo amministrativo, come la non rispondenza per qualità o quantità ai requisiti stabiliti dai capitolati d’appalto, la mancata tracciabilità degli alimenti nonché l’omessa presenza di eventuali allergeni, essenziale per prevenire possibili reazioni allergiche nei bambini.

I casi più gravi

Nel resoconto dei Nas spicca il caso di 5 gestori denunciati all’autorità giudiziaria, con il sequestro di punti cottura/dispense nonché di 350 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione, privi di tracciabilità, scaduti o con etichettatura irregolare per un valore approssimativo di 5mila euro. Alimenti che, senza questo tipo di controlli, sarebbe stati serviti a piccoli alunni.

A Caserta il titolare di una ditta incaricata del servizio di fornitura vitto per la refezione scolastica è stato denunciato per frode nelle pubbliche forniture: è stato appurato che nella sua azienda l’etichetta della ditta veniva applicata su vaschette di pasti prodotte da altre società.

A Pescara, presso un asilo nido, è stata disposta l’immediata sospensione di tutte le attività di manipolazione e somministrazione di alimenti per carenze igienico-sanitarie e strutturali dei locali, nonché mancata autorizzazione all’attivazione della mensa. I Carabinieri non entrano nei dettagli, ma nobn è difficile immaginare cosa abbiano trovato.

A Treviso, infine, presso un centro educativo per l’infanzia, sono stati accertati il mancato possesso di autorizzazione all’esercizio della refezione scolastica e l’omessa registrazione sanitaria. L’intera struttura, che curava l’alimentazione di bambini tra 2 e 6 anni, è stata posta sotto sequestro amministrativo. Tre casi, che però mostrano come il problema si manifesti in tutta la Penisola, evidenziando ancora una volta l’importanza dei controlli a tutela della salute dei più piccoli.

 

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