L’esercito israeliano ha dichiarato di aver scoperto migliaia di ore di filmati che mostrano agenti di Hamas torturare civili palestinesi detenuti a Gaza. Tra le vittime ci sarebbero omosessuali e adulteri, insieme ad oppositori politici e a chiunque fosse accusato di collaborare con Israele. “Ti torturavano fino a farti crollare e dire qualsiasi cosa volessero”, ha raccontato al Daily Mail Hamza Howidy, 27 anni, arrestato e torturato da Hamas prima di fuggire da Gaza.
Le atrocità sono infatti venute alla luce grazie ad un’inchiesta giornalistica del tabloid britannico, che ha diffuso un video in cui diversi prigionieri maschi con sacchi sopra la testa sono incatenati al pavimento e al soffitto, mentre “si contorcono in agonia e vengono picchiati con bastoni sulla pianta dei piedi”. Nel filmato si vedono brutali interrogatori di civili, sospettati di essere oppositori di Hamas: in alcuni frammenti gli agenti del gruppo che controlla Gaza interagiscono tra loro e compilano documenti, mentre un detenuto sta in equilibrio con una gamba incatenata al soffitto e un sacco che gli copre il viso.
Sembra che i video – spiega sempre il Daily Mail – siano stati ripresi inavvertitamente dalle telecamere a circuito chiuso tra il 2018 e il 2020, all’interno di una base militare di Hamas nel nord di Gaza, poi presa d’assalto dalle truppe israeliane all’inizio di quest’anno. I filmati, riporta il tabloid, sarebbero stati scoperti su alcuni computer sequestrati nel complesso abbandonato all’interno del campo profughi di Jabaliya.
Un ex ufficiale dell’intelligence israeliana, identificato solo come Guy C., ha affermato che il leader di Hamas Yahya Sinwar, ucciso dall’Idf il mese scorso, era “ossessionato dalla ricerca di collaboratori e ne deteneva migliaia contro la loro volontà”. Secondo l’ufficiale, tra le tecniche usate da Hamas c’è quella “di sciogliere la plastica sulla pelle e di porre i cavi elettrici sul corpo”. Alcuni prigionieri, ha aggiunto l’ex agente, venivano “folgorati sui tralicci dell’elettricità o trascinati con una catena da un veicolo, fino alla morte”.
