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Alberto Mantovani e il premio lombardo da 1 mln di euro

Mantovani
Adyen Articolo
Velasco25

Uno scienziato che il mondo ci invidia potrà continuare a fare ricerca in Lombardia.  L’immunologo milanese Alberto Mantovani, classe 1948, ha ricevuto al Teatro alla Scala il celebre Premio Internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ da 1 milione di euro.

A consegnarlo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi. Il riconoscimento dovrà essere utilizzato per il 70% per attività di studio e analisi da condurre nella regione.

La motivazione

Mantovani è stato premiato per “le sue scoperte fondamentali sul ruolo dell’immunità innata e dell’infiammazione nel cancro”.

La consegna è avvenuta al termine della VII edizione della ‘Giornata della Ricerca’, realizzata da Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi Ets, per premiare la miglior scoperta scientifica nelle scienze della vita. La scelta è stata fatta da una giuria di 14 top scientist di livello internazionale, presieduta da Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Milano.

Da sinistra: Attilio Fontana, Alberto Mantovani e Alessandro Fermi

Chi è Alberto Mantovani

Nato a Milano nel 1948, Mantovani ha studiato Medicina all’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in Oncologia a Pavia. Dopo diverse esperienze di ricerca all’estero, negli Usa e in UK, ha fatto ritorno in Italia lavorando all’Istituto di Ricerca Mario Negri, all’Università di Brescia e quindi a Humanitas University, dove ha insegnato Patologia Generale.

Già Commendatore della Repubblica per i suoi contributi scientifici (2006), nel 2018 ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro della città di Milano e nel 2021 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Fra i numerosi riconoscimenti, ha vinto il Robert Koch Award (2016), il Premio Europeo Oncologia 2016 (assegnato ogni tre anni), l’American Association for Cancer Research International Pezcoller Award (2019) e, più recentemente, il Cimt Lifetime Achievement Award e l’IAIS Lifetime Achievement. Scienziato da oltre 178 mila citazioni e un H-index di 190 (Scopus, ottobre 2024), ha contribuito all’immunologia applicata all’oncologia formulando nuovi paradigmi e identificando nuove molecole e funzioni.

È noto per l’identificazione di CCL2, una citochina in grado di attrarre i macrofagi nel tumore e la caratterizzazione di una molecola fondamentale dell’immunità innata, PTX3, con un ruolo rilevante nei processi infiammatori che favoriscono il tumore.

Conoscenza (e sogni) al servizio della salute

Alberto Mantovani, presidente Fondazione Humanitas per la Ricerca, ha sottolineato come il riconoscimento sia “il risultato del lavoro di squadra di tante persone e delle istituzioni che mi hanno sostenuto. Più che un traguardo, il premio è una sfida – ha detto – a fare sempre meglio e di più per spostare il confine della conoscenza al servizio della salute delle persone; a sostenere il lavoro e i sogni delle nuove generazioni di scienziati che scelgono di restare nel nostro Paese”.

Perchè “fare ricerca è come scalare una montagna”, ha aggiunto l’immunologo. “Le occasioni come questa ci ricordano che, nella cordata, anche cittadini, istituzioni e imprese hanno un ruolo fondamentale per il bene di tutti”.

Il valore della ricerca e dei giovani

Questo premio “dimostra come sia possibile un’inversione di tendenza rispetto alla ‘fuga di cervelli’ e, anzi, si pone come occasione per favorire il ‘ritorno’ dei cervelli in Italia. Il vincitore, l’immunologo lombardo Alberto Mantovani, si è laureato a Milano e si è specializzato in oncologia a Pavia. Ha poi lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti per rientrare successivamente in Italia dove ora ricopre il ruolo di Direttore Scientifico dell’Irccs Humanitas mantenendo comunque l’incarico di docente alla Queen Mary University di Londra”, ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

“Quest’anno abbiamo voluto fare riferimento all’’innovazione’, ma anche alle ‘radici’. Sono due parole, innovazione e radici, che in un primo momento potrebbero sembrare antitetiche, una ancorata al passato e una proiettata verso il futuro, ma in realtà niente può nascere e svilupparsi senza radici”, ha evidenziato Alessandro Fermi.

Dal canto suo Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi Ets e direttore Programma Senologia Ieo, si è detto “felice che il Premio Lombardia è Ricerca di quest’anno sia stato assegnato ad un italiano di altissimo livello quale il professor Alberto Mantovani, le cui scoperte si sono rivelate fondamentali per comprendere maggiormente l’origine dei tumori. Il sostegno alla ricerca è lo strumento migliore di cui disponiamo nella lotta al cancro ed è per questo motivo che da più di vent’anni Fondazione Veronesi è impegnata con tutte le proprie energie a sostenerla per dare speranza di guarigione ai pazienti di oggi e di domani”.

I giovani talenti

Al Teatro alla Scala di Milano sono stati premiati anche i giovanissimi vincitori del Premio Ricerca rivolto agli studenti, con la consueta partecipazione di Gerry Scotti, mattatore di questo momento molto atteso. I tre gruppi di studenti riceveranno dalla Regione Lombardia 15.000, 10.000 e 5.000 euro. Ulteriori 5.000 euro andranno ad ognuno degli istituti di provenienza dei vincitori, da destinare al miglioramento di materiali o strumenti che favoriscano le attività didattiche degli studenti.

Il liceo Ettore Majorana di Rho si è aggiudicato il primo posto, con un’idea che si propone di progettare e realizzare un dispositivo fisico controllato da un algoritmo avanzato, per la creazione di terapie probiotiche personalizzate e specifiche per ogni singolo paziente.

Al secondo posto l’Istituto aeronautico Locatelli di Bergamo, con un progetto che consiste nell’applicazione di una sottilissima lente di Fresnel ai pannelli fotovoltaici. Scopo del progetto è quello di massimizzarne il rendimento soprattutto durante il periodo dell’alba e del tramonto.

Al terzo posto l’Istituto Castelli di Brescia, che ha presentato una proposta originale: ‘Aria Connect’, un innovativo progetto di monitoraggio della qualità dell’aria da remoto. Al centro di questo progetto c’è uno zaino smart e green, che contiene una stazione mobile di rilevazione dei parametri della qualità dell’aria, alimentata tramite un piccolo pannello fotovoltaico.

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