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Valencia: l’alluvione e l’ombra lunga delle minacce per la salute

alluvione Valencia
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Velasco25 Articolo

Intrappolati nelle auto, con le strade trasformate in fiumi di fango. L’alluvione che ha messo in ginocchio Valencia, città della Spagna spesso meta dei giovanissimi italiani, è stata provocata dalla Dana (Depresion Aislada en Niveles Altos, ovvero depressione isolata di livello superiore), termine tecnico con cui i meteorologi definiscono il fenomeno che ha causato i nubifragi causando, secondo l’ultimo – parziale – bilancio, 96 morti (al 1 novembre siamo saliti a quasi 160 vittime, ndr).

Se la situazione non si è ancora normalizzata, con decine di dispersi e blackout che hanno isolato 115mila persone, chiusure stradali e la sospensione del servizio ferroviario ad alta velocità tra Madrid e la Comunità Valenciana e del corridoio mediterraneo verso Barcellona, le conseguenze di un’alluvione definita dalla stampa italiana un’apocalisse, rischiano di essere ancor più pesanti. E, soprattutto, prolungate nel tempo.

Questo perchè nelle acque alluvionali si nascondono ‘minacce a orologeria’ per la salute, come ricordano i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici). Ma come leggere quello che sta accadendo in Spagna?

Costa sta succedendo

Le recenti inondazioni che hanno colpito Valencia “sono un ulteriore tragico promemoria della potenza distruttiva del cambiamento climatico. Non si tratta più di eventi occasionali – dice a Fortune Italia Alessandro Miani, presidente Società Italiana di Medicina Ambientale Sima – ma di disastri che stanno diventando sempre più frequenti e intensi, colpendo persone, città, e interi ecosistemi. Le vittime e i danni devastanti riportati non sono altro che il sintomo di una crisi ambientale che non conosce confini”.

Cos’è la Dana

Forse avrete letto della Dana, il fenomeno che ha scatenato l’alluvione. Detta anche ‘goccia fredda’, la Dana – come riporta Adnkronos – è una corrente a getto polare che si è spostata verso sud a una temperatura di -22 gradi. Dopo una depressione, parte della corrente fredda è rimasta isolata in quota e lo scontro con una corrente da Est molto umida, unita alla temperatura del Mediterraneo (attualmente intorno ai 21 gradi), provoca l’instabilità atmosferica con temporali molto intensi e concentrati.

Acque contaminate

Uno degli effetti delle alluvioni è la contaminazione delle acque da parte di materiale proveniente dalla rete fognaria. Il rischio è di “focolai o epidemie di malattie trasmesse per via orofecale come il colera o il tifo”, ricordano i medici anti-bufale.

“Qualche anno fa, per esempio, l’Istituto Superiore di Sanità identificò un’epidemia di epatite A causata dal consumo di frutti di bosco surgelati e consumati crudi, provenienti da un terreno dell’Est Europa contaminato da acque di scarico in seguito a un’alluvione”.

Quando poi le acque tardano a ritirarsi, si possono sommare altre minacce infettive legate agli insetti, in particolare le zanzare, che possono portare virus come quello della Dengue. In campagna e in città, infine, nelle acque trasportate dalla furia di un evento estremo, possono facilmente trovarsi anche sostanze chimiche tossiche, come la benzina o l’olio delle auto travolte, metalli pesanti, piombo, arsenico, vernici, pesticidi, diserbanti, detergenti.

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Veicoli sommersi dalle acque a Valencia. EPA/ANDREU ESTEBAN

L’ombra lunga

Attenzione: se il bilancio dei danni e dei morti a Valencia è ancora in corso, “uno studio uscito ai primi di ottobre 2024 su Nature ha dimostrato che le vittime di un uragano o di una tempesta tropicale non sono solo quelle decedute per annegamento o in seguito ai traumi del momento – ricordano i medici anti-bufale – Dopo aver studiato tutti gli eventi registrati negli Stati Uniti dal 1930 al 2015, i ricercatori dell’Università di Stanford hanno dimostrato che, nei 15 anni successivi a ognuno dei 500 cicloni tropicali che hanno colpito la Costa Atlantica o del Golfo in quel periodo, si potevano contare nella zona colpita dai 7.000 agli 11.000 morti in più che se l’evento non fosse accaduto”. 

L’urgenza di agire insieme

“Di fronte a questa realtà, l’urgenza di agire è innegabile – sottolinea Miani – Gli eventi estremi stanno dimostrando che il tempo per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici è ora: misure locali, seppur importanti, non sono più sufficienti. Serve un’azione collettiva a livello globale che includa strategie concrete per ridurre le emissioni di gas serra e rafforzare le infrastrutture, specialmente nelle aree vulnerabili. Solo tramite una collaborazione internazionale e una maggiore sensibilità verso la sostenibilità potremo sperare di contenere l’impatto di questi eventi catastrofici, proteggendo sia le generazioni presenti che quelle future”, chiosa l’esperto.

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