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Cataratta congenita: intervento da record salva neonato dalla cecità

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Adyen Articolo
Velasco25

Diagnosi precoce, specialisti d’eccellenza e tecnologia 3D. Sono questi gli ‘ingredienti’ dell’intervento da record che ha salvato a Torino un neonato con cataratta congenita dalla cecità. Stando agli specialisti delle Molinette della Città della Salute, si tratta infatti del primo intervento al mondo di chirurgia in entrambi gli occhi, sulla parte anteriore e posteriore, su un bimbo di 40 giorni, eseguito utilizzando una tecnologia 3D.

Un risultato che “rappresenta un esempio significativo dei progressi della chirurgia oculistica e di come l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche alla Città della Salute di Torino permettano di affrontare i casi più complessi, fino a poco tempo fa ritenuti non trattabili”, ha commentato Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino.

La cataratta congenita

Nel bimbo la cataratta congenita era associata a una rarissima e grave patologia della parte posteriore dell’occhio, causata da un incompleto sviluppo anatomico dell’organo. A fare la differenza è stato il fatto che, nei primissimi giorni di vita, l’équipe della dottoressa Caterina Carbonara della Neonatologia ospedaliera dell’ospedale Sant’Anna abbia rilevato la presenza di un anomalo riflesso bianco (leucocoria) in corrispondenza della pupilla dei bimbo. Questo ha messo in allarme i medici, portando alla diagnosi.

La ‘finestra’ per agire

In pratica, spiegano i sanitari, senza la diagnosi precoce e l’intervento, il bambino sarebbe inevitabilmente andato incontro a cecità. Per essere operato, però, il piccolo doveva crescere ancora un po’. Ma non si dovevano superare le 6-7 settimane, perchè dopo questo ‘periodo finestra’ l’opacità avrebbe comunque compromesso la vista del bambino. Insomma i tempi erano stretti.

L’intervento con visualizzazione 3D

I medici hanno così deciso di operare. Il team di Michele Reibaldi, direttore di Oculistica universitaria delle Molinette, con l’aiuto di Matteo Scaramuzzi, ha eseguito quella che i medici definiscono una vitrectomia bilaterale associata alla chirurgia per la cataratta congenita, mediante un sistema di visualizzazione 3D.

Un momento dell’intervento. Courtesy: Molinette Torino

Questo sistema permette al chirurgo una percezione della profondità molto più accurata rispetto ai tradizionali microscopi, un aspetto fondamentale in un occhio di dimensioni così piccole come quelle di un neonato. Obiettivo, aumentare la precisione e ridurre il rischio di complicanze.

Dopo l’operazione, che è riuscita, il piccolo paziente sarà sottoposto a un rigoroso monitoraggio postoperatorio per valutare la risposta dell’occhio alla chirurgia e garantire al bimbo il miglior recupero visivo possibile, concludono dalle Molinette.

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