E alla fine è accaduto. Nella notte, Israele ha lanciato un attacco aereo sul territorio iraniano, colpendo alcuni obiettivi militari anche vicino alla capitale, Teheran. L’esercito iraniano ha dichiarato che due soldati sono stati uccisi . Una rappresaglia a dir poco “pilotata”, dopo che due settimane fa dall’Iran sono partiti ben 180 missili balistici contro il territorio dello Stato ebraico dopo l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
Teheran ha rivelato che le difese aeree hanno neutralizzato con successo l’aggressione e che si sono registrati danni limitati in alcune aree alla periferia di Teheran, nella provincia sud-occidentale di Kuzestan e in quella di Ilam. Diversi sono i video e le immagini rimbalzate sui social media iraniani; eppure un’apparente normalità sembra essere tornata a scorrere nel Paese, almeno a quanto si apprende da fonti locali. Alcune immagini della televisione nazionale iraniana fotografano un ritorno alla normalità già alle prime ore del mattino. Forse non sarà che il peso e l’angoscia di una rappresaglia che tardava ad arrivare è stato scacciato, almeno per il momento?
Gli Stati Uniti hanno pressato Israele affinché non fossero colpite le installazioni nucleari iraniane per evitare un rischio escalation che avrebbe trascinato i due Paesi in un conflitto regionale su larga scala. Così è stato fatto, l’obiettivo è stato raggiunto. A quanto si apprende, la Casa Bianca è stata informata prima dell’attacco e secondo un funzionario del dipartimento di Stato sentito dal Financial Times “la rappresaglia israeliana di stanotte dovrebbe porre fine al confronto diretto tra Teheran e Tel Aviv. Se Teheran dovesse rispondere, Washington non potrà far altro che supportare Israele”. Sembra un avvertimento diretto ai vertici militari iraniani, ben consapevoli di quanto un confronto diretto con gli Stati Uniti non sarebbe una scelta percorribile.
Da parte iraniana, dunque, non parrebbe esserci l’intenzione di una risposta immediata. Il confronto di certo non finisce così, per adesso però il rischio escalation tra i due Paesi sembra allontanarsi. Quale sarà la prossima mossa?