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Vendée Globe: una delle sfide più impegnative e affascinanti del mondo della vela

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Velasco25 Articolo

Il Vendée Globe è considerato una delle sfide più impegnative e affascinanti del mondo della vela. Navigare in solitaria per oltre 80 giorni, affrontando le condizioni più estreme e attraversando alcuni dei mari più pericolosi del pianeta, è un’impresa che richiede preparazione, resistenza fisica e mentale, ma anche una grande dose di passione e determinazione. Giancarlo Pedote, noto velista italiano, affronterà questa sfida per la seconda volta, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento e una profonda connessione con il mare.

Giancarlo, stai per affrontare la tua seconda Vendée Globe, una delle competizioni più estreme nel mondo della vela. Cosa significa per te partecipare di nuovo a questa sfida e come ti senti a poche settimane dalla partenza?
Il Vendée Globe è una regata pazzesca, un’avventura davvero incredibile, perché se pensiamo di fare un giro del mondo in autonomia, gestendo energia e cibo da soli, affrontando latitudini estremamente complesse dal punto di vista meteorologico, ci rendiamo conto che è davvero un’impresa eccezionale. Chiaramente, affrontarla per la seconda volta significa volerci tornare, perché la prima volta si immagina cosa sia, ma non lo si può sapere fino a quando non la si conclude. Tutto si svolge in modo diverso da come lo si era immaginato. Per quanto mi riguarda, il desiderio di tornare è dettato dal fatto che è un’esperienza umana e sportiva meravigliosa. Sei sempre obbligato a motivarti e a trovare risorse dentro di te, a differenza di altri sport, dove una partita può finire bene o male, ma la sera sei sempre a casa e puoi farti una doccia e riflettere con calma. Qui, invece, no. La terraferma è molto lontana, e quindi devi trovare soluzioni rapidamente, perché prima o poi devi arrivarci, con una barca performante o no. Questa esperienza ti porta a riscoprire risorse dentro di te che, in altre circostanze, non sarebbe possibile scoprire. Perciò credo che sia un’avventura umana e sportiva incredibile, e sono molto felice di poterla ripetere una seconda volta.

Quali sono le lezioni principali che hai imparato durante la tua partecipazione alla Vendée Globe 2020?
Il percorso di avvicinamento è stato praticamente identico a quello di quattro anni fa, se non per il fatto che, in questo ciclo, ho più esperienza. Come nel ciclo precedente, anche in questo ci sono state una serie di regate qualificative che dovevamo completare per essere tra i 40 selezionati del Vendée Globe. Così, come nell’edizione del 2020, abbiamo partecipato a tutte queste regate, iniziando subito dal 2021, appena terminato il Vendée Globe, per qualificarci. In termini di allenamento, si è molto più concentrati nel comprendere gli obiettivi e le priorità di ogni navigazione. L’esperienza del primo Vendée Globe ti mostra tutta una serie di problematiche che si presentano durante un giro del mondo, che chiaramente non si incontrano in altre traversate oceaniche, come quelle che avevo fatto prima di intraprendere il mio primo Vendée Globe. Quindi, tutte le situazioni un po’ inaspettate che ho incontrato durante il giro del mondo, dall’alimentazione al sonno, alla manutenzione tecnica della barca e alle strategie, vengono riaffrontate e riconsiderate alla luce di quell’esperienza. In questo caso, quindi, il focus è più mirato e ottimizzato a migliorare il progetto nel suo complesso.

Come si è evoluto il tuo approccio alla preparazione fisica e mentale per questa nuova edizione rispetto alla precedente?
La mia avventura precedente mi ha lasciato una grande conoscenza di me stesso e mi ha riempito gli occhi di immagini incredibili, come gli albatros che volano intorno alla barca o l’aria gelida che viene dal Polo Sud quando si naviga nelle latitudini dei “Quaranta ruggenti” e dei “Cinquanta urlanti”. Mi ha lasciato una serie di stati d’animo e immagini che oggi mi fanno definire una persona ricca in termini di esperienze. Ho avuto la fortuna di compiere un giro intorno al mondo in barca e di vivere i suoi scenari incredibili.

Qual è la sfida più grande che pensi di dover affrontare nella Vendée Globe 2024 e come ti stai preparando per superarla?
Il precedente giro del mondo mi ha insegnato l’importanza di concentrarmi sul presente immediato. Quando si presentano più problemi, si parte dall’urgenza, come in un primo soccorso, per poi risolvere in base alla gravità. A volte, in presenza di più problemi, bisogna separare le cose e dire: “Questo è il numero 1, questo è il numero 2, questo è il numero 3”. Non bisogna mai vedere la montagna come irraggiungibile, perché alla fine si scala un passo dopo l’altro. La concentrazione costante su ogni singolo passo è fondamentale, così come separare le problematiche e le priorità, e soprattutto non demordere mai, non arrendersi.

Dopo oltre 80 giorni di solitudine, fatica e sfide implacabili, il rientro alla vita quotidiana può sembrare quasi surreale. Pedote riflette sul contrasto tra la semplicità della vita in mare e l’eccessiva sicurezza e abbondanza della vita moderna. “È un ritorno all’essenziale, dove ogni gesto conta e le piccole conquiste quotidiane, come un’ora di sonno, diventano fonte di felicità”, afferma. La sua avventura, però, non si conclude con l’arrivo a terra. Con i suoi libri, ha scelto di condividere non solo le emozioni della regata, ma anche un messaggio di consapevolezza ambientale. “Proteggiamo l’oceano“, il suo contributo ai giovani, riflette la volontà di trasmettere valori di rispetto per il pianeta e di responsabilità verso il futuro. In conclusione, il Vendée Globe non è solo una regata, ma un viaggio interiore che lascia segni profondi, trasformando chi ha il coraggio di affrontarlo.

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