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AI bocciata: le sue storie non piacciono (anche se l’autore non è tech)

AI ChatGPT
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Velasco25 Articolo

Quanti di voi sono caduti nella tentazione di farsi scrivere un testo dall’AI? Ebbene, questa nuova ricerca arriva come un monito: le storie scritte dall’intelligenza artificiale non sono destinate ad avere successo. E questo accade anche se, in realtà, l’autore è umano.

Insomma, le persone diffidano dell’AI quando si tratta di parole. “Alla gente non piace pensare che una storia sia stata scritta dall’intelligenza artificiale, che sia vero oppure no”, dice Haoran “Chris” Chu, professore di relazioni pubbliche presso l’Università della Florida e coautore dello studio pubblicato sul ‘Journal of Communication’. Con il suo lavoro lo scienziato ha scoperto che “l’AI è brava a scrivere qualcosa di coerente e logico. Ma è ancora debole sul fronte delle storie coinvolgenti”.

L’impatto sulla salute

Mi direte: e questo cosa c’entra con la salute? Le storie dell’AI potrebbero aiutare gli operatori sanitari a sviluppare narrazioni avvincenti per sensibilizzare sull’importanza di un corretto stile di vita, di scelte salutari, o dell’utilità delle vaccinazioni, ha affermato lo stesso Chu, esperto di sanità pubblica e comunicazione scientifica.

Insieme a Sixiao Liu dell’Università della Florida Centrale, lo studioso ha sottoposto a un gruppo di persone due diverse versioni delle stesse storie. Una era stata scritta da un autore in carne e ossa, l’altra da ChatGPT. I partecipanti al sondaggio hanno quindi valutato il loro coinvolgimento rispetto alle narrazioni.

I risultati

Per testare in che modo le convinzioni sull’AI influenzavassero il giudizio, Chu e Liu hanno cambiato le ‘etichette’ delle storie, scambiando gli autori (reale e tech). In questo modo è stato rilevato il pregiudizio rispetto all’algoritmo.

Scrittore batte computer

Non solo. I ricercatori si sono concentrati su due elementi chiave delle narrazioni: la controargomentazione, ovvero l’esperienza di smontare una storia, e il trasporto.

“Il trasporto è un’esperienza molto familiare”, ha detto Chu. “È la sensazione di essere così assorti nella narrazione che non senti più” ciò che ti cirrconda. “Poiché le persone sono così coinvolte, spesso abbassano le loro difese rispetto al contenuto persuasivo della narrazione e riducono le controargomentazioni”.

Ebbene, se generalmente le storie dell’AI sono state giudicate persuasive quanto quelle di autori umani, non erano però altrettanto coinvolgenti. “L’intelligenza artificiale non è all’altezza di un bravo scrittore. Questa è probabilmente una buona notizia per persone come gli sceneggiatori di Hollywood, almeno per ora”, ha chiosato Chu.

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