Nuovo taglio dei tassi per la Bce. Il Consiglio direttivo di Francoforte ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della banca. Così, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65% dal 23 ottobre 2024.
Un processo deflazionistico ben avviato
In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi, attraverso il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce “dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega la banca centrale da Christine Lagarde. “Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive”.
I dati sull’inflazione guidano quindi una decisione ampiamente attesa dai mercati, che già puntano su un ritmo più sostenuto per i prossimi tagli in modo da dare respiro all’economia europea. A partire della Germania: il motore d’Europa è da tempo particolarmente rallentato.
Gli indizi di un taglio erano tantissimi a partire dalle dichiarazioni di Christine Lagarde, ma anche di François Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese.
L’approccio della Bce rimane sempre lo stesso: si decide di riunione in riunione, in base ai dati economici.
Ma il prossimo taglio secondo i mercati dovrebbe avvenire nella riunione di dicembre, ancora una volta di 25 punti base. Addirittura alcuni analisti si aspettano “tagli consecutivi di 25 punti base nelle prossime tre riunioni consecutive della BCE, portando i tassi a fine primo trimestre 2025 al 2,50% (tasso sui depositi)”, spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Alcuni parlano di un calo anche oltre i 25 punti base.
“Taglio in linea con le stime e che di fatto conferma un ciclo di taglio dei tassi da parte della Bce”, secondo David Pascucci, analista dei mercati di XTB. “Il calo recente dell’inflazione è specchio di un’economia in rallentamento ma allo stesso tempo questo dato dovrà essere monitorato al fine di aggiustare l’entità dei prossimi tagli che, con molta probabilità, proseguiranno. I prossimi dati sull’inflazione saranno assolutamente determinanti in quanto ulteriori cali potrebbero portare la Bce ad operare tagli di aggressivi oltre il quarto di punto, pertanto l’attenzione è massima e probabilmente si andrà a monitorare anche l’andamento del tasso di disoccupazione, altro dato macro di assoluta importanza e che al momento mostra dei numeri insolitamente molto positivi per lo scenario attuale”.
Le aspettative sull’inflazione
Secondo la Bce ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione.
Il Consiglio direttivo di Francoforte è “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Paa e Pepp
Per quanto riguarda il Programma di acquisto di attività (PAA) e il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), la Bce spiega che il portagoglio del Paa si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, “dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza”.
Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024.
Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.