Un numero impressionante di britannici non può lavorare per motivi di salute o lavora meno rispetto ai coetanei in Europa e in America. L’aumento della disoccupazione tra i giovani, unito al calo della produttività, promette di essere una delle maggiori sfide per il Paese.
Un nuovo rapporto pubblicato dall’Institute for Fiscal Studies (IFS) e da Citi evidenzia che la crescita della produttività nel Regno Unito si è stabilizzata dopo la crisi finanziaria globale ed è ora a livelli che non si vedevano dagli anni ’50 del XIX secolo. Questo dato pone il Paese molto indietro rispetto alle controparti europee e americane, che sono progredite più velocemente nonostante le battute d’arresto legate a Covid-19.
“Il recente calo della produzione potenziale per lavoratore nel Regno Unito non ha precedenti dalla fine del XIX secolo”, si legge nel rapporto. “La performance economica del Regno Unito negli ultimi due decenni è difficile da descrivere come qualcosa di diverso da un fallimento politico”. Il rapporto aggiunge che negli ultimi 10 anni la percentuale di “imprese a forte crescita” è scesa dal 6% al 4% del totale.
Anche l’attività economica influisce sulla crescita complessiva. L’IFS prevede che il PIL del Regno Unito sia inferiore del 6,1% rispetto alla sua traiettoria prima della pandemia, in ritardo rispetto alla zona euro. Negli anni ’90 e nei primi anni 2000, la crescita della produttività del Regno Unito è stata pari a quella degli altri Paesi. Ma dopo la crisi finanziaria globale, nulla è stato più come prima; anzi, le cose potrebbero essere peggiorate da shock come la pandemia e la guerra in Ucraina.
La crisi della produttività si verifica proprio mentre aumenta la disoccupazione tra i giovani britannici. I “lavoratori mancanti” di età compresa tra i 16 e i 24 anni sono aumentati a causa del peggioramento delle condizioni di salute dei giovani e di un mercato del lavoro difficile.
Gli effetti economici di queste tendenze sono importanti da monitorare per il nuovo governo laburista. La performance della Gran Bretagna si è indebolita sotto tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda la capacità di attrarre investimenti esteri sia per l’aumento della spesa pubblica per migliorare le competenze dei lavoratori. Un’economia più debole, in ultima analisi, danneggia la capacità di resistere ai grandi shock futuri.
Il Cancelliere Rachel Reeves ha dichiarato a luglio che il Paese ereditato dal nuovo governo è il peggiore dalla Seconda guerra mondiale. Il suo partito attribuisce il fallimento della produttività alla mancanza di investimenti sufficienti nelle imprese, che ha portato le famiglie britanniche a essere più povere di quelle tedesche o francesi.
Gli esperti suggeriscono che per affrontare il problema della produttività non esiste una soluzione unica. Ci vorranno anni di sforzi e investimenti nelle competenze e nella formazione, migliorando al contempo le opportunità di lavoro e l’accesso all’assistenza sanitaria per la prossima generazione di lavoratori.
Anche l’andamento dei tassi di interesse della Banca d’Inghilterra contribuirà a determinare le prospettive dell’economia. Il partito laburista ha promesso di concentrarsi su una “crescita sostenibile”. Con l’annuncio del bilancio previsto per il 30 ottobre, dovrà definire misure specifiche che affrontino la produttività e la mancanza di lavoro per rilanciare la crescita economica.
L’articolo originale è disponibile su Fortune.com