Ci sono un’azienda italiana e una con animo fortemente italiano tra le imprese del nucleare supportate dall’Alleanza industriale europea per i reattori modulari di piccola taglia (European Industrial SMR Alliance). La prima azienda è la genovese Ansaldo, come Fortune Italia è in grado di confermare. L’altra è la startup newcleo, che ha già comunicato la selezione. In seguito, anche Ansaldo ha confermato la selezione.
La startup guidata da Stefano Buono (nella foto in evidenza insieme al team) fonda la sua proposta sui dei piccoli reattori raffreddati al piombo e anche in Italia (nonostante il quartier generale sia recentemente stato spostato dal Regno Unito alla Francia) ha numeri e prospettive importanti: qui ci sono 400 dipendenti su 800, il 90% dei capitali raccolti e sono in programma investimenti per più di 130 mln, senza dimenticare naturalmente che tutti e tre i fondatori, compreso il Ceo, sono italiani. Newcleo ha reso nota la selezione una volta ricevuta comunicazione dall’alleanza dopo un processo lungo mesi, con una competizione accesa tra progetti diversi e tanti governi da convincere, parte integrante del corpo di stakeholder dell’alleanza.
Nel caso di Ansaldo è stato il progetto ALFRED/EU-SMR-LFR a entrare tra le proposte di reattore veloce raffreddato a piombo selezionate dalla Commissione Europea. A presentare il progetto, lo scorso giugno, era stato il consorzio FALCON, guidato da Ansaldo Nucleare in collaborazione con ENEA, l’Istituto romeno per le ricerche nucleari-RATEN e con la partecipazione dell’ente di ricerca belga SCK-CEN.
Il resto dell’alleanza nucleare per gli Smr
Secondo quanto riportato dal giornalista Nicolas Camut di Politico, oltre a newcleo e Ansaldo sarebbero state selezionate anche Nuward, Thorizon, City heat, Last energy, Rolls-Royce, OSGE e Repower.
L’accordo Ansaldo-newcleo
Secondo quanto riportato da Bloomber, Ansaldo e newcleo hanno anche firmato un memorandum d’intesa sullo sviluppo tecnologico che diventa ancora più prezioso nell’ottica della selezione di entrambe nell’alleanza europea.
A cosa serve l’alleanza sul nucleare
Il sostegno dell’alleanza non si tramuta in un supporto finanziario: si tratta invece di un supporto alle progettualità. Ora ogni gruppo di lavoro dell’alleanza – ognuno su un argomento diverso – potrà focalizzarsi sui progetti scelti. L’altro beneficio per le aziende selezionate, naturalmente, è il ‘bollino’ non ufficiale di ingresso nell’eccellenza industriale del settore.
L’Alleanza Industriale Europea per i Reattori Modulari di Piccola Taglia (SMR) è stata creata per accelerare in Europa sulle tecnologie alla base degli small modular reactor, che nelle intenzioni faciliterebbero l’utilizzo del nucleare nel continente.
L’obiettivo, condiviso anche tra i principali attori industriali, è arrivarci entro l’inizio degli anni 2030, decarbonizzando che settori ‘hard to abate’ come quello chimico e metallurgico. Focalizzata sulla collaborazione tra stakeholder, l’alleanza vuole rafforzare la catena di approvvigionamento nucleare, supportare progetti specifici di reattori (un punto che potrebbe essere particolarmente rilevante per le aziende selezionate) e identificare opportunità di investimento, comprese quelle provenienti da istituzioni finanziarie dell’UE, come la Banca Europea per gli Investimenti.
Cosa farà newcleo
newcleo esplorerà anche “opportunità di collaborazione con altre tecnologie selezionate dall’Alleanza per unire risorse e competenze al fine di accelerare lo sviluppo e l’implementazione della tecnologia LFR, rafforzando il suo potenziale come pilastro per un’energia pulita, sicura e sostenibile in Europa e a livello internazionale”, fa sapere la startup.
“Come tecnologia supportata, il gruppo di lavoro di newcleo collaborerà strettamente con i vari gruppi tecnici dell’Alleanza, che trattano competenze, combustibili, ricerca e sviluppo, catena di approvvigionamento e finanziamenti”, spiegano dalla startup che oltre al sistema di raffreddamento a piombo ha progettato anche un sistema di riciclo del combustibile nucleare esausto dei reattori convenzionali, fornendo una soluzione “sostenibile”, ha sempre sostenuto newcleo, al problema dei rifiuti nucleari che per l’Italia è particolarmente grave, considerato che la stima del ministero dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sulla scelta di un Deposito nazionale per le scorie nucleari si è spostata al 2039.
“Non vediamo l’ora di collaborare con il nuovo Commissario Europeo e altri stakeholder industriali, membri dell’Alleanza Industriale Europea degli SMR, per promuovere un ambiente favorevole alla crescita delle nuove tecnologie nucleari”, ha detto Stefano Buono, CEO di newcleo. “Anche se l’uso del piombo non è una novità, il nostro progetto ne massimizzerà il potenziale per semplificare il design e rendere il sistema più conveniente, migliorando allo stesso tempo la sua sicurezza passiva. La capacità del piombo di supportare temperature più elevate apre la possibilità di creare calore ad alta temperatura, essenziale per molti processi industriali, con maggiore affidabilità e sostenibilità”.
Cosa farà Ansaldo
Il progetto ALFRED di Ansaldo prevede lo sviluppo di un reattore nucleare avanzato di quarta generazione, modulare e di dimensioni più contenute rispetto alle generazioni attualmente in esercizio, a neutroni veloci e raffreddato a piombo, il cui primo esemplare potrebbe essere messo in esercizio a partire dal 2040. Il percorso di sviluppo, oggetto del riconoscimento della Commissione Europea, prevede la realizzazione di due prototipi dimostrativi (LEANDREA e FALCON) destinati a validare le scelte tecnologiche, che saranno realizzati rispettivamente in Belgio e in Romania.
“La scelta della European Industrial Alliance on Small Modular Reactors costituisce un riconoscimento importante che conferma le competenze di Ansaldo Nucleare e dei suoi partner – commenta Daniela Gentile, Amministratrice Delegata di Ansaldo Nucleare – Questo risultato premia gli sforzi di sviluppo tecnologico che la nostra azienda, all’avanguardia in questa tecnologia, ha portato avanti e rafforzato negli anni, gettando le basi per un futuro sostegno economico dell’Unione Europea al nostro progetto”.
I reattori veloci raffreddati a piombo, che rientrano nella cosiddetta IV generazione, promettono importanti vantaggi rispetto alle tecnologie esistenti, con un rendimento del combustibile significativamente maggiore, alte temperature di esercizio che consentiranno di fornire energia termica oltre che elettrica, e sistemi di sicurezza passivi capaci di intervenire senza l’intervento umano. Questa tecnologia permetterà inoltre di chiudere il ciclo del combustibile, riutilizzando il combustibile esausto delle centrali di generazione precedente e minimizzando la quantità di rifiuti.