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Arriva in Italia il nuovo farmaco contro obesità e diabete: come funziona

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Adyen Articolo
Velasco25

Arriva anche in Italia il farmaco innovativo contro diabete e obesità sviluppato da Lilly: si chiama tirzepatide e appartiene a una nuova classe terapeutica che attiva ben due recettori ormonali del GIP e GLP-1. Una novità interessante per i pazienti con diabete di tipo 2 e con obesità, considerati i risultati ottenuti negli studi in termini di perdita di peso e controllo della glicemia. Vediamo meglio allora in cosa consiste questa novità e dove trovare questo medicinale.

Dove acquistarlo

Il farmaco, fanno sapere da Lilly, è attualmente disponibile in classe C non negoziata. Si acquista su prescrizione medica in farmacia ed è indicato per il trattamento dell’obesità, del sovrappeso in presenza di almeno una comorbidità, e del diabete tipo 2. Ma l’azienda fa sapere di essere impegnata per rendere disponibile tirzepatide ai pazienti italiani a carico del Ssn.

Numeri in Italia

Come sottolinea Rocco Barazzoni, presidente della Sio, Società Italiana di Obesità, “oggi stiamo finalmente entrando in una nuova fase nel trattamento dell’obesità, con un nuovo paradigma farmacologico che ci permetterà non solo di fornire risposte a bisogni assistenziali finora largamente insoddisfatti, restituendo tempo e qualità di vita ai pazienti, ma anche di prevenire nel luogo termine le numerose patologie associate e di ridurne l’impatto oggi drammatico”.

Se gli italiani con diabete tipo 2 sono circa circa 4 milioni, più di 25 milioni di connazionali sono in sovrappeso e, tra questi, 6 milioni (12% della popolazione) soffrono di obesità. Eppure, l’11,1% delle persone con obesità e il 54% di quelle in sovrappeso si ritiene normopeso, non riconoscendo la propria condizione problematica o patologica. Per avere un’idea dei costi, l’impatto economico globale dell’obesità è stato di 1,96 mila miliardi di dollari nel 2020.

La sfida: evitare l’effetto yo-yo

È stato ribattezzato effetto yo-yo: le persone con obesità non solo fanno fatica a perdere peso, ma soprattutto a mantenerlo nel tempo. Così oscillano di taglia in taglia. Il fatto è che l’obesità è una patologia cronica sfidante e l’eccesso di peso è influenzato da diversi fattori: biologici, genetici e ambientali. Le modifiche dello stile di vita non sempre sono sufficienti e raramente consentono una perdita di peso duratura, tale da migliorare la salute a lungo termine. Ciò è dovuto in parte al fatto che, quando una persona riduce l’introito calorico per perdere peso, il corpo può aumentare la produzione degli ormoni che regolano la fame e il desiderio di cibo. Un serpente che si morde la coda.

Come agisce il nuovo farmaco

Legando entrambi i recettori, tirzepatide aumenta la secrezione d’insulina a livello pancreatico, la sensibilità insulinica e riduce l’assunzione di cibo. Ma ciò che differenzia tirzepatide da altri prodotti è l’agonismo recettoriale del GIP, che agisce su meccanismi correlati al peso: ha azioni benefiche a livello del tessuto adiposo, riduce l’introito calorico ed il senso di nausea.

In particolare, nello studio clinico di fase 3 Surmount-1 il farmaco, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico, ha dimostrato con il primo dosaggio di mantenimento di 5 mg (raggiunto dopo 4 settimane di trattamento) una riduzione del peso del 16% alla 72° settimana. Inoltre, con la dose di mantenimento massima di 15 mg, la perdita di peso è risultata  del 22,5%. Quanto al diabete tipo 2, i cinque studi registrativi globali del programma Surpass hanno dimostrato una riduzione dell’emoglobina glicata e del peso.

Dietro tirzepatide c’è una lunga storia di ricerca nell’area metabolica: “Un impegno che – ha dichiarato Elias Khalil, presidente e amministratore delegato Lilly Italy hub – nell’arco di quasi 100 anni, a partire dalla prima insulina commerciale al mondo,  si è tradotto in innovazioni decisive per spostare sempre più in  avanti la frontiera della qualità di vita per i pazienti. A partire dalla ricerca e dal know-how in quest’area oggi ampliamo la portata delle nostre innovazioni rendendo disponibile una molecola che ridefinisce anche il trattamento dell’obesità e ha il potenziale di migliorare la vita di moltissime persone che vivono con questa malattia cronica e progressiva, associata ad alcune delle principali cause di morte, tra cui patologie cardiache, cancro, ictus e diabete”.

La sicurezza

Gli effetti collaterali più comuni del medicinale sono di tipo gastrointestinale, come nausea e diarrea. In generale, queste reazioni sono per lo più di gravità lieve o moderata, si verificano più spesso durante l’aumento della dose e diminuiscono nel tempo, concludono dall’azienda.

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