Non è il classico filler, non è un prodotto cellulare, ma un acido ialuronico high tech, disegnato allo scopo di ottenere la rigenerazione del grasso sottocutaneo che si perde con l’invecchiamento, contribuendo al cedimento dei tessuti. È dunque un innovativo strumento della ‘cassetta degli attrezzi’ della medicina rigenerativa, ma anche un trattamento anti-età accessibile, veloce e personalizzabile.
A mettere a segno questa innovazione è Ibsa, multinazionale svizzera tra i leader mondiali nella produzione di acido ialuronico purissimo, ottenuto per via biofermentativa. Ma a rendere così speciale questo nuovo prodotto sono le sue caratteristiche biochimico-funzionali, frutto di un brevetto depositato nel 2015 (tecnologia Nayhco) e adesso ulteriormente declinato fino ad ottenere un prodotto con la più alta concentrazione di acido ialuronico sul mercato e in grado di stimolare le ‘giuste’ cellule (quelle del tessuto adiposo) per una rigenerazione tridimensionale.
Col passare degli anni, la pelle del viso perde di freschezza, tono ed elasticità e questo provoca non solo la comparsa di rughe a vari livelli ma anche un ‘cedimento’ dei tessuti che tendono a cadere in basso, facendo perdere di definizione alla linea mandibolare (il terzo inferiore del viso un po’ cedevole, alla Penelope Cruz) o, in altri casi, scavando degli affossamenti a livello delle guance (la guancia scavata alla Carrie Bradshaw).
Di certo l’esposizione al sole o alle lampade UV, per non parlare dell’inquinamento dell’aria, giocano un ruolo non secondario nell’invecchiamento della pelle. Ma a pagare lo scotto agli anni che passano non è solo quello che si vede dall’esterno, cioè appunto la cute, ma anche i tessuti sottocutanei, primo tra tutti il tessuto adiposo sotto-cutaneo. Questo, col passare degli anni, si atrofizza e subisce un remodeling che contribuisce ai cedimenti cutanei, perché il derma perde il suo ‘supporto’ naturale.
Per anni la soluzione offerta per questo problema sono stati i filler sintetici e più di recente il lipofilling, ma con risultati non ottimali, perché spesso la correzione risulta innaturale ed eccessiva e la texture cutanea si irrigidisce per la produzione di collagene da parte dei fibroblasti. Un unmet need che adesso ha una sua soluzione dedicata grazie alla formulazione iniettabile di acido ialuronico ad elevata concentrazione e peculiari caratteristiche fisico-chimiche che, anziché andare a riempire, dando luogo al tanto temuto effetto ‘iper-gonfiato’, va a stimolare naturalmente la rigenerazione del tessuto adiposo.
Un vero e proprio strumento di medicina rigenerativa insomma, che va a correggere e a contrastare dal di dentro e in modo naturale gli effetti dell’invecchiamento, per di più in modo graduale. Gli effetti di questo trattamento compaiono gradualmente e il risultato finale si vede solo dopo 2-3 mesi; in più non produce mai un’iper-correzione.
“Questa soluzione innovativa a base di complessi ibridi cooperativi stabili (HCC) di acido ialuronico – spiega la dottoressa Editta Buttura Da Prato, chirurgo maxillo-facciale di Verona – rappresenta un vero passo avanti nella pratica clinica quotidiana; si tratta del primo trattamento che agisce in modo mirato sul tessuto adiposo del viso, che ridona vitalità e consistenza e rafforza il tessuto connettivo. Il risultato è un miglioramento visibile nella struttura del viso e un contrasto efficace ai segni dell’invecchiamento”.
Questo trattamento innovativo di medicina estetica rigenerativa è anche del tutto personalizzabile. Sono stati studiati infatti diversi protocolli di intervento basati sulle peculiarità del viso da trattare, da quelli ‘scavati’, a quelli con ‘cedimenti’ cutanei verso il basso. Il protocollo di trattamento completo prevede 2 iniezioni a distanza di un mese una dall’altra e un follow-up a 4 mesi dalla prima iniezione.
La procedura è veloce e accessibile. E anche il consulto con il medico estetico si adegua ai tempi, grazie all’app gratuita ‘Aging Discovery AR’: sarà infatti possibile esplorare l’impatto dell’invecchiamento a livello dei diversi tessuti; uno strumento di approfondimento, che arricchisce la comunicazione tra medico e paziente.