Gli schiaffi a un’infermiera del pronto soccorso del Cto di Napoli – segnalati dall’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ – sono solo l’ultimo dei tanti episodi di violenza ai danni del personale della sanità. Ora una risposta concreta per tutelare medici, infermieri e operatori sanitari e sociosanitari, bersaglio in questi mesi di aggressioni e insulti, arriva dal Consiglio dei ministri. Con l’approvazione del decreto legge sulle aggressioni segnaliamo, infatti, una serie di importanti novità a tutela della sicurezza dei professionisti della salute. Ma di che si tratta?
Arresto in flagranza differito e multe più salate
Pene più pesanti
“Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario, ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti. Queste misure – spiega Schillaci – si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza, ma sappiamo che accanto a questi doverosi e necessari interventi occorre uno sforzo ancora maggiore sul piano culturale. Per questo continueremo a promuovere, insieme alle categorie, campagne per sensibilizzare i cittadini e rinsaldare il rapporto di fiducia tra paziente e medico”.
In arrivo la videosorveglianza
Dunque non finisce qui. Ma, anche per favorire l’adozione delle nuove misure, l’intenzione del Governo è quella di prevedere nella prossima legge di Bilancio una norma, “che ovviamente avrà adeguata copertura finanziaria, per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle parti delle strutture sanitarie maggiormente interessate dalle aggressioni”, ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, spiegando che “non la si è inserita in questo decreto legge perché è necessario un confronto con le Regioni che hanno la competenza in sanità e con il Garante della Privacy, trattandosi di strutture per cui servono delle cautele nell’utilizzo anche da parte delle forze di polizia”.
Non passerà troppo tempo però, è l’impegno di Mantovano: “Dal primo gennaio saranno certamente disponibili i presupposti per estendere la videosorveglianza, dove necessario”.
“Una risposta concreta, rapida e immediatamente applicabile contro il fenomeno non più tollerabile delle aggressioni al personale sanitario”, commenta a caldo il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. “Dopo i fatti di Foggia e gli episodi che si sono susseguiti, la misura era colma e tale da richiedere un intervento incisivo, per non lasciare impuniti gli aggressori e soprattutto assicurare ai nostri professionisti della salute le dovute tutele. Ora spetta a noi un cambio di passo culturale, per recuperare quello scadere dei costumi che consente oggi l’offesa e la violenza verso le figure istituzionali simbolo del nostro vivere civile”.
Le reazioni dei medici…
Soddisfazione da parte della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo). “Il decreto è stato proposto dai ministri Schillaci e Nordio, che ringrazio – afferma in un video per il Tg sanità della Federazione il presidente Filippo Anelli, che aveva rivolto diversi appelli al Governo per un provvedimento urgente sulla materia. Si adotta finalmente l’estensione dell’arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o comunque nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o qualsiasi altro strumento che consenta di poter individuare l’aggressore. L’arresto in fragranza differita dà la possibilità al personale di pubblica sicurezza di poter arrestare entro le 48 ore il soggetto che ha procurato violenza e quindi di assicurarlo alla giustizia”.
“Il decreto introduce anche multe pecuniarie fino a 10.000 euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie. Rappresenta quindi oggi un primo passo importante. Crediamo che il Governo ora debba dare delle precise indicazioni alle Aziende Sanitarie e alle Regioni, perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace”.
… e quelle degli infermieri
Le misure approvate in Cdm “sono ciò che attendevano gli infermieri”, commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), ricordando come “le ultime rilevazioni della nostra Federazione e dell’Osservatorio sulle violenze del ministero della Salute calcolino che sono oltre 130mila i nostri professionisti aggrediti fisicamente o verbalmente ogni anno”.
“C’è sicuramente un contesto culturale non favorevole, in cui ogni forma di autorità è messa in discussione”. Pertanto “dopo questo decreto legge, è necessario costruire un percorso di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al corretto utilizzo delle strutture e dei servizi del Servizio sanitario nazionale”, chiosa Mangiacavalli.