È tech il migliore amico della salute della donna. Parliamo di tumore al seno, una malattia che solo nel 2022 ha causato 670.000 morti nel mondo. Ora un nuovo studio dell’Università di Copenhagen mostra che l’AI (intelligenza artificiale) può aiutare le donne, fornendo una migliore valutazione del rischio, grazie a un’analisi di alcune cellule dall’aspetto irregolare.
Come si legge su ‘The Lancet Digital Health’, l’AI si è rivelata molto più efficace nel prevedere il pericolo di sviluppare un cancro al seno rispetto agli attuali parametri di riferimento clinici. I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia AI sviluppata presso l’Università di Copenhagen per analizzare le biopsie del tessuto mammario di donatrici e cercare le ‘spie’ di cellule danneggiate, un indicatore del rischio di cancro.
Potere dell’algoritmo
Come ha sottolineato Morten Scheibye-Knudsen del Dipartimento di medicina cellulare e molecolare, autore principale dello studio, “l’algoritmo rappresenta un grande passo avanti nella nostra capacità di identificare queste cellule. Ogni anno vengono eseguite milioni di biopsie: questa tecnologia può aiutarci a identificare meglio i rischi e a fornire alle donne un trattamento migliore”.
Le cellule zombie
Un aspetto fondamentale sta la ricerca di cellule morenti a causa della senescenza cellulare (ma non ancora morte). Ribattezzate cellule zombie, sono ancora metabolicamente attive ma hanno smesso di dividersi. Insomma sono morte, ma non del tutto. Ricerche precedenti hanno dimostrato che questo stato può aiutare a sopprimere lo sviluppo del cancro. Ma le cellule senescenti possono anche causare un’infiammazione che, a sua volta, può portare allo sviluppo del tumore.
Utilizzando l’AI i ricercatori sono stati in grado di identificare le cellule zombie e di prevedere il pericolo di cancro al seno meglio del modello di Gail, l’attuale gold standard per la valutazione del rischio di questo tumore. “Abbiamo scoperto che, se combiniamo due dei nostri modelli o uno dei nostri modelli con il punteggio di Gail, otteniamo risultati molto migliori nel prevedere il pericolo di cancro. Esaminando le cellule di un campione di biopsia altrimenti sano” è possibile individuare “la donatrice che ha un rischio quasi cinque voltepiù alto di sviluppare il cancro diversi anni dopo”, afferma Indra Heckenbach, primo autore dello studio.
A che punto siamo
I ricercatori hanno addestrato l’AI su cellule sviluppate in coltura cellulare intenzionalmente danneggiate per essere senescenti. “A volte ci riferiamo a loro come cellule zombie, perché hanno perso parte della loro funzione, ma non sono del tutto morte. Dal momento che sono associate allo sviluppo del tumore, abbiamo sviluppato e addestrato l’algoritmo per prevedere la senescenza cellulare”, aggiunge Indra Heckenbach.
Certo, ci vorranno ancora diversi anni prima che questa tecnologia sia disponibile per l’uso nella pratica clinica, ma poi potrà fare la differenza, scommettono gli scienziati. Anche perchè potrà essere applicata in tutto il mondo: servono solo immagini standard di campioni di tessuto per eseguire l’analisi. “Saremo in grado di utilizzare queste informazioni per stratificare le pazienti in base al rischio e migliorare i protocolli di trattamento e screening. I medici potranno d’occhio più da vicino i soggetti ad alto rischio, ma allo stesso tempo, possiamo alleggerire i controlli per quelli a basso rischio”, conclude Morten Scheibye-Knudsen. Insomma, grazie all’AI la prevenzione del tumore al seno diventerà davvero ‘su misura’.