Se il pharma è uno dei gioelli del Made in Italy, la sfida ora è quella di mettere in sicurezza a livello europeo il settore della Life Sciences, “strategico per la nostra Nazione e per l’Europa”. A ricordarlo è Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione della Biotech week 2024.
Il biotech ormai rappresenta un motore fondamentale dell’innovazione farmaceutica. “Insieme ai farmaci di sintesi chimica, al digitale, all’Intelligenza artificiale contribuisce alla pipeline di 23.000 medicinali in sviluppo nel mondo, il 45% di origine biotecnologica”, ricorda Cattani. Medicinali studiati per essere sempre più efficaci e mirati.
Soluzioni innovative che rappresentano un traino per produzione ed export, come mostrano i numeri: dal maggio 2022 al luglio 2024 la produzione farmaceutica Made in Italy ha fatto registrare un +5,6%. Con un saldo estero complessivo di 17 miliardi nel 2023 e un picco di 9,6 miliardi nel primo semestre 2024.
Ma per Cattani non è il momento di riposare sugli allori. Occorre porre le basi per “un contesto legislativo e burocratico incentivante”, capace di “attrarre una parte degli investimenti globali in R&S che tra il 2024 e il 2029 raggiungeranno i 2.000 miliardi di dollari”, sottolinea il numero uno di Farmindustria. “La nuova Commissione dovrà cambiare marcia per recuperare il gap importante che ancora c’è con Usa, Cina e altri competitor”.
Insomma, “è arrivato il momento che ci facciamo rincorrere noi”, sottolinea Cattani citando la premier Giorgia Meloni. “Ce la possiamo fare – assicura – perché abbiamo competenze, risorse umane, know how e tecnologie”. Insomma, biotech e pharma possono e devono trovare sempre più casa nel Vecchio Continente, che ospita eccellenze in termini di ricerca e saper fare, che non possono andare perse.