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Lo stop prolungato degli astronauti getta ombre sulla Nasa

NASA astronauts Butch Wilmore, left, and Suni Williams, wearing Boeing spacesuits, are seen as they prepare to depart the Neil A. Armstrong Operations and Checkout Building for Launch Complex 41 on Cape Canaveral Space Force Station to board the Boeing CST-100 Starliner spacecraft for the Crew Flight Test launch, Wednesday, June 5, 2024, at NASA’s Kennedy Space Center in Florida. NASA’s Boeing Crew Flight Test is the first launch with astronauts of the Boeing CFT-100 spacecraft and United Launch Alliance Atlas V rocket to the International Space Station as part of the agency’s Commercial Crew Program. The flight test, targeted for launch at 10:52 a.m. EDT, serves as an end-to-end demonstration of Boeing’s crew transportation system and will carry NASA astronauts Butch Wilmore and Suni Williams to and from the orbiting laboratory. Photo Credit: (NASA/Joel Kowsky)

Da otto giorni a otto mesi. Il viaggio di Suni Williams e Butch Wilmore, astronauti della Nasa e capitani della Marina in pensione, è stato stravolto dai problemi del velivolo Boeing che li ha portati nello Spazio. Insomma, la permanenza alla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) sarà decisamente prolungata.

Quando Williams e Wilmore hanno incontrato la stampa in collegamento video dalla stazione spaziale, non sono apparsi particolarmente frustrati. “Assolutamente no”, ha risposto Wilmore quando gli è stato chiesto se si fosse sentito deluso dai molteplici problemi che hanno costretto il Boeing Starliner a tornare sulla Terra senza equipaggio il 6 settembre scorso. “Facciamo cose fuori dall’ordinario e mandiamo esseri umani nello spazio. E sì, siamo qui oggi sulla Stazione Spaziale. Anche oggi, questa operazione… non è facile”, ha detto Wilmore.

Dal canto suo Williams, pilota della missione, ha aggiunto: “Siamo entrambi della Marina. Siamo stati in missione. Non ci sorprende quando le missioni cambiano”. Quindi Williams e Wilmore dovranno passare dei mesi, non giorni, nella Iss mentre aspettano che un veicolo di SpaceX raggiunga la stazione e li riporti a casa nel febbraio 2025. Data la loro profonda esperienza sul campo, incluso un lungo periodo precedente nello spazio, le operazioni della Iss probabilmente ne trarranno beneficio.

Ma questo non risolve il problema più grande della Nasa: l’agenzia governativa ha sborsato miliardi di dollari per lavorare con due aziende private proprio su questo tipo di trasporti spaziali e, un decennio dopo l’inizio della collaborazione, non è ancora chiaro quale valore l’agenzia spaziale stia ottenendo con i soldi dei contribuenti.

Parte della missione Starliner era dimostrare di poter volare in sicurezza nel veicolo Boeing verso la Iss, che orbita a circa 250 miglia (400 chilometri) dalla Terra. Questo è stato il primo volo con equipaggio della nave, 10 anni dopo che la Nasa aveva assegnato a Boeing un contratto da 4,2 miliardi di dollari, proprio per completare lo sviluppo dello Starliner e trasportare i suoi astronauti nella stazione spaziale (SpaceX ha ricevuto 2,6 miliardi di dollari per il suo Dragon allo stesso scopo).

Il fatto è che il volo Starliner ha sollevato non poche domande rimaste senza riposta. Dopo un lancio ritardato, il viaggio verso la Iss è stato segnato da problemi significativi che hanno coinvolto perdite di elio e guasti ai propulsori. Così Williams e Wilmore sono rimasti nella stazione spaziale perché la Nasa ha ritenuto troppo rischioso farli salire a bordo.

Nonostante ulteriori problemi ai propulsori durante il rientro, il veicolo ha effettuato un “atterraggio perfetto” nel White Sands Missile Range del New Mexico, ha affermato Steve Stich, responsabile del programma di viaggi commerciali della Nasa. Tuttavia, “penso che abbiamo preso la decisione giusta – ha aggiunto Stich – a non far salire Butch e Suni a bordo”.

Questa è solo l’ultima delusione nel progetto della Boeing di portare a regime un veicolo con equipaggio, afflitto da problemi almeno dal 2018. “Quando Butch e io ci stavamo preparando per questo volo, ne abbiamo parlato molto, anche del fatto che sarebbe stato un volo di prova”, ha detto Williams, che diventerà comandante della Iss tra qualche settimana. “Voglio dire, siamo tester. È quello che facciamo”, ha aggiunto.

Si prevede che entrambi gli astronauti saranno in grado di votare dallo spazio nelle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La Iss ospiterà temporaneamente 12 astronauti dagli Stati Uniti e dalla Russia. Williams e Wilmore aiuteranno a completare esperimenti e a svolgere attività di manutenzione e riparazione sulla stazione spaziale stessa.

Meno chiaro appare il futuro della Nasa con Boeing. In totale, Boeing ha speso quasi 1,6 miliardi di dollari su Starliner dall’inizio del programma, senza parlare della questione aperta dall’ultimo volo.

L’articolo completo è su Fortune.com.

CREDITS: NASA/Joel Kowsky

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