GILEAD
Leadership Heade

Parto in acqua: alla scoperta di una pratica che piace a Vip e non

Partorire immerse in un liquido caldo per rendere questa esperienza più naturale e meno traumatica per mamma e bambino. Storia di una pratica che sta conquistando le donne.


Il nostro corpo è composto al 60% d’acqua, elemento all’origine della vita stessa. Circa 3,9 miliardi di anni fa la Terra iniziò a raffreddarsi fino a raggiungere una temperatura alla quale l’acqua (in forma liquida) poté ospitare le prime strutture microbiche. Conosciamo tutti il mito della nascita di Venere, ma forse qualcuno non sa che fu Charles Darwin a descrivere (in una lettera all’amico William Jackson Hooker) un “piccolo stagno caldo”: era il brodo primordiale in cui si sarebbero formati i primi organismi viventi. Così potrà sembrare strano che una pratica come quella del parto in acqua risalga solo agli anni ’60. Fu allora che il controverso ricercatore russo Igor Charkovsky iniziò a illustrare i benefici di questa pratica per madre e neonato. Partorire in acqua ridurrebbe lo stress e il dolore per le partorienti. Negli stessi anni, il francese Frédérick Leboyer – ginecologo e ostetrico considerato il padre della ‘nascita senza violenza’ – sviluppò questa pratica, immergendo i neonati nell’acqua calda e rendendo così più dolce il passaggio dalla pancia della mamma al mondo esterno. Negli anni ’70 il connazionale Michel Odent, strenuo sostenitore del parto naturale, utilizzò una vasca con acqua calda per alleviare il dolore delle partorienti, analizzando i benefici di questa pratica.

I benefici
Da allora il parto in acqua ha fatto proseliti, anche fra le star: da Hilary Duff a Gisele Bündchen, passando per Pamela Anderson e Gwyneth Paltrow. Ormai questa possibilità è offerta anche da un centinaio di strutture italiane, pubbliche e private. Ma come funziona, e quali sono i pro e i contro? Lo abbiamo chiesto a Claudia Spagnolo, ostetrica del Mater Dei General Hospital, a Roma, dove i parti in acqua “sono ormai una tradizione. Negli anni la richiesta da parte delle italiane è rimasta stabile; le pazienti in genere si informano molto, vogliono vedere la vasca, conoscere le procedure igieniche. Ma devo dire che c’è stato un notevole aumento da parte delle future mamme straniere: penso alle pazienti americane, per cui il parto in acqua è normale”.

“Un po’ come si vede anche nei film, l’acqua è un analgesico naturale e agisce sui recettori del dolore. Immerse nel liquido caldo, si producono endorfine e il benessere della donna è maggiore. Inoltre l’acqua calda abbassa la pressione sanguigna e riduce la durata del travaglio, agendo sulle fasce muscolari. Insomma, ci sono molti benefici. Per chi sceglie di partorire con questa modalità non è prevista analgesia. Inoltre – aggiunge Spagnolo – si crea un ambiente più intimo e accogliente”. Il papà può assistere? “Assolutamente sì: ci sono anche delle vasche molto grandi, in alcune strutture, che consentono l’immersione della mamma insieme al padre. In genere, comunque, quest’ultimo è presente per sostenere la compagna a bordo vasca”. Per il neonato “si riducono il trauma e lo stress della nascita – continua l’ostetrica – perché il feto passa dalla vita intrauterina a quella extrauterina in modo armonioso”.

Gli studi
Negli ultimi anni numerose ricerche hanno valutato la sicurezza di questa pratica. Stando a uno studio di qualche anno fa su ‘Birth’, nascere in acqua non è affatto più pericoloso rispetto alla classica sala parto. Certo, occorre rispettare determinati criteri (come vedremo in seguito). Ma anche i ricercatori dell’Università del Michigan (Usa), dopo aver analizzato 397 parti in acqua e 2.025 ‘all’asciutto’, non hanno potuto riscontrare differenze negli esiti, quanto a durata dei ricoveri e problematiche per mamme o bebè. Mentre stando a un altro studio, pubblicato su ‘Obstetrics and Gynecology’, un possibile vantaggio per le donne consiste nella ridotta probabilità di lacerazioni perineali durante il parto.

I criteri
“Per partorire in acqua occorre rispettare una serie di condizioni – elenca l’ostetrica – La gravidanza deve essere singola; il bambino a testa in giù o, come diciamo noi, con presentazione cefalica; la gravidanza deve essere a termine, dunque dopo la 37esima settimana. Occorre poi che ci sia un battito cardiaco fetale rassicurante e regolare durante il travaglio. Il liquido amniotico deve essere limpido e, dopo la valutazione ostetrica da parte del medico, non devono emergere complicanze. Insomma, deve trattarsi di una gravidanza fisiologica. Non devono esserci patologie materne – puntualizza l’esperta – come diabete o ipertensione. E per entrare in acqua dobbiamo essere in travaglio attivo”. Che vuol dire? “La paziente deve avere una dilatazione di almeno 3-4 cm e il collo dell’utero deve essere completamente appianato”. L’età della mamma, invece, non è rilevante. Mentre “un’infezione, qualche linea di febbre o altre problematiche possono portare a escludere questa possibilità”. L’acqua, inoltre, deve essere a una temperatura “confortevole per la paziente. Noi partiamo da 24-25 gradi C, ma il termometro è la paziente stessa”.

L’igiene
Per ogni partoriente la vasca viene coperta da un telo apposito e i condotti sono regolarmente controllati e igienizzati. Dal punto di vista ostetrico entra in gioco “la stessa preparazione richiesta per l’accompagnamento alla nascita di tipo tradizionale. Se una donna è propensa al parto in acqua, è importante darle le corrette informazioni”.

Dopo il parto
Dopo il parto viene tagliato il cordone ombelicale e il piccolo viene messo pelle a pelle con la mamma. “In Mater Dei preferiamo che l’espulsione della placenta avvenga a letto, perché in questo modo si può controllare di più la perdita ematica. Ecco perché attendiamo che il cordone smetta di pulsare, poi facciamo uscire la mamma dall’acqua”. Negli anni è molto cambiato l’approccio alla nascita. “Sappiamo bene che ogni parto è unico, dunque per noi è fondamentale accogliere i desideri della donna”.

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.