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Lutech: l’ingrediente segreto per un’Italia digitale

Un miliardo di euro di nuovi ordini nel 2023, 60 mln investiti in ricerca e sviluppo, 850 mln di fatturato, un piano di acquisizioni e un ampliamento dell’organico che dopo le 737 assunzioni del 2023 ne prevede altre 800 entro la fine di quest’anno: la crescita di Lutech – che progetta, realizza e gestisce soluzioni per innovare aziende e Pa – continua, e ha già consentito al Gruppo nato nel 2001 di arrivare sul podio delle maggiori aziende della trasformazione digitale italiana. Con una di queste, Engineering, ha stretto un’alleanza digitale per l’Italia: una partnership aperta anche ad altri attori che servirà, secondo le due aziende, ad accelerare la digitalizzazione del Paese attraverso il Pnrr. L’alleanza dovrebbe lavorare a progetti di modernizzazione della Pa e di soggetti privati di interesse nazionale, collaborando con enti di ricerca, startup, Pmi.

“Oggi abbiamo come sistema Paese una grandissima opportunità: l’utilizzo dei fondi Pnrr”, dice il Ceo di Lutech Giuseppe Di Franco. Ancora oggi “in molte aree c’è un ritardo nella capacità di utilizzo”. Uno dei vincoli, spiega, è la limitata disponibilità di persone che possano aiutare a mettere a terra dei progetti finanziati dall’Europa.

Secondo i dati elaborati da OpenPolis a fine luglio, l’Italia deve ancora conseguire il 56,5% delle scadenze del Pnrr: ne mancano 349 su 618. Lo stesso osservatorio di OpenPolis conta per il digitale finanziato dal Pnrr 72.045 progetti totali, con il 44,86% di investimenti già completati.

Con l’alleanza tra due società il serbatoio di risorse teoricamente a disposizione (vengono conteggiati tutti i dipendenti) arriva a circa 20mila unità. Se “correttamente ingaggiate potrebbero aiutare la digitalizzazione con un’efficacia senza precedenti. Ora stiamo dialogando con le istituzioni e speriamo di poter mettere a terra l’alleanza”. Di Franco spiega che sono stati individuati “alcuni progetti significativi impattati dal digitale che potrebbero portare grande innovazione”. Tra i focus dell’alleanza ci sarebbe la produttività italiana: la crisi demografica di un Paese sempre più vecchio non è l’unico allarme da tenere presente. Da qualche anno la “produttività per lavoratore nel nostro Paese è piatta, un tavolo da biliardo”, dice il Ceo.  “La chiave di volta non può essere pagare di meno le persone, ma rendere produttivo il loro lavoro”, attraverso la tecnologia e, naturalmente, l’intelligenza artificiale. Prima, però, bisogna capire come utilizzarla.

AI, supercomputer e come utilizzarli

Con l’acquisizione di Atos Italia il 31 marzo 2023, il Gruppo può vantare la collaborazione con il Cineca di Bologna per la realizzazione di Leonardo, il supercomputer su cui vengono fatti girare alcuni dei maggiori progetti di intelligenza artificiale del Paese e che è il sesto più potente al mondo. Come per l’Italia, anche per Lutech l’Hpc – High performance computing – sarà sempre più importante. Fondamentali per l’intelligenza artificiale, i supercomputer occuperanno “una quota sempre maggiore del business”, perché interconnessi all’AI e ai sistemi che permettono di utilizzarle: “Se voglio essere in grado di avere un vantaggio, come impresa o Pa, devo anche rendere disponibili determinati dati, con una certa qualità. Se nel sistema immetto immondizia, ottengo immondizia”. Per questo è così importante “per il sistema nazionale essere parte attiva non solo nell’individuazione di startup ma anche nel calare i grandi motori AI internazionali nelle architetture delle aziende. Questa è la grande sfida, e credo debba essere portata sotto i riflettori. Italia e Europa sono in ritardo sugli investimenti in AI, è vero. Ma implementare l’intelligenza artificiale nelle mappe applicative è altrettanto importante. Oggi il tema non è creare un ChatGpt italiano, ma saperlo calare opportunamente nei propri sistemi”.

La volontà di investimento da parte dei clienti c’è, “ma è importante capire quale sia l’utilizzo, posizionare quell’AI in una architettura e sfruttare appieno le potenzialità di questa grandissima rivoluzione. Quando si affronta il tema AI si sente sempre parlare di rischi. Ma il rischio numero uno è non fare nulla. Credo che l’Italia debba evitare proprio questo. Che ci sia un tema etico è ovvio, ma mancano le risorse e le skill per passare dalla teoria alla pratica”. A fine 2023 la Corte dei Conti ha evidenziato come la Pa italiana sia in ritardo, rispetto agli altri Paesi europei, nella disponibilità di personale specializzato in ambito digitale: per avere un numero di “scientists and engineers” comparabile agli standard europei servirebbero 65.000 unità in più.

La mancanza di competenze è un problema anche per le imprese. Lutech “ha investito molto nella creazione di un ambiente di lavoro adeguato” e oggi registra un turnover inferiore alle medie del settore, sotto l’11%. Per farlo “abbiamo puntato molto su un sistema nazionale, con rapporti con otto università per fare anche ricerca e sviluppo”, un elemento chiave per attrarre talenti. Lo scorso anno l’azienda ha investito 60 mln in R&D, con l’80% della cifra spesa nel Mezzogiorno. La stima è un investimento sulla ricerca di 100 mln tra 2024 e 2026. Intanto, Lutech vuole continuare a crescere. Dopo quelle degli scorsi mesi, “continueremo a focalizzarci su ulteriori acquisizioni su tematiche specifiche (ad esempio la cybersecurity) in Italia. Ma ci saranno acquisizioni anche all’estero: si inizierà dalla Spagna per poi passare, in un secondo momento, alla Germania”.

I cinque pilastri

L’alleanza presentata da Lutech ed Engineering poggia su alcuni filoni principali. Su questi si concentreranno i progetti ai quali, nelle intenzioni delle due aziende, dovrebbero lavorare i tecnici messi a disposizione dell’Italia. Eccoli:

Acqua

La rete idrica italiana perde ogni anno il 42% della sua acqua potabile. Può essere aiutata da “un sistema nazionale di gestione delle risorse idriche altamente digitalizzato”, dice Di Franco.

Energia

Fattore della produzione critico per il sistema italiano, la tecnologia serve ad accompagnare nella transizione verso la decarbonizzazione.

Infrastrutture

L’impegno sarà sulle componenti digitali collegate agli investimenti nelle reti di mobilità, trasporto e logistica del Paese.

Produttività e Ai

Secondo l’alleanza la questione riguarda tanto lo sviluppo economico del Paese – e la sua produttività – quanto l’emergenza demografica.

Sicurezza

L’obiettivo dell’alleanza è la tutela dei sistemi alle prese con la trasformazione digitale. Secondo Di Franco: “Mettere insieme due player italiani in grado di affrontare il problema sarebbe significativo”.

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