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Sport: Francesca Lollobrigida e il sogno di Milano Cortina

Sui pattini a rotelle da quando aveva 14 mesi, si è innamorata di questa disciplina vedendo le Olimpiadi di Torino in tv. Francesca Lollobrigida si racconta, in attesa di Milano Cortina.

Il binomio pattini-velocità è la sua dimensione, come dimostra il bottino di 16 titoli mondiali nel pattinaggio a rotelle, ma soprattutto l’argento per il pattinaggio di velocità su ghiaccio nei 3.000 metri e il bronzo nella Mass Start delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Una passione coltivata fin da bambina, quella di Francesca Lollobrigida, grazie al padre Maurizio (che detiene ancora il record mondiale sui 50 km di pattinaggio a rotelle), che l’ha messa sui pattini a 14 mesi. “Fino ai 15-16 anni – ricorda Francesca – mi allenavo nel campetto della parrocchia di San Gelasio a Roma, anche se la gente del mondo del pattinaggio stenta a crederlo. E siamo riusciti a mettere sui pattini anche il parroco, don Gregorio, che poi è lo stesso che mi ha sposata e ha battezzato mio figlio, che adesso ha 13 mesi”.

Francesca inizia la sua carriera come campionessa sui pattini a rotelle. Ma vedendo alla tv le Olimpiadi di Torino 2006, le scatta la scintilla per il ghiaccio. “Non è una cosa strana. Molti medagliati sul ghiaccio sono ex campioni di pattinaggio a rotelle – ricorda Francesca – come Ippolito Sanfratello nel team pursuit italiano. Papà un giorno mi è venuto a prendere fuori dal liceo Aristofane (facevo la terza) e, insieme a mamma e a mia sorella, ci siamo fatti quasi 700 km per andare a Baselga di Piné in Trentino, dove c’è lo Stadio del Ghiaccio. Mi è apparso come un miraggio: un enorme campo di atletica ghiacciato, perso nelle montagne, all’aperto e al freddo, che io odio”, ammette ridendo. Da allora Francesca comincia ad allenarsi sul ghiaccio, ma senza lasciare Roma, perché voleva finire il liceo classico. “Per tre anni ho fatto la pendolare con il Trentino tutti i weekend, riuscendo comunque a finire la scuola senza nemmeno un debito. Certo, con tanti sacrifici e saltando il viaggio di classe in Grecia”. Francesca debutta sul ghiaccio alle Olimpiadi di Sochi nel 2014. “All’epoca ero ancora troppo ‘fresca’, non realizzavo bene cosa fosse un’Olimpiade. Poi in Corea, nel 2018, arrivavo da campionessa europea in carica nella Mass Start, quindi avevo gli occhi di tutti puntati addosso. Ma la mia non è una disciplina sotto i riflettori, la gente si ricorda di noi solo ogni quattro anni e tutta questa attenzione mi ha destabilizzata, non ho retto a livello emotivo. Quando ho tagliato il traguardo da quarta, sono crollata. Il nostro è uno sport di forza, resistenza, carattere ma spesso conta più la testa che le gambe. Nei quattro anni successivi ho lavorato sulla gestione psicologica delle gare. Così sono arrivata a Pechino con una grande consapevolezza, sorridendo sulla linea di partenza. E ho conquistato l’argento e il bronzo olimpici”.

Adesso, il prossimo grande traguardo è l’Olimpiade di Milano Cortina. “Ho iniziato a pattinare guardando le Olimpiadi in tv: avere l’occasione di farle in Italia per me è un sogno che si realizza. Se a Pechino mi reputavo un’atleta matura, ora ho fatto un passo ulteriore. Nel 2021 mi sono sposata e questo mi ha regalato la tranquillità di avere qualcuno a casa che mi aspetta, in una vita così frenetica. Ma mi mancava ancora qualcosa: un figlio. Mi ero data un tempo e, subito prima della linea del traguardo, è arrivato Tommaso. Ho pattinato fino al mercoledì e il venerdì ho partorito. Poi, a tre mesi dal parto, ero in raduno a Livigno. Il bambino è sempre con me, grazie all’aiuto di mia madre e di mia sorella (anche lei pattinatrice a rotelle della Nazionale e campionessa mondiale, nei ranghi delle Fiamme Azzurre). È la mia priorità e il mio portafortuna”.

E questo cognome così importante? “Sono pronipote della Lollobrigida; ho avuto l’onore di conoscerla dopo le Olimpiadi 2022 e di passare con lei l’ultimo compleanno. Le sono molto grata perché il fatto che fosse così famosa mi ha dato un motivo in più per emergere nel mondo dello sport. E questo l’ho anche detto a lei. Ho un po’ il rimpianto di non averla conosciuta prima, ma forse non avrei avuto il tempo di frequentarla spesso, visto che a malapena riesco a vedere i parenti stretti. L’ho incontrata comunque diverse volte. Una sera sarei dovuta andare a cena da lei, ma durante un allenamento feci una brutta caduta per cui dovetti andare al pronto soccorso. Lei, preoccupatissima, con i suoi 94 anni si è presentata in ospedale, per vedere come stessi. Era una persona di una bontà incredibile. Una diva del cuore”.

Che consiglia a chi volesse seguire le sue orme? “Non iniziare il pattinaggio sul ghiaccio, a meno di abitare a Nord. Passo più di 200 giorni fuori casa perché non posso allenarmi a Roma. Pattinare a Baselga, all’aria aperta, è uno spettacolo. Ma se come me ti trovi ogni weekend a fare 7 ore di macchina per arrivarci, ci vuole tanto spirito di sacrificio, tanta voglia e una famiglia che ti sostiene. Dal 2013 sono entrata nell’Aeronautica Militare e questo mi ha dato una grande sicurezza. Ho già preso una laurea in Scienze motorie e adesso sto facendo la magistrale. Un’atleta non può dare per scontato che un giorno sarà una grande allenatrice. Bisogna anche costruirsi le basi e pensare a piani alternativi”, afferma Francesca che quest’estate ha vinto anche il Premio Fair Play Menarini per i valori sociali.

Papà Maurizio resta il suo allenatore personale, insieme agli allenatori e al direttore sportivo della Nazionale. Accanto a lei c’è anche uno psicologo dell’Istituto di Medicina dello Sport del Coni.

E adesso come si allena? “Per il momento, oltre al Centro delle Tre Fontane a Roma, mi alleno a casa, a Ladispoli (Roma). Corro, vado in bici tutti i giorni sulla salita del Sasso, faccio palestra, ma mi alleno anche sulla pista ciclabile davanti casa, dove faccio gli esercizi di base, le curve. I miei vicini ormai mi conoscono e non si meravigliano più. A settembre comincerò gli allenamenti sul ghiaccio in Germania a Inzell, al confine con il Trentino”. Francesca, che odia il freddo, oggi abita con tutta la famiglia a due passi dal mare, a Ladispoli: il suo grande cruccio è aver visto derubricata a parcheggio estivo la pista di pattinaggio di piazza Domitilla che attirava ogni sera schiere di bambini e ragazzi. E dove sia lei che il padre si sono più volte allenati.

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