Un’eccellenza della riabilitazione e della sanità del Lazio dal futuro a rischio, insieme a centinaia di dipendenti (e di pazienti). Fondazione Santa Lucia ha infatti deciso di procedere, attraverso il tribunale, alla vendita della struttura di riabilitazione. Una decisione, precisa Adnkronos Salute, comunicata ieri in una nota interna ai dipendenti in cui si punta il dito contro la Regione Lazio, che ha suscitato una dura replica da parte del governatore Francesco Rocca e dello stesso ministro della Salute Orazio Schillaci.
Il disappunto di Rocca
Anche Francesco Rocca ha espresso senza mezzi termini “particolare preoccupazione e disappunto per la decisione”. Questa scelta, sottolineano dalla Regione Lazio, “rischia di non garantire i livelli occupazionali, assistenziali e l’attività di ricerca”. La nota ai dipendenti della Fondazione “rappresenta uno schiaffo al gesto di attenzione ricevuto dal Governo. Incassati infatti gli oltre 11 milioni, l’amministrazione ha comunicato di voler vendere l’azienda e di volersi avvalere del concordato semplificato e non fare richiesta dell’amministrazione straordinaria (pur riservandosi entro il mese di dare una risposta definitiva)”.
“Questa poca chiarezza e scarso rispetto istituzionale preoccupa” la Regione, Lazio che a sua volta ribadisce la richiesta alla proprietà di fare ricorso alla ammirazione straordinaria. “Rinnoviamo l’auspicio di una collaborazione con il progetto no-profit per scongiurare la vendita del Santa Lucia e salvaguardare così l’integrità dell’istituto”.
I sindacati
Per i sindacati siamo di fronte “a un atto di una gravità inaudita, quella di comunicare, attraverso una lettera ai dipendenti e non a chi li rappresenta cioè Cgil, Cisl e Uil, tentando un’illegittima disintermediazione, la volontà della Fondazione Santa Lucia”, lamentano oggi in una nota Cgil di Roma e Lazio, Cisl Lazio, Uil di Roma e Lazio, Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl di Roma e Lazio, in cui anticipano anche la richiesta di un’immediata riapertura del tavolo ministeriale.
La speranza è che, come auspicato da Schillaci, “lavorando insieme” si possano “trovare le soluzioni più utili a non disperdere un prezioso patrimonio della sanità italiana che garantisce il diritto alla salute e a salvaguardare i livelli occupazionali”.