Agosto caldo per le arbovirosi. Con settantadue nuovi casi di West Nile Virus registrati in Italia dal 15 al 21 di questo mese, sale a 171 il totale delle persone infettate dall’inizio della sorveglianza, a maggio 2024. Nel frattempo ci sono stati anche i 6 decessi (1 Piemonte, 2 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna) dovuti a questo patogeno. A dircelo è l’ultimo bollettino di sorveglianza integrata West Nile e Usutu virus, diffuso dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Ma cosa sta accadendo in Italia?
“Il West Nile virus appartiene alla stessa famiglia (Flaviviridae, genere Flavivirus) della Dengue e della Febbre gialla. Non si trasmette da uomo a uomo, ma solo tramite puntura di una zanzara infetta della specie Culex, quella notturna che tipicamente ci infastidisce in estate”, chiarisce a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Gli uccelli migratori
“Se la malattia è trasmessa dalle zanzare, il serbatoio è rappresentato dagli uccelli migratori, maggiormente cicogne, gabbiani, aironi. Le zanzare li pungono e poi vanno a infettare l’uomo, ma anche cani, gatti e soprattutto equini“, continua Ciccozzi.
Il West Nile virus “è stato isolato nel 1937 e la prima epidemia risale agli anni ’50 in Israele. Il problema – insiste l’epidemiologo – è costituito dagli uccelli migratori, che vanno a svernare nelle zone tropicali o subtropicali, sono contagiati e poi arrivano anche in Italia. Nel caso delle cicogne i Paesi interessati sono Spagna, Francia e nord-est dell’Italia: qui sono di passaggio per andare infine a nidificare in Europa dell’est. Proprio le migrazioni degli uccelli portano da noi questo virus”.
I casi in Italia
Considerando il totale delle infezioni nel nostro Paese, 101 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 1 Lombardia, 23 Veneto, 5 Friuli-Venezia Giulia, 63 Emilia Romagna, 1 Campania, 2 Puglia, 1 Calabria, 1 caso importato dagli Stati Uniti e 2 dall’Albania), 21 sono stati asintomatici, identificati in donatori di sangue (1 Piemonte, 5 Lombardia, 1 Veneto, 2 Friuli-Venezia Giulia, 11 Emilia-Romagna, 1 Campania), 49 con febbre (1 Piemonte, 1 Lombardia, 33 Veneto, 12 Emilia-Romagna, 1 caso importato da Oman e 1 dal Marocco).
Lo evidenzia il bollettino di sorveglianza integrata West Nile e Usutu virus del 22 agosto. Dal report emergono anche 35 Province con dimostrata circolazione di West Nile Virus in vettori, animali o uomo, distribuite in 11 Regioni.
I sintomi e la diagnosi
“La malattia – riprende Ciccozzi – è asintomatica nell’80% dei casi, nel resto i disturbi sono simil-influenzali, occasionalmente si ingrossano le ghiandole linfatiche e si manifestano eruzioni cutanee. Il West Nile virus viene diagnosticato attraverso un esame del sangue in caso di sospetti. L’incubazione varia da tre giorni a due settimane e la maggior parte delle persone guarisce raggiungendo un’immunità che può durare tutta la vita”.
“Ma in meno dell’1% dei casi, l’infezione può causare malattia grave neuro-invasiva, particolarmente insidiosa per gli immunodepressi. Si tratta di una malattia virale, dunque non servono antibiotici e non c’è vaccino. L’unica difesa – conclude Ciccozzi – è la prevenzione contro le zanzare”. Fondamentale, come abbiamo ricordato più volte, contro molte di queste infezioni un tempo tropicali, che si stanno sempre più diffondendo alle nostre latitudini.