Intervento pionieristico a Napoli, su un giovane nato con una grave malformazione congenita. Il team di Antonio Ruffo, specializzato in Chirurgia Ricostruttiva Genitale e Uretrale e docente all’Università degli Studi del Molise, ha infatti utilizzato un lembo del muscolo della schiena del paziente stesso per ricostruire un pene funzionante. L’eccezionale intervento è stato presentato al recente Congresso Auro 2024 della Società Italiana di Urologi Ospedalieri.
Per ricostruire l’organo, il team ha prelevato un lembo libero di gran dorsale dalla schiena del giovane di 18 anni. Il paziente era nato con una grave malformazione congenita del complesso estrofia vescicale-epispadia e aveva subito numerosi interventi chirurgici durante l’infanzia. La procedura innovativa ha permesso di creare un neofallo funzionale, anche dal punto di vista sessuale, assicurano i sanitari.
Dettagli dell’intervento
Ma come hanno operato i medici? La tecnica utilizzata coinvolge, appunto, il prelievo di un lembo libero di gran dorsale, utilizzato per modellare il nuovo pene. Questo metodo, già in uso per la chirurgia di riassegnazione sessuale da donna a uomo nei pazienti transgender, “è stato per la prima volta applicato in Italia per trattare una grave malformazione congenita”, affermano i medici.
L’intervento è stato suddiviso in due fasi: nella prima il lembo di gran dorsale è stato prelevato e modellato per creare la struttura del pene. In un secondo step, sono state impiantate delle protesi peniene per garantire la funzionalità sessuale del neofallo. “La perfetta funzionalità del neofallo, sia dal punto di vista estetico che sessuale, rappresenta un miglioramento sostanziale per il benessere psicofisico del paziente”, sottolineano i sanitari.