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Le spese obbligate delle famiglie salgono al 41,5%

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Velasco25 Articolo

Le spese obbligate delle famiglie italiane continuano a crescere, rappresentando una quota significativa del loro bilancio. Secondo una ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio, la spesa obbligata, che include alimenti, acqua, riscaldamento ed elettricità, è scesa di quasi 1 punto percentuale rispetto all’anno scorso, ma rimane più alta rispetto al periodo pre-pandemico e ai livelli di trent’anni fa.

L’aumento dei consumi energetici è uno dei principali fattori responsabili di questa tendenza. Nel corso degli ultimi trent’anni, i consumi energetici sono aumentati e i relativi costi sono schizzati nell’ultimo anno, senza tornare ai livelli precedenti. Nel 2023, le spese obbligate rappresentano circa il 41,5% della spesa totale delle famiglie, corrispondente a oltre 8.700 euro pro capite all’anno. Questo valore è aumentato rispetto al 2019, pre-pandemia.

La voce più significativa tra le spese obbligate è rappresentata dall’abitazione, che comprende energia, gas e carburanti, con una spesa di 1.976 euro. Questo valore ha un’incidenza del 9,4% sul totale dei consumi. Nel periodo tra il 1995 e il 2023, mentre il prezzo medio dei beni commercializzabili è aumentato del 53%, il prezzo delle spese obbligate è aumentato del 120%, con la componente energia che ha registrato un incremento del 175%.

Secondo Confcommercio, l’attenzione verso l’ambiente domestico è cresciuta nel lungo periodo, portando a un aumento delle spese relative all’abitazione, compresi i consumi energetici. Tuttavia, nonostante una leggera attenuazione della crisi energetica, la quota di spese obbligate rimane superiore al 40% e non si è riportata ai livelli pre-pandemici del 2019.

Questa tendenza ha un impatto negativo sul benessere e sulla libertà dei consumatori, disincentivando la propensione al consumo e influenzando le dinamiche del prodotto interno lordo. Affinché ciò non porti a una riduzione strutturale dei consumi e freni la crescita economica, Confcommercio sottolinea l’importanza di intervenire sulla riduzione del cuneo fiscale e della spesa pubblica inefficiente.

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, questa ricerca conferma le difficoltà delle famiglie italiane, con spese obbligate che aumentano più velocemente dei salari, riducendo il potere d’acquisto e influenzando i consumi, che rappresentano una parte significativa del PIL.

Dona sostiene che il governo dovrebbe invertire questa tendenza non solo per i poveri, ma anche per la classe media che da anni affronta difficoltà economiche. È necessario adottare politiche che favoriscano il potere d’acquisto delle famiglie, ad esempio riducendo gli oneri sulle utenze come l’energia elettrica, anziché aumentarli come è accaduto di recente.

 

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