Hanno pagato il prezzo più alto in pandemia, ma oggi i nostri anziani si trovano a fare i conti con pericoli o situazioni inaccettabili nelle strutture che dovrebbero prendersi cura di loro e delle loro fragilità. La tragedia di Milano, con sei anziani morti nell’incendio della Casa dei Coniugi e 81 feriti, non è certo la prima in questi anni, nonostante i controlli serrati da parte dei Nas. C’è un problema di regole, numeri e sicurezza. In un Paese che, oltretutto, è sempre più anziano.
L’origine dell’incendio
Il punto di origine dell’incendio che ha devastato la struttura in via dei Cinquecento si localizzerebbe in un letto di un degente: i danni maggiori da combustione sarebbero concentrati lì. Sono in corso accertamenti, per chiarire la dinamica della vicenda. Ma cortocircuiti o sigarette fumate a letto sono fra le cause più frequenti degli incendi nelle Rsa o nelle case di riposo per anziani.
Incidenti e controlli
Sono davvero numerosi, forse troppo, i casi registrati nel recente passato dalla cronaca. Nel settembre del 2022 una donna di 67 anni morì e quattro anziani rimasero intossicati e ustionati nel rogo di una Rsa in Salento. C’è poi un episodio dell’11 marzo scorso nella Rsa Gaudium a Montesardo di Alessano (Lecce), dove è morta un’altra donna. Ancora una volta all’origine del rogo una sigaretta fumata a letto. In altri episodi, invece, la scintilla che ha scatenato il rogo è stata sprigionata da una presa elettrica.
Dalle verifiche effettuate dai Nas a fine 2022 su 607 strutture tra Rsa, case di riposo, comunità alloggio e case famiglia è emerso che 152 di queste, pari al 25%, sono risultate irregolari. Una su quattro. I Carabinieri hanno riscontrato violazioni penali, illeciti amministrativi, carenze igieniche e autorizzative, presenza di più anziani rispetto alla capienza autorizzata, dispositivi medici e farmaci scaduti, irregolarità nella gestione degli stupefacenti, alimenti mal conservati. Riscontri che lasciano con l’amaro in bocca. Naturalmente i controlli, periodici, non si sono interrotti.
Poche strutture
Rsa e Case di riposo sono spesso affollate, anche perchè l’Italia sconta una carenza di strutture per l’assistenza a lungo termine degli anziani. Con appena 19 posti per 1000 abitanti over 65 anni, in nostro Paese ha la più bassa disponibilità di queste strutture rispetto ad altri 7 Paesi avanzati. Il dato emerge dal documento ‘Il Servizio sanitario nazionale compie 45 anni’, realizzato dall’Ufficio valutazione e impatto del Senato che confronta i nostri numeri con quelli di 7 Paesi: Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svezia.
Mentre si attende che venga chiarita la dinamica dell’accaduto, due pazienti sono al momento ricoverati in Terapia intensiva, e si sta organizzando il ricollocamento di circa 150 anziani.
L’estate è un momento particolarmente critico per nostri anziani. L’auspicio è che quello che si faccia piena chiarezza sull’incendio nel capoluogo lombardio. Ma anche che tutto questo sia di stimolo per intensificare i controlli e accendere un faro sul rispetto delle regole di sicurezza in queste strutture, destinate a prendersi cura di persone particolarmente fragili e vulnerabili.