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Sport come un farmaco, ecco perchè prescriverlo in ricetta

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Adyen Articolo
Velasco25

E’ come un farmaco ma senza controindicazioni, per questo è stato proposto un disegno di legge per dare la possibilità ai medici di prescriverlo in ricetta. Eppure tra gli italiani dai 18 ai 59 anni, solo il 31% degli uomini pratica sport, mentre nelle donne siamo appena al 23%. 

Questo quando ormai sappiamo che l’attività fisica riduce del 30% il rischio di morte prematura, di malattia cardiovascolare e ictus, di diabete tipo II, di cancro al colon e al seno e di depressione. Se ne è parlato in Senato, all’incontro “Lo sport come medicina: un patto per la salute e il benessere dei cittadini”, organizzato su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini, presidente Intergruppo parlamentare “Qualità di Vita nelle Città”, con il supporto scientifico e istituzionale di Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, Health City Institute, Fondazione SportCity, Osservatorio Permanente sullo Sport e con il patrocinio dell’Anci.

“Lo sport è un “farmaco” che non ha controindicazioni e fa bene a tutte le età, per questo, già durante la diciottesima legislatura, erano state fatte proposte nel riconoscere il valore formativo, sociale, di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva. Per continuare quanto iniziato e favorire la considerazione dello sport come strumento per investire sul miglioramento del Paese, recentemente ho presentato un disegno di legge, l’Atto Senato n. 135 della XIX Legislatura del 13 ottobre, per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale, specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali”, ha detto Sbrollini. “La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate a impegnarsi in attività positive per la propria salute”.

“Di pari passo – ha aggiunto – è fondamentale che le città e il governo promuovano un’urbanizzazione focalizzata sulla cura e sulla salute dei cittadini. Si deve sportivizzare le città così da garantire a tutti la possibilità di svolgere moto e attività fisica. Spesso sono proprio le barriere architettoniche come l’assenza di parchi o la cattiva illuminazione a rendere difficile una passeggiata o una corsa. Si deve agire insieme per far sì che le città siano strutturate a misura di sport”, ha sottolineato la senatrice.

“Lo sport – ha precisato Ketty Vaccaro, direttore Area Welfare e Salute Fondazione Censis – è ampiamente riconosciuto come elemento cardine per la promozione e diffusione di comportamenti e stili di vita sani; eppure, dall’adolescenza in poi la percentuale di popolazione che svolge attività fisica diminuisce in modo drastico. Secondo gli ultimi dati del 2021, nella fascia di età tra gli 11 e i 14 anni il 46% pratica sport in modo continuativo, tra i 15-17enni diminuisce al 42%, con valori più alti tra i maschi, percentuale che scende ulteriormente dai 18 ai 59 anni”.

“Grazie alla ricerca e all’innovazione, l’aspettativa di vita si è allungata oltre gli 80 anni – ha evidenziato Raffaella Buzzetti, presidente eletto Società Italiana di Diabetologia  – ma per una buona qualità di vita è necessario preparare il nostro organismo con attività fisica costante e continuativa. Lo sport, oltre a rappresentare valori importanti come lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza, contribuisce all’invecchiamento attivo, fondamentale per aspirare quanto più possibile ad un invecchiamento in salute della popolazione”.

Fare attività fisica “vuol dire fare una scelta a favore della propria salute – ha rilevato Adriana Bonifacino, Componente CdA “Sport e Salute”, professoressa Università Sapienza di Roma – contribuisce a migliorare la forza, la resistenza e la salute ossea, allo stesso tempo permette di mantenere il peso sotto controllo, contrastare la depressione e prevenire diverse malattie non trasmissibili come ictus, ipertensione, iperglicemia, iperlipidemia, cancro al colon e al seno ma anche diabete e obesità”.

“Sportivizzare le città è un valore aggiunto alla sostenibilità – ha concluso Roberto Pella, deputato, presidente Commissione Speciale della Camera, presidente Intergruppo Parlamentare qualità di vita nelle città e vicepresidente Vvcario di Anci – può essere un punto di svolta e cambiamento per costruire una società più coesa e collaborativa. I comuni e i governi devono essere al centro di questo cambiamento poiché ora abbiamo la possibilità di rilanciare lo sport ed è nostro compito intervenire in maniera concreta e immediata per trasformare e mobilitare le città”.

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