È stato firmato il Joint research agreement tra Eni e il Cnr che prevede 22 milioni di investimenti per l’istituzione di quattro centri di ricerca congiunti per lo sviluppo sostenibile, localizzati nel Mezzogiorno, alla presenza del premier Giuseppe Conte, del Ministro per il Sud Barbara Lezzi e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Sono le quattro aree fondamentali sulle quali i ricercatori dei laboratori, istituiti presso centri operativi o di ricerca già esistenti, lavoreranno insieme: decarbonizzazione del settore energetico e una crescita sostenibile, promozione dell’economia circolare e della bioeconomia e sviluppo di sistemi idrici e tecniche di agricoltura innovativi e sostenibili. In particolare: studio dei cambiamenti climatici nell’ Artico a Lecce; Energia pulita da fusione a confinamento magnetico a Gela; gestione sostenibile e innovativa del ciclo dell’acqua in Basilicata; sviluppo di un’agricoltura a basse emissioni di CO2 a Portici.
“La collaborazione con CNR – afferma l’ad di Eni Claudio Descalzi – si inquadra nella strategia Eni di forte cooperazione con l’eccellente sistema della ricerca italiano. Siamo orgogliosi di avere all’attivo 9 accordi strategici con le principali università ed enti di ricerca del paese, per un investimento di più di 67 milioni di euro, evidenziando il nostro impegno nel campo della Ricerca e Sviluppo”.
L’accordo tra Eni e CNR “rappresenta un esempio unico di alleanza fra una grande azienda e l’ente di ricerca più importante in Italia per numero di ricercatori e brevetti, premi ERC vinti – afferma il presidente del Cnr Massimo Inguscio – I ricercatori del CNR e di Eni lavoreranno assieme allo sviluppo di quattro aree fondamentali per la decarbonizzazione del settore energetico, la promozione dell’economia circolare e della bioeconomia, a sostegno di sistemi idrici più efficienti e di tecniche di agricoltura innovativi in linea con i principali obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e al tempo stesso per promuovere soluzioni e mitigare gli impatti crescenti della siccità nel Mediterraneo e in aree geografiche strategiche del Corno d’Africa, Sahel, Medio Oriente”.
Tutti i centri saranno dotati di laboratori dedicati in cui sviluppare i progetti di ricerca, definiti e concordati da CNR ed Eni in termini di obiettivi, attività e risorse. Le attività di ricerca congiunte del laboratorio Eni-CNR a Lecce, presso l’Istituto CNR Nanotec, saranno dedicate ad analizzare e quantificare i processi climatici legati alla destabilizzazione della criosfera artica, in particolare del permafrost, e della valutazione degli effetti del suo scongelamento sull’oceano artico. Questi processi, estremamente rilevanti, sono in grado accelerare l’attuale riscaldamento del pianeta e di peggiorare la qualità dell’ambiente.
Lo sforzo congiunto Eni-CNR porterà a costituire il primo laboratorio italiano per lo studio integrato della criosfera terrestre artica, che utilizzerà misure in campo, osservazioni satellitari e modellistica numerica.Il centro Eni–CNR di Gela “Ettore Maiorana” sulla fusione sarà orientato alla ricerca di avanguardia sulle caratteristiche dei plasmi, dei magneti superconduttori, e sulle caratteristiche delle centrali che possono sfruttare le proprietà dei materiali e i vantaggi del processo di fusione. Il centro svilupperà competenze anche sul fronte del trasporto e dello stoccaggio della potenza elettrica, interfacciandosi con centri CNR che già operano in questi campi in Sicilia. L’attività di collaborazione Eni–CNR prevede lo sviluppo di competenze e know-how tecnologico, di tecniche innovative e di metodologie di validazione per la fusione, attraverso l’integrazione di competenze dei centri di ricerca di eccellenza del CNR con Eni.
Il Centro Eni-CNR ‘Acqua’ di Metaponto si prefigge di incrementare le conoscenze scientifiche promuovendo soluzioni e tecnologie innovative in grado di aumentare la produttività e l’efficienza dell’uso dell’acqua nel comparto agricolo e di mitigare gli impatti crescenti della siccità nel Mediterraneo e in altre aree strategiche come Corno d’Africa, Sahel, Medio Oriente.
Nel polo di ricerca agrario del CNR di Portici, nell’ottica della circolarità, saranno sviluppati progetti dedicati allo studio della decarbonizzazione in ambito agricolo e degli scarti da biomasse, da utilizzare come materia prima per la produzione di biocarburanti nelle bioraffinerie Eni. Al tempo stesso studi e progetti per l’intensificazione e allo sviluppo dell’agricoltura sostenibile, attraverso l’uso multifunzionale del territorio e la diversificazione delle coltivazioni a supporto della bioeconomia, in linea con i principali obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con i programmi di ricerca europei sulla bioeconomia e l’agri-food.