Premiare le aziende italiane e americane che hanno effettuato gli investimenti più rilevanti sull’asse transatlantico. Con questo obiettivo, anche quest’anno, come da 13 anni a questa parte, l’American Chamber of Commerce in Italy ha organizzato il suo tradizionale ‘Transatlantic Award Gala Dinner’. Più di 800 gli ospiti hanno assistito alla premiazione. Ad accogliere la business community dei due Paesi il presidente AmCham Italy, Giuliano Tomassi Marinangeli, e il consigliere delegato di AmCham Italy, Simone Crolla.
I due ospiti d’onore della serata, l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia Lewis M. Eisenberg e l’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Armando Varricchio, hanno partecipato con due interventi video da Washington. Da entrambi, un attestato di fiducia nell’operato delle imprese sull’asse Italia-Usa.
Dopo i saluti istituzionali, è stata la volta del discorso principale della serata, quello del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Mettendo in relazione stretta le due organizzazioni della rappresentanza, ha indicato l’obiettivo principale da perseguire: “costruire ponti per rafforzare le relazioni e rendere forti quelle spiegazioni economiche che determineranno gli obiettivi politici, perché spesso accade che la politica se ne dimentichi”. Boccia si è detto convinto che il nostro sistema produttivo possa rafforzare il suo peso a livello mondiale. “L’Italia è la boutique dell’industria mondiale, quando entrano in gioco l’armonia, l’equilibrio e la tecnologia entra in gioco l’Italia”. Alla fine, il passaggio che riporta direttamente al tema della serata. “Tra di noi c’è già una grande contaminazione ma c’è bisogno di dare un’accelerazione perché un’Europa forte, insieme agli Stati Uniti, difende la democrazia nel mondo”.
Le aziende americane premiate durante la serata sono state Cisco, ITT, Ruffino e Starbucks. Quelle italiane Angel, Falck Renewables, Legance, Magnaghi Aeronautica, Progetto Grano e Prysmian. Presenti anche gli sponsor del Gala: Coca Cola, Dow, Falck Renewables, Google, Hewlett Packard, Intesa Sanpaolo, Mapei, McDonald’s e Sisal.
La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di gennaio di Fortune Italia.