Complici le immagini di celebrità e influencer su riviste e social media, i sogni di ritocco si concentrano spesso sul seno femminile. E a dimostrarlo sono i numeri: la mastoplastica additiva è ormai un business da quasi 3 miliardi di dollari a livello globale, e non conosce crisi. Stando alle stime il ritmo è del +7,5% anno.
Ma per chi sogna una o due taglie in più non mancano le trappole, come dimostrano anche i drammatici episodi di cronaca. E, soprattutto, non sempre le soluzioni scelte si rivelano anatomicamente ottimali. Tanto che a crescere negli ultimi anni sono stati anche gli interventi di revisione.
Aspettative irrealistiche
Cosa fare? “La domanda di chirurgia estetica è in aumento, ma spesso è guidata da aspettative irrealistiche”, ha detto Roy De Vita, chirurgo plastico e direttore del reparto presso l’Istituto dei Tumori Regina Elena di Roma. “Molte donne arrivano al primo consulto chiedendo una marca o una forma di protesi vista su Instagram. Ma le protesi sono dispositivi medici, al pari di quelli ortopedici o cardiaci. Non sono accessori”. Proprio per mettere in guardia dalle trappole un gruppo internazionale di chirurghi plastici ha lanciato nei giorni scorsi a Milano un consensus sulla ‘Bellezza Naturale del Seno’.
Dalla scelta dell’impianto alle aspettative delle pazienti, passando per i protocolli di sicurezza e la selezione delle strutture, le raccomandazioni degli specialisti puntano a una sorta di rivoluzione nel settore, con approcci personalizzati e basati sull’anatomia, che mirano a risultati naturali e duraturi.
Il consensus internazionale, promosso col contributo non condizionante di Polytech, affronta sei delle aree più comunemente fraintese nella chirurgia del seno, almeno secondo gli specialisti. Ma vediamo qualche numero prima di analizzare domande (delle pazienti) e risposte (dei chirurghi).
Seno in primo piano: tutti i numeri delle protesi
Il mercato globale delle protesi mammarie ha raggiunto 2,78 miliardi di dollari nel 2024: 890 milioni negli Stati Uniti e 1,89 miliardi nel resto del mondo. Una cifra che raddoppierà entro il 2034, trainata sia da interventi ricostruttivi che estetici.
E in Italia? Solo negli ultimi venti mesi sono state impiantate 75.312 protesi in oltre 44.000 pazienti. Le taglie preferite dalle italiane hanno un volume dai 250 ai 400 ml (aumentano di una o due taglie il proprio seno), ma fino al 5,2% degli interventi utilizza impianti oltre i 550 ml (quasi tre taglie in più) in regioni come la Puglia, la Campania, la Sardegna e l’Umbria.
Un seno naturale? Questione di matematica
Il messaggio dei chirurgi plastici è netto: “Grande non significa bello – come ha evidenziato Patrick Mallucci della British association of plastic reconstructive and aesthetic surgeons, co-autore dello studio internazionale Ideal Breast Shape – La bellezza è una questione di proporzioni. In genere un rapporto di 45:55 tra il polo superiore e quello inferiore del seno crea una parte superiore leggermente concava e una inferiore tondeggiante, per un seno pieno ma armonioso. È geometria, non improvvisazione”.
Qualcosa, comunque, sta cambiando. Dopo il trionfo degli eccessi alla Pamela Anderson, oggi “le pazienti vogliono sempre più apparire e sentirsi bene, ma senza eccessi e senza sentirsi giudicate”, ha assicurato Mallucci.
Secondo Karsten Hemmrich, Ceo di Polytech Health & Aesthetics ed ex chirurgo plastico, stiamo assistendo a due grandi cambiamenti globali: “Le donne chiedono risultati più naturali e armoniosi, e cresce la richiesta di sicurezza e rigore scientifico nella produzione dei dispositivi”.
Occhio alle trappole sui social
Scrollando i social, però, si moltiplicano le immagini di prima e dopo. Ma attenzione: “I social media sono pieni di foto irrealistiche, confronti fai-da-te e promozioni di influencer,” ha ricordato Mariangela Dal Prá, Managing Director Italia e Head of Sales Central Europe di Polytech. “Vogliamo che le donne siano informate e consapevoli, non manipolate. A volte la scelta migliore è aspettare, o addirittura evitare del tutto l’intervento”.