Tina Knowles, madre di Beyoncé e Solange e autrice di un memoir, ha rivelato questa settimana di essere stata curata per un tumore al seno in stadio 1 lo scorso luglio. La donna si è detta fortunata ad aver scoperto il tumore, dopo che aveva dimenticato di riprogrammare una mammografia annullata a causa di Covid-19.
“Mi sono interrogata se condividere o meno quel percorso [nel mio nuovo memoir] perché sono una persona molto riservata. Ma ho deciso di farlo perché penso che contenga molti insegnamenti per le altre donne”, ha spiegato a People la madre di di Beyoncé, 71 anni, il cui memoir è stato scelto dall’Oprah’s Book Club. “Penso che noi donne, a volte siamo così impegnate e ci facciamo prendere dalla fretta, ma bisogna andare a fare il controllo. Perché se non lo avessi fatto, rabbrividisco al solo pensiero di cosa mi sarebbe potuto succedere”.
Knowles, che si è sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione del tumore e a una riduzione del seno, si è pentita di aver rimandato la mammografia quando ha scoperto che esisteva uno stadio del tumore al seno precedente a quello 1.
“Non sapevo che esistesse uno stadio 0″, ha detto. “Avrei potuto accorgermene allo stadio 0 se non avessi saltato la mammografia”.
Tina Knowles non è certamente la sola a non conoscere lo stadio 0, sebbene rappresenti circa il 20% di tutte le nuove diagnosi di tumore al seno, comprese quelle di Wanda Sykes, Elle Macpherson, Vanessa Bell Calloway e, più recentemente, dell’attrice Danielle Fishel. Ecco tutto ciò che devi sapere su questa forma di tumore.
Cosa significa avere un tumore al seno allo stadio 0?
Noto anche come carcinoma duttale in situ, lo stadio 0 è il più precoce a poter essere rilevato. Significa che nei dotti lattiferi sono presenti cellule non invasive o pre-invasive che sembrano cellule tumorali, ma che non hanno abbandonato la loro sede originale e si sono spostate nel resto del tessuto mammario (“in situ” significa “nella sede originale”). Un altro tipo di tumore al seno in stadio 0 è il morbo di Paget, secondo la National Breast Cancer Foundation, ovvero un tumore che colpisce il capezzolo e spesso l’areola, sebbene sia molto raro.
Potrebbe però spostarsi, poiché il 20% dei casi di carcinomi duttale in situ, alla fine si trasforma in tumore invasivo, motivo per cui la maggior parte delle donne con questa diagnosi opta per il trattamento.
Il carcinoma duttale in situ spesso è asintomatico, sebbene a volte possa manifestarsi con un nodulo palpabile o una secrezione anomala dal capezzolo, e viene in genere scoperto tramite mammografia, come nel caso di Knowles.
Come si tratta
Dopo la diagnosi tramite mammografia, il medico potrebbe prescrivere un’ecografia mammaria per un quadro più chiaro e una biopsia di controllo, in modo che le cellule possano essere esaminate da un patologo e classificate (più basso è il grado, meno aggressivo è il tumore), il che influenza le decisioni terapeutiche.
Alcune pazienti potrebbero optare per test genetici in questa fase, che possono anche orientare il trattamento. Le terapie suggerite, che variano da persona a persona a seconda di fattori quali età, rischio genetico, anamnesi e presenza o meno di recettori per gli estrogeni nelle cellule, possono includere un intervento chirurgico, radioterapia, terapia ormonale o una combinazione di questi approcci.
A volte i medici suggeriscono un approccio di “vigile attesa”, o di “sorveglianza attiva”, che significa sottoporsi a screening più frequenti per assicurarsi che le cellule non si siano diffuse. Jennifer Marti, professoressa associata di chirurgia al Weill Cornell Medical College, sostiene che la descrizione non è del tutto appropriata. “Il carcinoma duttale in situ è un indicatore di rischio di cancro al seno”, ha affermato. “Di per sé non è un tumore”. Per ora, viene considerato un tumore al seno non invasivo o pre-invasivo, secondo l’American Cancer Society.
Per Knowles, così come per tante altre donne nella sua posizione, il trattamento era l’opzione migliore. “Sto benissimo”, ha detto. “E sono incredibilmente fortunata che Dio mi abbia permesso di scoprirlo presto”.
L’articolo originale è su Fortune.com