Quello di Papa Francesco con medici e infermieri è stato un rapporto speciale, come ha dimostrato più volte con gesti e parole, fin dalla definizione di Chiesa come “ospedale da campo”. E come conferma il racconto delle ultime ore di Bergoglio. Ma dobbiamo fare un passo indietro fino agli anni della pandemia e poi al 2021 per incontrare Massimiliano Strappetti, l’infermiere personale che gli è stato accanto fino alla fine.
”Un infermiere mi ha salvato la vita. E questa è la seconda volta che accade”, aveva detto Bergoglio alla radio spagnola Cope, parlando dell’intervento al colon del luglio di 4 anni anni fa. Si trattava di un infermiere “con molta esperienza”, che ha lavorato a lungo nella Rianimazione del Policlinico Gemelli e poi nella Guardia medica del Vaticano. E che non ha lasciato il Pontefice fino alla fine.
Le ultime parole del Papa
“Grazie per avermi riportato in piazza”, avrebbe detto il Pontefice proprio a Strappetti, dopo il bagno di folla in papamobile a San Pietro (nella foto principale) nella sua ultima Pasqua, stando ai media vaticani. La mattina del Lunedì dell’Angelo avrebbe salutato un’ultima volta con la mano l’infermiere, prima di entrare in coma.
“Papa Francesco ha sempre mostrato un affetto sincero e una stima profonda per gli infermieri: in ogni incontro, in ogni discorso, ci ha ricordato la dignità e la dedizione pregna di competenza e relazione curativa della nostra professione. La sua vicinanza agli ultimi, il suo sguardo attento verso chi è accanto al prossimo, resteranno per sempre nel cuore di chi ogni giorno indossa una divisa sanitaria”, ha detto all’Adnkronos Salute la presidente della Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli.
I medici del 118 e San Giuseppe Moscati
Prezioso anche il ricordo degli operatori della Sis 118. “Scrissi a metà dicembre scorso una lettera a Papa Francesco per informarlo del felice esito della nostra petizione popolare finalizzata a chiedere alla Santa Sede la proclamazione di San Giuseppe Moscati quale Santo Patrono del Sistema di Emergenza Territoriale 118″, dice a Fortune italia il presidente della Società Italiana Sistema 118, Mario Balzanelli.
“Mai avrei immaginato di ricevere, dopo neanche 10 giorni, una telefonata a parte della Segretaria di Stato Vaticana, con la quale venivamo convocati il giorno 8 gennaio 2025, al termine dell’Udienza Generale in Aula Nervi. Incontrarlo è stata “un’emozione fortissima”, confida Balzanelli. “Ci lascia un uomo che ha dimostrato in questo secolo, e per i tempi a venire, che la rivoluzione salvavita del Vangelo è ancora possibile”.

Il Giubileo degli ammalati e i ‘santi della porta accanto’
L’ultimo confronto con le professioni sanitarie è stato recente: il 6 aprile scorso, in occasione del Giubileo degli ammalati e della Sanità.
“Il mondo malato perde il suo medico”, ha detto alla morte di Papa Francesco il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, ricordando la concezione di Chiesa “come ospedale da campo. Una Chiesa capace di accogliere, di curare le ferite, di essere sempre vicina a chi soffre, là dove serve. Come medici, come operatori sanitari, lo abbiamo sempre sentito vicino: quando, da solo, pregava durante la pandemia in una Piazza San Pietro deserta. Quando ci definiva ‘i santi della porta accanto’, sempre pronti ad accogliere e curare; quando ci incontrava, più e più volte nel corso del suo Pontificato e aveva sempre per noi parole di apprezzamento e incoraggiamento”.
“Quando, per il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, è voluto scendere tra noi, per la sua prima uscita dopo il ricovero. Papa Francesco, con la sua stessa vita, si è fatto testimone di quel ‘miracolo della tenerezza’ che è la cura – ha concluso Anelli – il farsi carico della sofferenza, che è la missione vera dei medici”.