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Papa Francesco è morto alle 7.35, cosa succede adesso

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Papa Francesco è morto nel Lunedì dell’Angelo. “Questa mattina alle 7.35 il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre”, ha detto il cardinale Kevin Farrell in una dichiarazione pubblicata dal Vaticano sul suo canale Telegram.

Le parole del cardinale Farrel

L’annuncio della morte del Papa, 88 anni, è stato dato nel corso di una diretta da casa Santa Marta, convocata all’improvviso proprio per dare la notizia. La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato l’accaduto: “Poco fa Sua Eminenza, il Cardinal Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: ‘Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino’”

Ieri il Papa si era affacciato da San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi pasquale, accolto con affetto dai fedeli.

Le cause della morte del Papa

Come riferiscono diversi media nazionali e internazionali, il Pontefice si è svegliato  alle 6 del mattino a Casa Santa Marta. I collaboratori lo avrebbero trovato “in condizioni discrete”. Poco dopo il risveglio, intorno alle 7.00, Francesco avrebbe avuto un malore improvviso. È stato immediatamente soccorso dallo staff medico presente in Vaticano, ma alle 7.35 – come reso noto dal bollettino ufficiale – il Papa è morto. Il decesso sarebbe stato causato da un ictus.

La lunga malattia e l’ultimo ricovero al Gemelli

Venerdì 14 febbraio  Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli per una patologia respiratoria. Le analisi hanno rivelato poi un quadro clinico complesso, una “infezione polimicrobica delle vie respiratorie”, come hanno fatto sapere le fonti ufficiali. Una polmonite insidiosa e complessa da trattare.

Qualche giorno prima, durante la celebrazione del Giubileo delle Forze armate, il Pontefice aveva interrotto l’omelia, confidando: “Ho difficoltà nel respiro“. I problemi non erano stati superati, così il 14 febbraio, dopo le udienze a Casa Santa Marta, Papa Francesco si è recato in quello che ai suo tempi Giovanni Paolo II ribattezzò ‘il Vaticano numero 3’, per alcuni “necessari accertamenti diagnostici” e per “proseguire in ambiente ospedaliero le cure per la bronchite” di cui è affetto da giorni, come avevano precisato dalla Sala stampa vaticana.

Subito l’ospedale è stato ‘circondato’ da stampa e fotografi: tutti gli obiettivi sono stati  puntati oltre un mese sulla stanza del Pontefice.

Il Papa al Gemelli: un quadro clinico ‘complesso’

L’annuncio del professor Alfieri

Il 22 marzo è arrivato l’annuncio del professore Sergio Alfieri, che coordinava il team di medici che da 37 giorni aveva in cura il Pontefice, parlando con la stampa. Dimissioni protette, con il proseguimento delle terapie a Casa Santa Marta.

L’ultima Pasqua di Papa Francesco

Di lì Papa Francesco ha continuato a lavorare, concedendosi anche brevi incontri con i fedeli. L’ultimo ieri, nel giorno di Pasqua, in piazza San Pietro. Poco prima, a Casa Santa Marta, aveva avuto un breve incontro privato con il vice presidente degli Stati Uniti d’America, J.D. Vance. Stamane la notizia della morte.

Cosa succede adesso

Quando un Papa muore si attiva una catena di procedure stabilite dalla Chiesa Cattolica:

1. Conferma della morte

Il Camerlengo (una figura chiave della Curia Romana) è responsabile di confermare ufficialmente la morte del Papa. Tradizionalmente, toccava la fronte del Papa con un martelletto d’argento e lo chiamava per nome tre volte. Se non c’era risposta, pronunciava la frase: “Vere Papa mortuus est”. Oggi la liturgia è stata snellita e il camerlengo, dopo aver verificato di persona che il Papa sia effettivamente morto, si limita a stendere un velo sul volto del defunto, sfila dall’anulare della mano destra l’anello piscatorio, che viene spezzato o inciso in modo da “annullarlo” (come avviene da Giovanni Paolo II in poi), la stessa cosa avviene per il piombo con cui il pontefice siglava le sue lettere.

2. Sigillo degli appartamenti papali

Il Camerlengo sigilla l’appartamento del Papa per preservare documenti e oggetti personali. Un’anta del portone della Basilica di San Pietro viene chiusa e le campane suonano a martello in segno di lutto.

3. Sede vacante

Inizia il periodo detto di “sede vacante”: il trono papale è vacante e tutti i poteri di governo della Chiesa sono sospesi, eccetto quelli necessari per la gestione ordinaria.

4. Preparazione dei funerali

Il Papa viene esposto in Vaticano per la venerazione dei fedeli e si celebrano nove giorni di lutto, chiamati novemdiales. I funerali papali sono solitamente solenni e si tengono nella Basilica di San Pietro. Il corpo di Bergoglio non verrà adagiato su di un catafalco, come avvenuto per Benedetto XVI, ma sarà deposto direttamente dentro la bara aperta che sarà esposta ai fedeli. Non ci saranno più nemmeno le tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere. Per la sepoltura, Francesco verrà tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in quanto devoto alla Madonna Salus populi romani.

5. Conclave

Dopo un minimo di 15 e un massimo di 20 giorni dalla morte, inizia il Conclave, l’assemblea dei cardinali sotto gli 80 anni. Si tengono votazioni quotidiane nella Cappella Sistina, finché non si raggiunge una maggioranza di due terzi per eleggere il nuovo Papa.

6. Fumata bianca e Annuncio del nuovo Papa

La fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina indica l’elezione di un nuovo Papa. Una volta eletto, il Pontefice accetta l’elezione, sceglie il suo nome da Papa e viene annunciato al mondo dal balcone di San Pietro.

Il rito in programma alle 20.00

In seguito alla comunicazione del decesso del Pontefice, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (nn. 21-40) “lunedì 21 aprile alle ore 20.00, Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara“, fa sapere la Santa Sede.

“Sono pertanto pregati di prendere parte al rito l’Eminentissimo Decano del Collegio Cardinalizio, i familiari del Romano Pontefice, il Direttore e il Vice Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, che si troveranno per le ore 19.45 nella Cappella della Domus Sanctæ Marthæ. Gli Ecclesiastici indosseranno l’abito corale loro proprio”.

*Articolo aggiornato

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