Bambini, anziani, donne in gravidanza: moltissimi italiani questa primavera stanno facendo i conti con bronchiti e polmoniti. Il tutto mentre, complici gli sbalzi termici, influenza e virus cugini non mollano: in Italia siamo a più di 15,6 mln di casi dall’inizio della sorveglianza.
Ma che cosa sta succedendo? Fortune Italia lo ha chiesto a Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma.
Influenza, ci siamo: il picco è passato, ma è tempo di polmoniti
Ebbene, “le polmoniti che stiamo osservando in questo periodo dell’anno sono un’infezione delle piccole cavità polmonari (alveoli) e dei tessuti vicini. Parliamo di una patologia diffusa, importante, che può andare incontro a complicazioni e persino provocare il decesso. Anche se normalmente è curabile soprattutto con terapie antibiotiche”, dice Ciccozzi.
L’aumento delle polmoniti
“Nel gennaio scorso era stato registrato un aumento sensibile di queste patologie in Europa. L’Ecdc (European Centre for Disease Control and Prevention) aveva messo in guardia sulla circolazione crescente di agenti batterici e virali legati alle infezioni respiratorie. Segnalando, fin dall’ottobre 2023, un aumento di infezioni dovute al Mycoplasma in sei nazioni europee. In Olanda, ad esempio, erano stati rilevati 103 casi ogni 100.000 bambini, tra 5 e 14 anni, rispetto a una media di 58 per 100-000 del periodo pre-Covid”.
Cause diverse
Le polmoniti che stiamo osservando in questo periodo dell’anno “possono andare incontro a complicazioni e possono essere causate da diversi microrganismi, tra cui batteri, virus, micobatteri, miceti e parassiti. Va detto che le forme batteriche e virali sono molto più comuni rispetto a quelle da micobatteri, micotiche o parassitarie, e che l’influenza è spesso complicata da una polmonite batterica. A volte – riflette l’epidemiologo – si incappa in batteri resistenti, che non riescono ad essere sconfitti dalla terapia antibiotica, oppure richiedono tempi lunghi per essere debellati”.
Certo, ormai l’epidemia influenzale ha raggiunto il picco. “Ma la sua discesa sembra essere molto lenta, determinando ancora casi di influenza specialmente tra bambini ed anziani. Non a caso si registra un aumento di polmoniti soprattutto tra queste due fasce d’età”.
L’età e il mix di virus
Insomma, a giocare un ruolo secondo l’epidemiologo sono stati due elementi: “Il virus influenzale ha avuto una stagione importante, ma c’è anche da considerare l’età media della popolazione italiana e la presenza di patologie croniche. I patogeni respiratori circolano dai bambini ai nonni. La vaccinazione anti-influenzale in questi casi è sempre l’arma migliore – aggiunge – ma purtroppo quest’anno la copertura è diminuita del 3,4% rispetto alla campagna 2022-23, arrivando al 53,3% rispetto al 56,7%”.
“Il dato più basso di copertura degli over 65, insieme ad un mix di virus respiratori, oltre all’influenza e alla presenza anche dello pneumococco, hanno portato all’aumento delle polmoniti”.
L’epidemiologo non ha dubbi: “Occorre fare per tempo il vaccino anti-influenzale e non sottovalutare mai questi malanni, evitando di trascinare a lungo febbricola e tosse”.