La moka italiana ora è cinese, e per la Borsa italiana arriva un altro delisting. Nuo Octagon ha sottoscritto due contratti di compravendita per l’acquisto del 78,56% del capitale sociale di Bialetti Industrie. Solo poche settimane fa Bialetti aveva confermato i negoziati.
Nuo Octagon è legata a Nuo Capital, un fondo d’investimento con sede in Lussemburgo controllato dal tycoon cinese Stephen Cheng e a sua volta legato al family office World-Wide Investment Company di Hong Kong.
Un contratto è stato sottoscritto con Bialetti Investimenti e Bialetti Holding, controllate da Francesco Ranzoni, per il 59,002% del capitale sociale, cioè la totalità delle azioni Bialetti detenute dalle due società per un valore di 47,3 milioni di euro. L’accordo prevede un vendor loan nei confronti di Nuo da 18 milioni di euro.
L’altro contratto è stato firmato con Sculptor per il 19,565%, per 5,73 milioni.
L’Opa obbligatoria e il delisting di Bialetti
Il closing è previsto entro giugno e dopo sarà promossa un’Opa obbligatoria sulle restanti azioni in circolazione di Bialetti. Nella comunicazione di Bialetti si legge che il corrispettivo dell’OPA sarebbe non inferiore a 0,467 euro per azione. “In seguito alla chiusura dell’Opa, l’acquirente intende perseguire il delisting delle azioni Bialetti da Euronext Milan”.
Il rifinanziamento
La compravendita fa parte di un’operazione legata al rifinanziamento dell’indebitamento oggetto dell’accordo di ristrutturazione.
Il piano prevede un finanziamento junior da 30 milioni concesso da illimity e Amco; un finanziamento senior di 45 milioni da parte di un pool di istituzioni finanziarie guidate da Banco Bpm e Bper Banca; apporti di equity da parte di Nuo Octagon per almeno 49,5 milioni.
Per Egidio Cozzi, Ad di Bialetti Industrie che continuerà a mantenere il suo ruolo dopo l’accordo, “con l’ingresso di Nuo si apre un nuovo capitolo, ricco di opportunità: continueremo a investire in innovazione, internazionalizzazione e autenticità, mantenendo sempre al centro la passione per il caffè e l’eccellenza del made in Italy”.
Bialetti, la storia del caffè italiano
La storia della Moka parte da Alfonso Bialetti nel 1933 e continua con il figlio Renato, passando dall’iconicità dell’omino con i baffi firmato Paul Campani che ha fatto la storia anche grazie a Carosello. “Ho acquistato questo meraviglioso marchio più di 30 anni fa – dichiara Francesco Ranzoni, presidente del consiglio di amministrazione di Bialetti Industrie – Bialetti oggi è una realtà internazionale con un grande potenziale. In questi anni abbiamo attraversato momenti storici complessi, ma con passione, dedizione e spirito di squadra siamo sempre riusciti a guardare avanti e a far crescere l’azienda. L’ingresso di Nuo rappresenta ora una leva strategica per rafforzare ulteriormente il brand e consolidarne il posizionamento sui mercati esteri”.

Bialetti, aggiunge Tommaso Paoli, Ceo di Nuo, “rappresenta una sfida significativa e bellissima per noi, ponendoci di fronte a nuovi obiettivi di crescita per un marchio storico della cultura e della tradizione italiana. Siamo nati a Milano e dal 2016 abbiamo investito oltre 400 milioni di euro di capitali privati nel made in Italy, in aziende che oggi possono contare su nuovi modelli organizzativi e gestionali, sempre più aperte ai mercati internazionali, mantenendo indipendenza e identità proprie. Siamo entusiasti di mettere al servizio di uno dei brand più significativi del nostro Paese le risorse e le competenze necessarie per una nuova fase di sviluppo di Bialetti e del nostro territorio”.