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Meta addestrerà l’AI con i vostri post. Ecco il modulo per opporsi (e le eccezioni)

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Velasco25 Articolo

“Offrire un’intelligenza artificiale migliore agli europei”: è questo il titolo scelto da Meta per la nota che comunica l’avvio dell’addestramento della sua intelligenza artificiale generativa con i post condivisi dagli utenti Ue. Nei prossimi giorni i cittadini Ue che usano Instagram e Facebook riceveranno una notifica via app o mail che spiega quali dati verranno utilizzati dal gigante guidato da Mark Zuckerberg.

Tranne messaggi privati e i dati degli utenti minorenni, qualsiasi post e commento potrà essere usato per “migliorare”, appunto, l’intelligenza artificiale di Meta. E verranno utilizzate anche le interazioni degli utenti con Meta AI, il chatbot lanciato di recente in Ue e reso disponibile sulle app di messaggistica del Gruppo.

Ma se il vostro post è stato condiviso da qualcun altro, il discorso cambia.

Come opporsi

Chi non vuole che i propri dati vengano utilizzati per l’addestramento di AI si potrà opporre, dice Meta: nelle notifiche che arriveranno via mail e nelle app sarà incluso un link a un modulo tramite il quale le persone potranno opporsi in qualsiasi momento.

Meta dice di aver reso il modulo di opposizione “facile da trovare, leggere e compilare, e rispetteremo tutti i moduli già ricevuti così come quelli che verranno inviati in futuro”. Il modulo messo a disposizione da Meta è raggiungibile a questo link.

Perché opporsi subito

Anche se sarà possibile opporsi all’utilizzo dei dato per l’AI anche in futuro, la Data protection agency di Amburgo ha fatto notare che “affinché l’opposizione abbia pieno effetto, deve essere presentata entro la fine di maggio 2025. Sebbene sia possibile opporsi in qualsiasi momento dopo questa data, non sarà più possibile tornare indietro se i propri dati sono già stati utilizzati per l’addestramento dell’AI. I dati di addestramento sono irrevocabilmente incorporati nei modelli di intelligenza artificiale e la loro influenza non può più essere rimossa dal modello”.

Quando i dati vengono utilizzati lo stesso

Secondo quanto si legge nel modulo per informazioni pubbliche si intendono oltre a post e commenti anche le foto e le relative didascalie. Si specifica, come nella nota, che i messaggi non verranno utilizzati, ma con l’eccezione di quelli condivisi “con le nostre AI”.

L’informativa che accompagna il modulo specifica a chi si vuole opporre all’utilizzo dei suoi dati per addestrare AI che “potremmo comunque trattare le informazioni che ti riguardano per sviluppare e migliorare l’AI su Meta, anche se ti opponi o non usi i nostri prodotti. Ad esempio, questo potrebbe accadere se tu o le tue informazioni: apparite in un’immagine condivisa con tutti sui nostri prodotti da qualcuno che li usa; siete menzionati nei post e nelle didascalie che qualcun altro condivide sui nostri prodotti”.

 

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L’informativa che accompagna il modulo

Il modulo da inviare a Meta per opporsi all’utilizzo dei dati per l’addestramento AI

Wired ha segnalato come esista anche una procedura di contestazione per contenuti che ci riguardano pubblicati da terzi: questa. Da questa pagina è possibile appunto inviare una contestazione riguardante informazioni personali pubblicate da terzi senza il proprio consenso: “In generale, le informazioni personali sono informazioni su di te. Includono ad esempio nome, indirizzo, numero di telefono o indirizzo e-mail”, recita il modulo. “Le informazioni provenienti da terzi includono i dati di dominio pubblico su Internet e le informazioni concesse in licenza da qualcuno che ne possiede i diritti e autorizza Meta a usarle”. Nel modulo bisogna mostrare i prompt in cui emergerebbero informazioni personali: bisogna quindi verificare, interrogando l’AI di Meta, che quelle informazioni siano state pubblicate sul Gruppo. Una verifica improbabile, se non si utilizzano le piattaforme Meta.

Una novità solo per l’Europa…

Nella nota Meta ha sottolineato il dispiacere per il fatto che ci sia voluto quasi un anno per poter avviare il processo. Anche il lancio di Meta AI è arrivato in ritardo rispetto ad altri mercati come gli Usa.

Il motivo sono le regole europee, quelle del Gdpr e quelle dell’AI Act. Un contesto regolatorio complesso che lo scorso anno ha costretto Meta a posticipare “l’addestramento dei nostri modelli linguistici di grandi dimensioni utilizzando contenuti pubblici, in attesa che i regolatori chiarissero i requisiti legali. Accogliamo con favore il parere fornito dal Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) a dicembre, che ha confermato come il nostro approccio iniziale fosse conforme ai  nostri obblighi legali. Da allora, abbiamo collaborato in modo costruttivo con la Commissione irlandese per la protezione dei dati (IDPC) e non vediamo l’ora di continuare a portare tutti i benefici dell’AI generativa alle persone in Europa”.

È importante sottolineare, aggiunge il Gruppo, “che il tipo di addestramento dell’AI che stiamo svolgendo non è un’esclusiva di Meta, né sarà unico per l’Europa. È così che abbiamo addestrato i nostri modelli di IA generativa per le altre regioni del mondo, fin dal lancio”.

…e non solo per Meta

Nella sua nota il Gruppo cita anche altre aziende, ricordando che non è l’unica a utilizzare i dati degli utenti in questo modo. E fa capire che il suo utilizzo è più trasparente rispetto a quello di altri. “Stiamo seguendo l’esempio di altre aziende, tra cui Google e OpenAI, che hanno già utilizzato dati degli utenti europei per addestrare i propri modelli di IA. Siamo orgogliosi del fatto che il nostro approccio sia più trasparente rispetto a quello di molti altri operatori del settore”.

In questo momento l’intelligenza artificiale di Meta sta vivendo una fase di transizione verso una dimensione più commerciale, secondo gli osservatori, a discapito della ricerca. Recentemente Joelle Pineau, responsabile della ricerca sull’intelligenza artificiale di Meta, ha annunciato il suo addio. Pineau aveva guidato per due anni FAIR, il famoso laboratorio di intelligenza artificiale di Meta. Intanto il Gruppo affronta una minaccia esistenziale. La Federal trade commission americana potrebbe obbligarlo a separarsi da Instagram e Whatsapp, le cui acquisizioni avrebbero creato un monopolio social, secondo l’accusa.

Capire meglio le altre lingue

L’operazione punta a migliorare la capacità dei modelli nel comprendere lingue, culture e specificità delle comunità europee, spiega Meta. “È fondamentale che i nostri modelli di AI generativa vengano addestrati su una varietà di dati che gli permettano di comprendere le incredibili e variegate sfumature e complessità che caratterizzano le comunità europee. Ciò include tutto, dai dialetti, ai modi di dire fino alle conoscenze locali e ai modi distintivi in cui i diversi Paesi usano l’umorismo e il sarcasmo nei nostri prodotti. Si tratta di un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più avanzati, con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini”.

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