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Salute: il baby blues è passeggero? La fragilità delle mamme

salute mamma bambino
Adyen Articolo
Velasco25

Tutti gli inizi possono essere in salita e talvolta a risentirne è la salute. E questo anche nel caso di una nascita a lungo sognata. Così quasi otto neomamme su dieci sperimentano una stanchezza o tristezza improvvisa subito dopo il parto, che poi scompare da sè. È il baby blues o maternity blues, spesso confuso con la depressione. Ma di che si tratta?

A cercare di fare chiarezza, in occasione della Giornata Mondiale della Salute del 7 aprile – dedicata quest’anno al benessere di mamma e neonato – sono i medici anti-bufale di Dottoremaeveroche.it, il portale contro le fake news della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

Si stima che 1 donna su 5 sviluppi problemi di salute mentale nel periodo perinatale, in particolare depressione e ansia. Un tema interessante, anche considerato che nel 2024 i bebè nel nostro Paese sono stati appena 370mila, -2,6% rispetto al 2023. Come segnala puntualmente l’Istat siamo a un nuovo minimo storico in termini di fecondità, complice la trappola demografica che ha portato progressivamente alla riduzione dei potenziali genitori.

Che cos’è il baby blues

L’espressione inglese unisce le parole blues (malinconia) e bambino. Iniziamo col dire che per i dottori anti-bufale è preferibile parlare di maternity blues, perché le emozioni malinconiche si riferiscono al vissuto della mamma appena dopo il parto.

Attenzione: “Non è una malattia ma una condizione di disagio, malessere, sperimentata dalle neomamme”, spiegano gli esperti, indicando le tre caratteristiche principali di questa condizione:

insorge subito dopo il parto, in genere entro tre o quattro giorni;
è di breve durata (massimo due settimane);
si risolve spontaneamente, senza assumere farmaci o sottoporsi a una psicoterapia.

I sintomi

Se questa condizione di disagio continua anche dopo due settimane, però, potrebbe trattarsi di un disturbo diverso. Il fatto è che il rientro a casa dopo il parto segna una fase di transizione, con cambiamenti significativi sia a livello fisico che nella vita quotidiana. I sintomi più comuni del maternity blues includono:

oscillazioni dell’umore (tristezza, irritabilità, nervosismo, ansia);
crisi di pianto;
preoccupazione per i nuovi compiti;
stanchezza;
scarsa concentrazione;
disturbi del sonno;
disturbi dell’appetito;
difficoltà a interagire con il figlio.

La differenza con la depressione post partum

Insomma, i sintomi del baby blues sono simili a quelli di una depressione lieve e transitoria. Ma attenzione: esiste anche la depressione post-parto, che colpisce circa il 10-15% delle neomamme. I sintomi, spiegano i dottori anti-bufale, sono simili a quelli del maternity blues, ma più intensi e persistenti.

Cambia il momento in cui compaiono: non sono immediati, ma si avvertono oltre un mese dopo la fine della gravidanza. In particolare, si è visto che il periodo di maggiore vulnerabilità è tra l’ottava e la dodicesima settimana post-parto.

Le cause e i campanelli d’allarme

Nel mirino degli specialisti ci sono gli ormoni. Subito dopo il parto, infatti, si verifica un crollo degli estrogeni e del progesterone, i principali ormoni femminili. Una situazione simile – ma più intensa – alla sindrome premestruale, quando ogni donna sperimenta alterazioni dell’umore, riduzione delle energie, nervosismo, insonnia.

Ma sono molti i fattori di rischio che potrebbero fare da campanello d’allarme. Contano, infatti, le condizioni socioeconomiche (contrasti coniugali o assenza del partner, isolamento sociale, difficoltà materiali, giovane età) e come si è vissuta la gravidanza. Inoltre le donne che hanno sofferto di maternity blues hanno un rischio più elevato di sviluppare la depressione.

“La depressione non è una colpa. Il periodo dopo il parto è tanto ricco di cambiamenti quanto di aspettative: occorre tempo, aiuto, condivisione per affrontarne le sfide. In altre parole: soffrire di depressione non vuol dire essere una madre incapace”, sottolineano i dottori anti-bufale.

Infine attenzione, la depressione post-parto può infine colpire anche i papà: circa 1 su 25 sperimenta sintomi depressivi dopo la nascita di un figlio.

Cosa fare per ritrovare la salute

Se il blues si risolve spontaneamente, in caso di problemi più importanti e duraturi è fondamentale chiedere aiuto. Gli esperti di Dottoremaeveroche suggeriscono di rivolgersi al medico di medicina generale, all’ostetrica o al ginecologo, oltre che ai familiari. I professionisti sanitari sanno riconoscere i sintomi e la gravità e potranno offrire il supporto adeguato a ogni paziente.

Si tratta infatti di un problema che può colpire chiunque, come hanno testimoniato numerose celebrità. Alla depressione post partum l’attrice americana Brooke Shields ha dedicato un libro, ‘Down Came the Rain’, raccontando la sua esperienza e l’aiuto ricevuto dai medici. “È un problema molto grave, sono stata ringraziata da molte donne per aver parlato di un problema che viene troppo spesso ignorato per mancanza di informazioni, vergogna, paura”, ha scritto l’attrice di ‘Laguna blu’. Insomma, il silenzio è il primo nemico. Mentre “il diritto alla salute è una conquista della nostra civiltà, frutto di decenni di impegno civile e mobilitazione popolare, riforme sociali e progressi scientifici”, come ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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