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Digital Enabler: le infrastrutture della crescita

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Velasco25 Articolo

Le infrastrutture digitali sono le autostrade invisibili del futuro, per questo la connettività è un tema dirimente nel nostro Paese, dove la necessità di colmare il digital gap, nelle grandi aree ma anche nelle zone più periferiche e meno connesse, è essenziale.

L’analisi Monimedia Moodscape di Eikon su un corpus di oltre 100.000 articoli dalle prime pagine e sezioni economiche della stampa italiana, negli ultimi 18 mesi, evidenzia come la competitività del Paese si giochi sempre più sulla capacità di colmare il gap digitale, non solo nelle grandi città ma soprattutto nelle aree meno connesse. Una sfida che richiede non solo tecnologia, ma una nuova visione di infrastruttura al servizio dello sviluppo. Una sfida che hanno colto due aziende come Inwit e Open Fiber.

Inwit

Inwit interpreta questa evoluzione attraverso il ruolo di “digital infrastructure company”: le infrastrutture digitali e condivise sono un abilitatore della connettività e quindi della transizione digitale, ma anche un motore verso un modello di sviluppo più sostenibile.

“La copertura della nuova linea ‘Blu’ M4 di Milano e i progetti Fiera Milano Smart City o Roma 5G sono un esempio di come un ecosistema integrato e capillare di infrastrutture, in grado di servire contemporaneamente più operatori e più tecnologie sia essenziale nel percorso di trasformazione delle nostre città in Smart City – spiega Michelangelo Suigo Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT -. L’alleanza con Legambiente per il monitoraggio della qualità dell’aria e per la prevenzione degli incendi, e la partnership con Uncem e con Anci sul digital divide dimostrano inoltre quanto il nostro modello di business ‘intrinsecamente sostenibile‘ rappresenti un driver di crescita economica e di creazione di valore per tutti i nostri stakeholder”.

Open Fiber

Open Fiber ridisegna la geografia digitale del Paese partendo dai suoi borghi. Il progetto di Pitigliano che mira a rendere il centro il primo Borgo Digitale d’Italia, evidenzia Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne di Open Fiber “non è solo fibra ottica, ma un modello di transizione digitale sostenibile e replicabile”.

Un approccio che si estende alle Aree Bianche dove, nonostante le complessità morfologiche del territorio, l’azienda accelera la riduzione del divario digitale attraverso innovazioni come la piattaforma Real City e il sistema Digital Twin, contribuendo alla creazione di un futuro più sostenibile e all’integrazione dei temi Esg nel business aziendale.

Due visioni complementari

I due player stanno di fatto presidiando quello spazio di innovazione che nell’analisi di scenario del panorama italiano appare ancora troppo debole.

Un impegno certificato anche sul fronte Esg, con INWIT presente nell’indice MIB ESG di Borsa Italiana e score A da CDP Climate change e Open Fiber prima azienda italiana a ottenere la certificazione Esg da Sgs, che dimostra come la trasformazione digitale possa coniugare sviluppo tecnologico e sostenibilità.

Due “visioni” complementari che stanno ridefinendo il significato stesso di infrastruttura digitale: non più solo reti fisiche ma ecosistemi di servizi che abilitano la trasformazione.

Due esperienze che dimostrano come le “autostrade digitali” possano essere non solo dorsali tecnologiche, ma veri e propri acceleratori di sviluppo sostenibile per le comunità.

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