Finalmente Papa Francesco torna a Casa Santa Marta. Dimissioni protette le sue, come hanno fatto sapere gli specialisti del Policlinico Gemelli (nella foto Sergio Alfieri). Con la prospettiva di una convalescenza di almeno due mesi.
L’annuncio del professor Alfieri
“Domani il Santo Padre è in dimissione, tornerà a Santa Marta”, ha detto il professore Sergio Alfieri, che coordina il team di medici che da 37 giorni ha in cura il Pontefice, parlando con la stampa. Una “buona notizia che tutto il mondo stava aspettando”.
La lunga degenza di Papa Francesco era cominciata il 14 febbraio, per quella che all’inizio sembrava una bronchite. La successive analisi hanno rivelato un quandro complesso: una polmonite bilaterale.
Al momento del ricovero, l’illustre paziente aveva “una insufficienza respiratoria acuta dovuta ad una infezione polimicrobica. Quindi virus, miceti e batteri. Questi hanno determinato una polmonite bilaterale severa che ha richiesto un trattamento farmacologico combinato. Durante il ricovero del Santo Padre” si sono verificati due episodi “molto critici, nei quali il Papa è stato in pericolo di vita. Le terapia farmacologiche, l’ossigeno ad alti flussi, e la ventilazione meccanica non assistita hanno fatto registrare un lento e progressivo miglioramento facendo uscire il Santo Padre dagli episodi più critici”, ha ricordato il professore.
Le dimissioni protette e la convalescenza
In questi mesi si sono rincorse voci sullo stato di salute del paziente. Il Santo Padre – ricorda Adnkronos Salute – non è mai stato intubato. È sempre rimasto vigile, orientato e presente. Ma i medici sono stati chiari: dovrà continuare le terapie farmacologiche per via orale. E questo “per molto tempo”. Ed è molto importante la raccomandazione “di un periodo di riposo in convalescenza per almeno due mesi“, ha scandito Alfieri.
Insomma, quella del Santo Padre sarà “una dimissione protetta – ha puntualizzato Luigi Carbone, medico del Papa che ha affiancato Alfieri nella conferenza stampa – che richiederà una convalescenza. Naturalmente a Santa Marta abbiamo valutato, con i colleghi che hanno seguito il Papa al Gemelli, i fabbisogni: come tutti i pazienti di 88 anni, che vengono dimessi e hanno avuto polmonite, avrà bisogno di ossigeno finché ne avrà bisogno”. Una terapia che la direzione Sanità Vaticana può offrire, appunto, al domicilio del paziente: Santa Marta.
Che cosa vuol dire dimissione portetta
Ma cosa si intende per dimissioni protette? Si tratta della dimissione da un reparto ospedaliero di una persona non (ancora) autosufficiente, prevalentemente anziana o disabile ma non solo, che ha bisogno di una continuità di cura e assistenza nel passaggio dal ricovero ospedaliero al rientro al domicilio.
Lo pneumologo e la salute di Papa Francesco
Come ha spiegato ad Adnkronos Salute Claudio Micheletto, direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona e presidente dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo), “il Papa ha avuto una grave polmonite. Spesso in questi casi alcuni di questi germi rimangono – i cosidetti colonizzatori – nelle vie aeree, miceti in particolare per il Papa, e le cure durano mesi con terapie in compresse”.
“Molti di questi pazienti che hanno la polmonite bilaterale hanno necessità di ossigeno e il Papa continuerà anche a Santa Marta. E questo succede spesso: abbiamo migliaia di persone assistite in queste condizione in Italia. Per loro, come per il Santo Padre, c’è uno scadimento generale del fisico, dal punto di vista motorio con una perdita muscolare e di peso. Ora per il Papa si avvia verso la fase di riabilitazione e convalescenza che, hanno sottolineato i medici, sarà di due mesi”.
Nel frattempo “dovrà riguardarsi, lavorare il giusto. Meglio non ricevere troppe persone e nessun viaggio all’estero”. Insomma, il riposo è importante proprio come la prosecuzione delle cure. Le manifestazioni per il Giubileo dovranno ancora attendere.