Come tante altre storie americane di successo, anche quella del coprimaterasso intelligente targato Eight Sleep, su cui si addormentano Mark Zuckerberg ed Elon Musk, nasce in un garage.
Siamo a San Francisco, non lontano dal cuore della Silicon Valley e Matteo Franceschetti, un italiano passato dalla carriera legale a quella da imprenditore, dorme pochissimo.
Per questo è alla ricerca di una soluzione in grado di innovare un oggetto, il materasso, che per molti anni non ha mai subìto grossi cambiamenti.
Maria Vittoria Santarelli, Growth Chief of Staff dell’azienda, ci racconta che tra il 2014 e il 2015 Franceschetti, oggi Ceo di Eight Sleep, continuava a porsi la stessa domanda: “Musk mi sta portando su Marte ed io dormo ancora su un pezzo di gommapiuma che da decenni non vede alcuna forma di innovazione?”.

E così arriva l’idea: sviluppare un topper in grado non solo di monitorare il sonno, ma anche di migliorarne la qualità sfruttando l’effetto della temperatura.
Nel giro di pochissimo tempo Franceschetti lancia insieme all’attuale Chief Technology Officer Massimo Andreasi Bassi, sempre italiano, una prima campagna di crowdfunding su Indiegogo e raccoglie oltre 1 milione di dollari.
“Il primo investitore in seed round è stato Y Combinator, un incubatore che è un po’ la Harvard delle startup” aggiunge Santarelli.
E poi sono arrivati Khosla Ventures e Founders Fund.
Oggi il Pod, questo il nome del coprimaterasso, fa dormire meglio anche sportivi del calibro di Taylor Fritz, tennista numero 4 al mondo, e Lewis Hamilton, pilota di Formula 1.
Ma come funziona?
“La versione base – spiega Santarelli – ha due componenti: una cover da applicare su qualsiasi tipo di materasso, in grado di raffreddarsi e riscaldarsi tramite i tubicini presenti al suo interno, e un computer o ‘hub’ a cui questa è collegata”.
L’hub, da posizionare di fianco al comodino, è “il cervello della cover” e oltre ad avere diverse funzionalità contiene una tanica d’acqua da riempire una sola volta: sarà questa poi ad arrivare nel sistema di tubi interno al coprimaterasso per variarne la temperatura.
Tramite una rete Wi-Fi, il ‘cervello’ comunica con i sensori presenti nel topper, che “sono in grado di capire in che stato si trova il nostro corpo nel corso della notte”.
Una volta trasmesse le informazioni al computer, questo regolerà la temperatura, permettendo un risveglio ‘naturale’: il calore fa infatti aumentare il battito cardiaco e, di conseguenza, ci sveglia.
Il Pod è diviso in due parti, ognuna delle quali gestita in maniera indipendente (seppure l’hub sia unico per entrambe).
“È tutto iper personalizzato. Con un terzo pezzo, presente solo nelle versione ultra del prodotto, è inoltre possibile modificare l’inclinazione del letto fino a 45 gradi”.
Si tratta infatti di una base da posizionare sotto il materasso, ma sopra la rete, per variare la posizione della testa di chi dorme sempre sulla base delle informazioni ricevute dalla cover.
Il coprimaterasso smart di Eight Sleep sfrutta anche l’intelligenza artificiale, ma in che modo?
“Abbiamo degli algoritmi proprietari che riescono a determinare in che fase del sonno una persona si trovi, quindi se in fase REM, di sonno profondo o di sonno leggero”, chiarisce Santarelli.
Grazie alla tecnologia dunque, il Pod impara a conoscere il corpo della persona che lo utilizza e fa in modo che quando ad esempio si entra nella fase di sonno profondo ci si rimanga più a lungo.
Non a caso, il Ceo parla spesso di “hackerare il sonno”: dormire meglio consente infatti di dormire meno.
“Se si ha una struttura del sonno sbagliata non importa stare a letto otto ore. Lo scopo di Eight Sleep è perciò quello di aumentare il sonno di qualità: è un tema non solo di maggiore produttività, ma anche di longevità e salute”.
L’azienda, con base a New York ma cuore italiano, è proprietaria anche dei macchinari che producono il Pod, acquistabile solo tramite e-commerce.
“Non escludiamo in futuro di avere dei pop up store, ma vogliamo comunque mantenere il controllo sulla distribuzione del prodotto. E poi si parla di un oggetto premium, sarebbe strano trovarlo su Amazon”.
E in effetti tra gli affezionati dei Pod Eight Sleep non mancano nomi di spicco: “Musk e Zuckerberg ne hanno anche più di uno, sono fan sfegatati. E da pochissimo ne abbiamo anche recapitati sei al Doge (il Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk, ndr)”. Il prezzo oscilla tra i 3mila e i 5mila dollari, a seconda del modello.
Santarelli è un’altra delle menti italiane entrate a far parte di Eight Sleep, che ormai conta oltre 100 collaboratori. “Conoscevo l’azienda perché sono una sportiva e così, nemmeno un anno fa, ho deciso di contattarli. Avevo lavorato a Cupertino e per McKinsey, ma volevo imparare qualcosa di nuovo, avere un impatto e dover prendere decisioni, anche se scomode”.
Il processo di selezione è stato piuttosto rapido: “Ora sono Chief of Staff della co-founder Alexandra Zatarain, nel giro di due settimane è successo tutto. Sono volata a New York da un giorno all’altro per fare l’ultimo colloquio, devono aver apprezzato. Ora vivo lì”.