Non si esauriscono le conseguenze dei tagli al personale pubblico e ai finanziamenti federali da parte dell’Amministrazione Trump. Il giro di vite, voluto dall’inquilino della Casa Bianca, sulla ricerca scientifica sta infatti provocando una fuga di cervelli verso l’Europa.
Tra le istituzioni nel Vecchio continente che stanno “corteggiando” gli esuli scienziati americani c’è l’Università di Cambridge. Secondo quanto affermato da Deborah Prentice, vice-cancelliera dell’università britannica, il college sta cercando di attrarre, attraverso generosi finanziamenti, team che abbiano al loro interno anche ricercatori statunitensi esperti in settori chiave come la biomedicina o l’intelligenza artificiale.
Non solo il Regno Unito, anche Francia e Cina stanno prendendo parte a questa caccia ai talenti provenienti da Oltreoceano perché lavorino nelle loro industrie, università o laboratori.
“Ci sono altri paesi che stanno riconoscendo che questa è un’opportunità che potrebbero utilizzare a loro vantaggio”, ha detto Maria Leptin, Presidente del Consiglio europeo della ricerca, definendo il clima degli Stati Uniti “scoraggiante“.
Ha poi concluso: “Quello che possiamo fare è chiarire ai nostri colleghi con sede negli Stati Uniti che la comunità di ricerca europea e i suoi finanziatori offrono il benvenuto in Europa a coloro che, indipendentemente dalla nazionalità, vedono minacciate le loro possibilità di svolgere un lavoro di ricerca scientifica indipendente”.