Ci risiamo: Robert Kennedy Jr questa volta riscopre il sego di bue. Quarant’anni fa, un milionario self-made sopravvissuto a un infarto e attivista anti-colesterolo di nome Phil Sokolof se la prese con le catene di fast food per i loro cibi fritti ad alto contenuto di grassi, in particolare per l’uso di sego di bue.
Alla fine, McDonald’s e altre catene passarono a oli a basso contenuto di grassi.
Facciamo un salto in avanti fino a ogg: Sokolof, morto nel 2004 all’età di 82 anni, probabilmente si sta rivoltando nella tomba. Questo perché il sego di bue sta vivendo un ritorno.
A spingerlo non sono solo gli influencer che si occupano di bellezza, e che consigliano di strofinare questo grasso sulla pelle, ma anche il segretario della Salute e dei Servizi Umani Robert F. Kennedy Jr., che ha fritto il suo tacchino del Ringraziamento nel sego, ne ha decantato le presunte proprietà salutari e ha recentemente elogiato la catena di hamburger Steak ‘n Shake per aver “RFKato le patatine fritte” tornando alla vecchia scuola. Ma quanto c’è di vero nelle nuove affermazioni di Kennedy Jr.?
Cos’è il sego di bue e perché le persone lo sostengono?
Questo ingrediente si ottiene facendo bollire lentamente il grasso che circonda gli organi delle mucche; questo separa il grasso dal liquido e dal tessuto connettivo, consentendo quindi la raccolta del grasso solidificato.
Chi ne sostiene l’uso lo fa in genere perché è un prodotto naturale e perché ritiene che sia più sano degli oli di semi (colza, mais, girasole, cartamo, vinaccioli, ecc.) che Kennedy ha accusato di essere la causa dell’aumento dell’obesità.
La risposta degli specialisti
L’American Heart Association, tuttavia, incoraggia l’uso di oli di semi, osservando: “L’accusa fuorviante è che gli oli di semi siano ricchi di acidi grassi omega-6 che si scompongono in tossine quando vengono usati per cucinare, causando infiammazione, indebolendo il sistema immunitario e contribuendo a malattie croniche”. Ma non è così, afferma Christopher Gardner, professore di medicina alla Stanford University School of Medicine in California e scienziato della nutrizione presso lo Stanford Prevention Research Center.
Mentre gli omega-3 (presenti nel sego di bue) potrebbero essere migliori per la salute, sottolinea, gli omega-6 non sono cattivi, e in effetti costituiscono un grasso polinsaturo di cui il corpo ha bisogno ma che non può produrre da solo, e che aiuta il corpo a ridurre il colesterolo cattivo (Ldl), abbassando così il rischio di infarto e ictus.
Lisa Young, nutrizionista e professoressa associata alla NYU, ha detto alla NBC News: “Le persone danno la colpa agli oli di semi quando non sono quelli a essere tossici. Sono lo zucchero e il sale nel cibo spazzatura che stanno consumando“.
Inoltre, il dott. Dariush Mozaffarian, cardiologo e direttore del Food is Medicine Institute presso la Tufts University, ha dichiarato alla NPR che “la preoccupazione per gli oli di semi è in realtà una distrazione e dobbiamo concentrarci sui veri problemi”, ovvero l’overdose di cereali raffinati, amidi, zuccheri, sale e altri conservanti, additivi chimici e contaminanti provenienti dagli imballaggi.
“Gli oli di semi sono in realtà il punto luminoso”, ha affermato lo specialista. “Gli oli di semi sono grassi sani, grassi monoinsaturi e polinsaturi sani che fanno davvero bene al nostro corpo.
Cosa dice la scienza sul sego di bue di Kennedy Jr
Il sego di bue è ricco di grassi saturi (circa il 50%), che aumentano il colesterolo Ldl (“cattivo”), che a sua volta aumenta il rischio di malattie cardiache. Ecco perché l’American Heart Association lo sconsiglia e il Physicians Committee for Responsible Medicine, un gruppo di 17.000 medici dediti a salvare e migliorare la vita di esseri umani e animali attraverso diete a base vegetale, ha emesso un avviso ai consumatori sul sego di bue.
Vari studi hanno scoperto che sostituire i grassi saturi con fonti vegetali di grassi ha benefici contro le malattie cardiache. Una revisione sulla rivista Circulation, ad esempio, ha esaminato 13 studi con 310.602 partecipanti e ha scoperto che sostituire solo il 5% delle calorie da grassi saturi di origine animale con olio vegetale, semi e noci (ricchi di acido linoleico, che è un acido grasso omega-6) era associato a un 9% di rischio in meno di malattie cardiache e 13% in meno di rischio di morte per malattie cardiache.
Infine un ampio studio di coorte pubblicato su JAMA Internal Medicine all’inizio di questo mese ha scoperto che sostituire il burro, un altro prodotto animale ricco di grassi saturi, con oli vegetali, in particolare oli di oliva, soia e canola, può aiutare a prevenire la morte prematura per malattie cardiache e cancro.
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