L’intelligenza artificiale italiana sbarca sul cloud Made in Usa. Almawave ha annunciato una nuova collaborazione con Oracle. L’accordo è stato annunciato durante l’Oracle CloudWorld Tour di Milano, e di fatto segna lo sbarco dell’AI Made in Italy (la famiglia di modelli creati dalla società italiana parte del Gruppo Almaviva si chiama Velvet) su una delle piattaforme più diffuse tra le imprese.
Velvet, la famiglia di modelli di AI generativa multilingue sviluppata da Almawave, è stata pensata proprio per le imprese, e ora è disponibile su Oracle Cloud Infrastructure (OCI), rendendo più semplice l’adozione dell’AI per aziende e pubbliche amministrazioni in Italia e sui mercati internazionali. Inoltre Almawave utilizzerà OCI anche “per specifici carichi di lavoro di addestramento e inferenza di LLM”, si legge in una nota.
“Questa collaborazione apre nuove opportunità per imprese e pubbliche amministrazioni che vogliono adottare soluzioni AI avanzate, efficaci e sostenibili”, secondo Valeria Sandei, CEO di Almawave, che vuole essere “il punto di riferimento per l’AI sviluppata in Italia, con una visione internazionale”. La collaborazione prevede anche un piano di go-to-market congiunto, attraverso il quale Oracle e Almawave promuoveranno soluzioni AI innovative in Italia, ma anche Francia e regione Iberica.
Andrea Sinopoli, Vice President e Country Leader Cloud Tech di Oracle Italia, ha sottolineato che “l’integrazione tra i modelli Velvet e l’infrastruttura Oracle Cloud ci permette di offrire soluzioni AI scalabili, sicure e ad alte prestazioni, creando valore concreto per il mercato”.
Chris Leone, Evp di Oracle: “Adozione enorme in Europa”
Il MoU tra Almawave e Oracle mostra come le innovazioni AI possano arrivare a più aziende possibile. Ma per fare in modo che quelle innovazioni siano anche Made in Italy bisogna correre.
La stessa Oracle offre già più di 50 agenti AI (dei veri e propri assistenti virtuali specialistici) e più di 100 servizi di AI generativa integrati nelle sue applicazioni fusion, spiega a Fortune Italia Chris Leone, EVP e responsabile a livello mondiale degli Agenti AI sviluppati e incorporati all’interno delle applicazioni SaaS che servono a gestire i processi interni delle aziende e progettati nativamente in cloud.
“Questi servizi utilizzano grandi modelli linguistici per generare contenuti, fare riassunti e dare raccomandazioni di base. Gli agenti AI sono diversi: usano un modello linguistico per prendere decisioni, ragionare e utilizzare gli strumenti Oracle per risolvere problemi. Abbiamo agenti per gestire gli ordini di reso o per la manutenzione e riparazione”.
Ma qual è la differenza tra gli agenti AI di Oracle e quelli di startup specializzate come Manus AI o Operator di OpenAI?
Secondo Leone “la differenza principale è che noi operiamo nel mondo aziendale, mentre loro si concentrano più sul mondo consumer. I nostri agenti devono rispettare requisiti di sicurezza e privacy aziendali, e comprendere la nostra architettura enterprise”.
Il successo di questi strumenti AI viene monitorato analizzando l’utilizzo da parte dei clienti, quante volte vengono usate queste funzionalità, se le risposte generate vengono modificate e quanto. “Per gli agenti AI, vediamo quante transazioni hanno completato e se hanno raggiunto i loro obiettivi”.
Intanto gli stessi agenti vanno verso una sempre maggiore personalizzazione: “Abbiamo iniziato con attività relativamente semplici, ma diventeranno sempre più sofisticate. Inizieremo a concatenare più compiti in quelli che chiamiamo workflow agentici o ‘team di agenti AI’. I clienti avranno bisogno di personalizzarli, magari usando diversi modelli linguistici per compiti specifici o integrando API esterne”, spiega Leone. “Le cose si muovono così velocemente” che è difficile capire cosa succederà nei prossimi anni, dice l’Evp di Oracle, convinto però che “la tecnologia AI e i grandi modelli linguistici continueranno a migliorare rapidamente, permettendoci di risolvere problemi sempre più complessi” rappresentando un vantaggio enorme per il modello Software-as-a-Service. Che, secondo Leone, non è affatto destinato al declino nell’epoca dell’intelligenza artificiale. Intanto, sulla stessa Oci si possono trovare Llm come quelli di Meta (Llama) e Cohere.
“Penso sia un enorme vantaggio. Apre un intero nuovo set di problemi aziendali che possiamo risolvere, aumentando il mercato indirizzabile per le applicazioni SaaS. Ora possiamo affrontare questioni che prima erano al di fuori delle nostre applicazioni”. Intanto “l’adozione delle applicazioni cloud in Europa è enorme. Stiamo avendo un grande successo in tutti i principali paesi: Italia, Germania, Francia, Regno Unito”, racconta Leone.
I progetti AI italiani
L’annuncio di Almawave non è l’unico esempio di come le aziende italiane utilizzino i servizi cloud di Oracle. Tra i clienti ci sono anche Amplifon, BPER Banca, REALE Group, ENI, Generali, Giochi Preziosi, Groupama, Mondadori, La Rinascente, CredEm, MAPEI, TIM, ASL di Caserta e naturalmente PSN (Polo Strategico Nazionale) il progetto di cloud nazionale per il quale Oracle ha dovuto creare una soluzione apposita.
Sul palco del Cloudworld milanese (la serie di eventi pià importante del gigante USA) insieme alla country manager di Oracle Carlota Alvarez Pedreira, il CIO di Ermenegildo Zegna, Matteo Torti, ha ricordato che “Zegna si è già dotata di una roadmap AI per migliorare l’esperienza del nostro cliente; il prossimo passo pensiamo sarà quello di avvalerci di tutte le capacità di AI già integrate nelle soluzioni Oracle”.
Anche le progettualità digitali della Giustizia amministrativa, ha spiegato Brunella Bruno, Magistrata Responsabile del Servizio per l’informatica del Consiglio di Stato, hanno coinvolto l’AI, la creazione di una piattaforma di business intelligence, la reingegnerizzazione dei portali interni ed esterni, l’offerta di dati aperti accessibili da chiunque. “L’introduzione dell’AI non mira a sostituire il giudice ma a supportarlo, accelerando e semplificando le fasi di studio, aggiornamento e analisi”, spiega. Oracle Cloud Infrastructure è stata scelta, in questo caso, per ospitare i dati e le applicazioni. Il sistema realizzato è molto più di una semplice automazione dei processi, secondo Bruno. È stata avviata l’integrazione della nuova piattaforma con il Sistema Informativo della Giustizia Amministrativa e con il connesso sistema documentale, funzionale alla piena e graduale estensione a tutte le sedi territoriali (TAR – Tribunali amministrativi regionali – e CGARS – Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana).