A Wall Street si stima un aumento del rischio di recessione dell’economia statunitense, alcuni economisti danno al 50% questa probabilità.
Il responsabile economico di J.P. Morgan, Bruce Kasman, mercoledì, a Singapore, ha dichiarato ai giornalisti di vedere un rischio di recessione pari circa al 40%, rispetto al 30% circa di inizio anno.
Ma ha aggiunto che le probabilità di recessione raggiungerebbero il 50% o più se le tariffe reciproche pianificate dal presidente Donald Trump, che dovrebbero entrare in vigore dal 2 aprile, avessero un effetto significativo.
“Se proseguiamo lungo questa strada di politiche sempre più dirompenti e ostili alle imprese, credo che i rischi di recessione potrebbero aumentare”, ha detto Kasman.
Nel frattempo, l’ex segretario al Tesoro Larry Summers ha avvertito che le possibilità di una recessione sono circa del 50%, facendo riferimento ai dazi di Trump, al giro di vite sull’immigrazione e ai licenziamenti federali di massa che, combinati insieme, stanno causando forti riduzioni nei piani di spesa dei consumatori e delle imprese.
Quando le proiezioni economiche iniziano a essere riviste in una certa direzione, si tende a prendere slancio. E tutte le revisioni sulla crescita vanno a ribasso.
“Penso che ci sia un vero problema di incertezza”, ha aggiunto Summers. “E penso che sarà difficile risolverlo. Quasi certamente assisteremo a un rallentamento rispetto alle previsioni e a una seria prospettiva di recessione vicina al 50%”.
Il capo economista di Moody’s Analytics, Mark Zandi, ha stimato a rialzo le probabilità di recessione pari al 35% dal 15% dell’inizio del mese, citando le tariffe.
Le previsioni di recessione sono in rialzo
Ma se Trump dovesse portare avanti i suoi piani tariffari e mantenerli per più di qualche mese, questo sarebbe sufficiente a spingere l’economia in recessione, ha dichiarato mercoledì.
Per il momento, spera che i negoziati portino a una riduzione delle tariffe, il che secondo lui manterrebbe le probabilità di recessione al di sotto del 50%.
“Ma, ogni giorno che passa, lo affermo con sempre meno sicurezza”, ha detto Zandi. “E naturalmente l’incertezza che regna intorno a tutto questo sta facendo danni”.
In effetti, i sondaggi condotti tra i consumatori e le imprese sono sempre più cupi riguardo all’economia, tra l’incertezza riguardante i dazi e i licenziamenti federali di massa.
Anche i dirigenti degli stati rossi che hanno votato per Trump affermano che i loro business stanno crollando.
Le previsioni a Wall Street
Altrove a Wall Street, le probabilità di recessione non sono così alte, ma sono in forte aumento. I guru dei mercati Ed Yardeni ed Eric Wallerstein hanno dichiarato all’inizio del mese che le probabilità di un mercato in ribasso e di una recessione indotta dai dazi sono passate dal 20% al 35%.
Il consulente economico capo di Allianz, Mohamed El-Erian, ha stimato a rialzo le probabilità di recessione dal 10% di inizio anno, al 25%-30%.
Domenica, nel corso della trasmissione Meet the Press, della Nbc, è stato chiesto al Segretario del Tesoro Scott Bessent se fosse in grado di garantire che non ci sarà una recessione e lui ha risposto che non ci sono garanzie, aggiungendo che il suo precedente commento su un cambiamento dell’economica non implica che ci debba essere una recessione.
“Ciò che posso garantire è che se avessimo continuato su questa strada, avremmo avuto una crisi finanziaria”, ha detto. “L’ho studiato. L’ho insegnato. E se avessimo continuato con questi livelli di spesa, tutto sarebbe stato insostenibile. Quindi stiamo resettando e stiamo mettendo le cose su un sentiero economicamente sostenibile”.
Trump sui dazi: “non mi piegherò affatto”
Da parte sua, Trump lo scorso fine settimana ha rifiutato di escludere una recessione, provocando un crollo delle azioni, per poi affermare giorni dopo di non vederne una in arrivo. Ma Trump non si sbilancia sulle sue politiche commerciali, “non mi piegherò affatto” ha affermato giovedì.
E quando gli è stato chiesto di commentare il brusco calo di consensi registrato in un recente sondaggio della Cnn su come gli americani vedono la gestione dell’economia da parte di Trump, la Casa Bianca ha difeso le sue politiche economiche e ha rimarcato i risultati ottenuti durante il suo primo mandato.
“Da quando il Presidente Trump è stato eletto, i leader dell’industria hanno risposto alla sua agenda economica ‘America First‘, fatta di dazi, deregolamentazione e liberazione delle energie produttive americane, con trilioni di investimenti che creeranno migliaia di nuovi posti di lavoro”, ha dichiarato il portavoce Kush Desai in un comunicato.
“Il Presidente Trump ha garantito una crescita epocale dei posti di lavoro, dei salari e degli investimenti nel suo primo mandato e si appresta a farlo di nuovo nel suo secondo mandato”.
L’articolo originale è stato pubblicato su Fortune.com