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La scommessa di Renexia sull’eolico nel Mediterraneo

Il primo parco eolico nel Mediterraneo.
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“Volevamo dimostrare che anche in Italia si possono completare opere apparentemente impossibili”, dice Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, a proposito di Beleolico, il primo parco eolico marino del Mediterraneo inaugurato a Taranto nel 2022.

L’azienda, leader nel campo delle rinnovabili, sta puntando forte sulla tecnologia offshore. Il modello Renexia si fonda sull’innovazione e sul metodo scientifico, col coinvolgimento di prestigiosi enti di ricerca che consentono di raccogliere dati oggettivi sugli ecosistemi interessati dai progetti.

E sull’inclusività e il dialogo costante col territorio e le comunità locali, affinché le opere diventino “un patrimonio sociale partecipato”.

Toto, quando nasce Renexia e con quali obiettivi?

Renexia nasce in Italia nel 2011 come evoluzione della divisione Energie rinnovabili della Toto Spa. La società si è specializzata nello sviluppo di infrastrutture innovative per produrre energia da fonti rinnovabili. Ha maturato anche un’esperienza internazionale negli Usa, realizzando il primo progetto eolico offshore della costa orientale. Ha introdotto queste soluzioni in Italia, a Taranto, con Beleolico, il primo parco marino del Mediterraneo. Al momento è impegnata soprattutto nello sviluppo delle turbine galleggianti.

Quali sfide avete dovuto affrontare durante la realizzazione di Beleolico?

Volevamo dimostrare che anche in Italia si possono completare opere apparentemente impossibili. L’iter approvativo è durato 13 anni; poi abbiamo realizzato e attivato il parco in meno di un anno. Abbiamo definito un modello sostenibile dal punto di vista ambientale e socioeconomico. Vogliamo informare e coinvolgere il territorio che ci ospita. Il progetto tarantino per noi rappresenta il trampolino di lancio per altre sfide: è un modello scalabile e replicabile altrove. Le 10 turbine producono circa 60 GWh l’anno, il fabbisogno energetico di 18mila famiglie. Nei 25 anni in cui sarà operativo, l’impianto consentirà di risparmiare l’emissione di oltre 730mila tonnellate di CO2.

Con Med Wind puntate a realizzare il più grande parco eolico offshore con tecnologia galleggiante del Mediterraneo.

L’esperienza americana è stata fondamentale per aiutarci a delineare un modello industriale inedito in Italia e in Europa. Con Med Wind vogliamo dare vita a una filiera specializzata, a partire dalla costituzione di una fabbrica di turbine eoliche nel nostro Paese. È però molto difficile colmare nel breve periodo il gap tecnologico con i Paesi che per primi hanno creduto in questa soluzione. Puntiamo allora alla sinergia con il nostro consolidato partner industriale Ming Yang, tra i principali produttori al mondo di turbine, per realizzare un sito produttivo che possa rifornire l’intero mercato del bacino mediterraneo. È un’occasione che l’Italia non deve lasciarsi sfuggire, per svolgere un ruolo da protagonista nella tecnologia offshore.

Quali sono le misure adottate dall’azienda per garantire che ogni progetto abbia un impatto positivo sull’ambiente e sulle comunità locali?

Analizziamo con attenzione il territorio, al fine di carpirne esigenze e bisogni, avviando poi un dialogo con le comunità locali. Al contempo, dal punto di vista tecnico, è bene compiere studi di fattibilità per evitare di proporre progetti irrealizzabili che finiscano per intasare la già complessa macchina autorizzativa. Per Med Wind, ad esempio, abbiamo coinvolto enti di ricerca, biologi e ricercatori di fama nazionale e internazionale per le indagini ambientali, così come società di consulenza per valutare l’impatto economico e sociale. Tutti gli indicatori hanno confermato la sostenibilità del progetto. Il nostro metodo è così diventato un modello che vogliamo replicare nei progetti futuri.

Non solo eolico: siete attivi anche nella mobilità elettrica con Renexia Recharge.

Con la controllata Renexia Recharge abbiamo avviato l’installazione di aree di ricarica ultrafast. Riteniamo che un’infrastruttura specifica per la ricarica ultraveloce possa rispondere in maniera più efficace alle esigenze di mobilità urbana e autostradale. Tale strategia è alla base di un importante piano di sviluppo nell’ambito della mobilità elettrica, che prevede l’installazione e la gestione di nuove postazioni su tutto il territorio nazionale.

Quali sono le principali sfide e opportunità che Renexia prevede per il settore delle rinnovabili?

Una decisa accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili, soprattutto con impianti di grandi dimensioni, che possano innescare economie di scala e risparmi in bolletta, rappresenta una scelta strategica improrogabile per il nostro Paese. Le condizioni ambientali dell’Italia possono garantire lo sfruttamento delle risorse naturali in grande quantità, a beneficio della transizione e dell’indipendenza energetica.

Altri progetti in cantiere?

Il futuro non può reggersi solo sulle rinnovabili: ci sarà sempre bisogno di una parte di energia fossile, e in particolare del gas, per tenere in equilibrio la rete e favorire un giusto energy mix. Per il lungo periodo guardiamo con interesse alla tecnologia della fusione nucleare, molto diversa e sicura rispetto alla fissione. In particolare, la soluzione tecnologica che sta sviluppando la canadese General Fusion, di cui Renexia è partner, sta dimostrando di poter giungere a un importante punto di svolta già nei prossimi anni.

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