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Cervello e memoria: dal dolore alla paura, il ruolo delle piastrine

Adyen Articolo
Velasco25

Cosa scatte nel nostro cervello quando ci mettiamo in stato di allerta perchè temiamo qualcosa? A indagare sui meccanismi che legano la paura al ricordo è un’interessante lavoro italiano, secondo il quale frammenti di cellule presenti nel sangue condizionano l’apprendimento e la memoria della paura.

Insomma, non è tutto solo nella nostra testa, anzi. Il meccanismo scorre nel nostro sangue. Parliamo delle piastrine: minuscole cellule del sangue che svolgono un ruolo fondamentale nel nostro corpo e che influenzano in qualche misura la reazione a eventi paurosi.

A dircelo è un interessante lavoro coordinato da Cristina Limatola del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza. La ricerca, pubblicata su ‘Cell Reports’, mostra infatti come le piastrine siano in grado di attivare meccanismi che influenzano la memoria e il comportamento. Ma facciamo un passo indietro.

Lo stimolo doloroso e il cervello

Quando proviamo dolore, il nostro cervello registra l’evento ‘colpevole’ e lo immagazzina nella memoria. “Il fine ultimo della sensazione di dolore dopo uno stimolo intenso, come un trauma o il contatto con una superficie rovente, non è certo quello di allontanare la causa del dolore stesso, ma quello di facilitare la memorizzazione dell’evento che ha causato il dolore per riconoscerlo ed evitarlo. Per il dolore, come per ogni emozione negativa, la memorizzazione e il ricordo si associano a una spinta spontanea e istintiva all’evitamento della condizione che ha generato l’emozione stessa”, dice Michelangelo Buonocore, specialista in Neurofisiopatologia ed esperto in fisiopatologia del dolore all’IRCCS Maugeri di Pavia e di Montescano.

“A ogni stimolo che riceve, il cervello si prefigge l’obiettivo di interpretare quello che è successo ed elaborare strategie per il futuro. Quindi, nel caso del dolore, non solo il cervello memorizza che l’evento specifico che lo ha causato va evitato, ma cerca di allargare questo evitamento a tutte le condizioni simili che potrebbero anch’esse risultare nocive per l’organismo. In questo processo, due aree cerebrali giocano un ruolo cruciale: l’ippocampo, responsabile della memorizzazione dell’evento doloroso, e la corteccia prefrontale, che elabora strategie per prevenire esperienze simili”, dice Buonocore.

Il guardiano della guarigione e gli anti-dolorifici

Quando non è possibile evitare la lesione, il dolore assume comunque l’importante ruolo di “guardiano della guarigione”, segnalando all’individuo che sta facendo qualcosa che può ritardarla. “L’abuso di farmaci antidolorifici non solo rischia di mascherare patologie sottostanti, ma può anche ritardare i naturali processi di guarigione – avverte Buonocore -.La persistenza del dolore fisiologico nell’evoluzione umana indica il suo ruolo fondamentale nella sopravvivenza e nei processi di adattamento”.

Le piastrine e la serotonina

Ma torniamo alle memorie spaventose. Le piastrine immagazzinano serotonina, un neurotrasmettitore prodotto principalmente nel sistema nervoso e nell’apparato gastrointestinale. Ebbene, la serotonina regola l’umore, influenza alcune funzioni biologiche quali il sonno e l’appetito, e ha un effetto anche nei processi di apprendimento e di memorizzazione. Se si considera che le piastrine contengono la maggior parte della serotonina presente nel nostro corpo, appare chiaro come esse siano coinvolte nella regolazione delle risposte neuro immunitarie.

Lo studio della Sapienza ha dimostrato che, riducendo o alterando il numero delle piastrine in modelli murini, si riduceva anche la quantità di serotonina presente nel cervello. E questo aveva effetto su comportamenti legati alla paura nei topi.

I ricercatori hanno identificato nella minore presenza di serotonina nel cervello un fattore in grado di bloccare l’attività dei neuroni inibitori, causando un’alterata formazione della memoria e l’insorgenza delle risposte di paura anche in presenza di stimoli innocui.

La riduzione di serotonina nel cervello, spiegano i ricercatori, deriva da un meccanismo che viene regolato da cellule specifiche, le Natural Killer. Si tratta delle cellule che inducono la produzione di serotonina nel tratto gastrointestinale, determinando quindi il carico trasportato dalle piastrine in tutto il corpo. Diminuendo sperimentalmente le cellule Natural Killer o le piastrine, si riduce anche la quantità di serotonina nel cervello e viene innescato il processo che modula i comportamenti di paura.

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